Centotre-e-tre N.33: la colonna sonora di quel film là

Riassunto delle puntate precedenti:

Introduzione
Bruno Lauzi – Garibaldi Blues
Peggy Lee – Why Don’t You Do Right?
Tony Bennett & Lady Gaga – The Lady Is A Tramp
Joni Mitchell – Chelsea Morning
Neil Young – Cortez The Killer
Banda El Recodo – El Corrido De Matazlan
Los Cuates de Sinaloa – Negro Y Azul: The Ballad Of Heisenberg
Los Tucanes de Tijuana – El Chapo Guzman
Cholo Valderrama – Llanero si soy llanero
Celia Cruz – La Vida Es Un Carnaval
Duke Ellington – The Mooche
Renato Rascel – Romantica
Igor Stravinskij – Pulcinella Orchestral Suite – Part I/III
David Bowie – Pablo Picasso
Prince – Cream
Wu-Tang Clan – C.R.E.A.M.
Frances Yip – Green Is The Mountain
VIXX – Error
Ili Ili Tulong Anay – Mvibe
Mahani Teave & Viviana Guzman – Flight Of The Bumblebee
Martina Trchová – U Baru
ZAZ – Qué Vendrá
Incubus – Megalomaniac
Cartola – Alvorada
Yes – The Revealing Science of God (Dance of the Dawn)
No – Meet Me After Dark
Moby – My Weakness
Waka Flocka Flame feat. Drake – Round Of Applause
Sugarcubes – Hit
Kassav’ – Zouk-la sé sel médikaman nou ni
Gary Numan – Unreleased 7Up TV commercial music
Radio Tehran – Tamume chiza
Portishead – The Rip

Vi avevo lasciati sulle atmosfere noir dei Portishead e quindi ripartiamo da qui, da uno dei loro pezzi più famosi.

La canzone Sour Times compare nel loro primo album Dummy, del 1994, e insieme a Glory Box è uno di quei pezzi che ricordiamo per primi quando sentiamo parlare dei Portishead. Quel giro di basso che si chiude con un vibrato di corde e che si ripete per tutta la canzone, ne costituisce l’ossatura principale e diventa il suo elemento più riconoscibile. Quel giro lì è una campionatura di un pezzo di Lalo Schifrin che si intitola Danube Incident, e venne composto per la serie tv Mission: Impossible.

Lalo Schifrin è infatti il compositore del tema più famoso dopo quello di 007, che ricordiamo tutti grazie ai film con Tom Cruise. Della vecchia serie tv non parla più nessuno, destino infame quello delle vecchie serie tv che aprono la strada a migliaia di produzioni simili e poi vengono dimenticate, finché arriva uno piccoletto che ne fa un remake in chiave moderna ed è il trionfo e la condanna insieme: tutti si ricorderanno per sempre del piccoletto e nessuno più della vecchia serie tv. Io per esempio la vecchia serie la ricordo, ma mi piace molto di più il ciclo di film del piccoletto, di cui peraltro è uscito l’ultimo capitolo non troppo tempo fa e me lo sono visto giusto ieri sera, e adesso mi sento come dopo due ore stravaccato sul divano a guardare video di Tiktok e a mangiare cioccolata: non è male, ti intrattiene, ma è solo fuffa.

È una vita durissima quella di noi appassionati di cinema di spionaggio, escono pochi film e non sempre di buona qualità. Non che il ciclo di Mission: Impossible lo sia, o che si possa definire spionaggio, è più un film che parla grossomodo di spie con ottime scene d’azione, ma perlomeno quel che vedi ti diverte e alla storia tirata per i capelli smetti di pensarci. È successa la stessa cosa con Skyfall, uno dei migliori 007 del ciclo con Daniel Craig, che quando finisce sei soddisfatto, almeno finché non ripensi a quel che hai appena visto. Se n’era parlato qui, un sacco di anni fa.

Adesso che anche lui è uscito di scena col botto non sappiamo se e quando uscirà un nuovo film, chi lo interpreterà, quali altri stereotipi di James Bond verranno abbandonati per svecchiare il personaggio. Per un po’ mi sono consolato interpretando io l’agente segreto britannico, ma ormai anche quel ruolo non mi appaga più, ci vuole qualcosa che mi distragga.

Per fortuna il mondo delle storie di spie è più ampio di quello rappresentato dagli agenti indistruttibili che saltano giù dai palazzi, e cercando un po’ si riescono a trovare prodotti che lo raccontano in una chiave diversa.
È il caso di Slow Horses, una serie tv prodotta da Apple che racconta le vicende di un gruppo di agenti scartati dall’MI5, e guidati da uno strepitoso Gary Oldman untissimo e carismatico. Mi ha coinvolto così tanto che mi sono letto subito anche i romanzi tradotti in italiano (per il momento sono tre, ma immagino che col tempo verranno tradotti tutti, circa una decina), e adesso sto cercando altri prodotti del genere.

Slow Horses (TV Series 2022– ) - IMDb

Lalo Schifrin invece ci andava giù pesante col cinema. Oltre a Mission: Impossible compose anche la colonna sonora della saga dell’Ispettore Callaghan e di quella di Amityville, due nomi che i lettori più giovani difficilmente conosceranno, visto che non hanno ancora ricevuto alcun rilancio. No, aspetta, di Amityville sì, ne esce praticamente uno all’anno, e hanno tutti in comune la stessa trama: famiglia si trasferisce nella casa infestata e muore; ogni nuovo film mantiene il nome della cittadina nel titolo, ma oramai sono come gli spaghetti western degli anni ’70, hanno raschiato il fondo e non sanno più cosa evocare per farci capire che stavolta la minaccia è seria, mica come le altre volte. Pare che i prossimi film della serie si intitoleranno Amityville giramento di palle, Amityville la vicina di casa che tiene il volume a stecca, e Amityville la bolletta del gas.

Schifrin avrebbe dovuto comporre anche la colonna sonora de L’Esorcista, ma quando fece ascoltare la composizione al regista del film, questo lanciò la cassetta dalla finestra e affidò il lavoro a Mike Oldfield.
La cassetta prese in faccia un giovanissimo Hans Delbruck, figlio di immigrati tedeschi, che la ascoltò e ne rimase talmente impressionato da imparare a suonare il pianoforte. Qualche anno dopo mise su un complesso con alcuni amici e incise alcuni brani su quella stessa cassetta, che aveva conservato appositamente a quello scopo, poi portò la cassetta all’ufficio di William Friedkin, che in quel periodo stava lavorando al film Sorcerer, lo aspettò fuori e quando lo vide avvicinarsi gliela tirò in faccia gridandogli che non si buttano i rifiuti dalla finestra.

Su Friedkin e le storie che girano intorno al suo film più famoso ci sarebbe da scrivere un episodio apposta, ma noi siamo qui per parlare di musica, quindi per ora fermiamoci a Lalo Schafrin, poi la prossima puntata vedremo.

(continua)

E dimmelo, dai, lo so che ci tieni

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