Centotre-e-tre n.21: ‘” Qui êtes vous?” “Je suis l’homme chauve-souris”

Riassunto delle puntate precedenti:

Introduzione
Bruno Lauzi – Garibaldi Blues
Peggy Lee – Why Don’t You Do Right?
Tony Bennett & Lady Gaga – The Lady Is A Tramp
Joni Mitchell – Chelsea Morning
Neil Young – Cortez The Killer
Banda El Recodo – El Corrido De Matazlan
Los Cuates de Sinaloa – Negro Y Azul: The Ballad Of Heisenberg
Los Tucanes de Tijuana – El Chapo Guzman
Cholo Valderrama – Llanero si soy llanero
Celia Cruz – La Vida Es Un Carnaval
Duke Ellington – The Mooche
Renato Rascel – Romantica
Igor Stravinskij – Pulcinella Orchestral Suite – Part I/III
David Bowie – Pablo Picasso
Prince – Cream
Wu-Tang Clan – C.R.E.A.M.
Frances Yip – Green Is The Mountain
VIXX – Error
Ili Ili Tulong Anay – Mvibe
Mahani Teave & Viviana Guzman – Flight Of The Bumblebee
Martina Trchová – U Baru


Nella puntata precedente ci siamo rivolti a una cantante folk jazz che vive a Praga, e il prossimo passaggio ce lo faremo suggerire da lei direttamente:

sulla sua pagina facebook nomina tre artisti amati dal suo gruppo, ZAZ, Zuzana Navarová e Alanis Morissette. E adesso starete tutti a pregare che questa puntata vi riporti sui binari più battuti dal pop, che di sentire roba sconosciuta per un po’ va bene, ma poi basta.

Il vero nome di ZAZ è Isabelle Geffroy, francese, classe 1980, e se speravate che questo episodio fosse dedicato ad Alanis Morissette è perché vivete dalla parte delle Alpi dove sanno preparare il caffè; fidatevi, quest’artista in Francia ha il successo che da noi potrebbe avere.. boh.. la Pausini?

Anche se ad ascoltare le sue canzoni, il genere che propone si avvicina più ai artisti folk, mi viene in mente la Bandabardò, ma ho un po’ perso le tracce del panorama musicale nostrano, sono sicuro che esistono esempi più calzanti.

Il video che posterò questa settimana è particolare: interamente girato a Cuba, vede un’artista di lingua francese parlare in spagnolo senza quell’accento sgesge che li sgama ovunque appena aprono bocca.

Che poi è la ragione per cui l’agente segreto più famoso della storia del cinema è inglese. Se fosse stato francese lo avrebbero catturato dopo cinque minuti dalla sua prima apparizione.

Vabbè, in effetti è quello che succede appena arriva all’aeroporto di Kingston nel primo film, ma non sono mai stato in Giamaica, che ne so che i tassisti fuori dall’aeroporto non cercano di uccidere i loro passeggeri? In fondo quelli di Istanbul lo fanno, guidando come degli scellerati e senza tenere il volante. Meno male che quella volta ero seduto davanti, sennò adesso questa rubrica ve la scriverebbe mia madre, alla quale avrei lasciato il computer in eredità e che si sentirebbe in dovere di portare avanti il mio messaggio di amore e fratellanza, e tutte le settimane dovreste sciropparvi la playlist di Radio Freccia, che mia madre ascolta solo quello, e non dovrei lamentarmi, se ascoltasse Celentano sarebbe peggio.

Per esempio, i vostri genitori che musica ascoltano? Death metal? Jazz? Beniamino Gigli?

Mi piacerebbe fare un sondaggio, potete rispondermi sul blog o telefonarmi alle due del mattino, tanto sono ancora sveglio a giocare ai videogiochi.

Questa quarantena ci sta trasformando tutti in cosplayers di Drugo del Grande Lebowski.

Ma dicevamo di ZAZ. Cosa spinge una donna a farsi chiamare come un cattivo di Batman?

Ho indagato un po’ nella sua biografia, e l’unica cosa che sono riuscito a scoprire è perché parla bene lo spagnolo, ma di traumi infantili che possono averla portata a intraprendere una carriera segreta come supercriminale di Gotham City e tagliuzzarsi la faccia neanche un accenno.

Che poi se fossi un supercattivo americano avresti una lunga lista di ottimi maestri da cui attingere: Hannibal Lecter, Donald Trump, Justin Bieber, McDonalds, la pizza all’ananas, per citare solo i primi che mi vengono in mente; ma la Francia non ha questa tradizione così radicata di personaggi malvagi, il peggio che è stata capace di produrre è stata il maresciallo Pétain. I francesi al massimo riescono a risultare antipatici, cosa che da questa parte delle Alpi non dimentichiamo mai di sottolineare, ma malvagi proprio no. E senza un vero cattivo ti manca il substrato adatto per creare un eroe credibile. Chi potrebbe essere Batman in una Gotham City francese, dove bande di teppisti coi baffetti trattano con superiorità i cittadini terrorizzati fuori dalle boucheries? Vincent Cassel?

Senza contare che, nazionalisti come sono, non accetterebbero mai che il protettore dei patrii confini porti un nome anglofono, come tutti i supereroi più famosi vengono chiamati nel mondo. E come potrebbe chiamarsi un Batman francese? L’homme chauve-souris? Dai, ti ammazza tutta la tensione!

I fumetti prodotti in Francia non aiutano granché, da questo punto di vista: se penso a un supereroe locale, la figura che ci si avvicina di più è Obelix, caduto da piccolo nella pentola della pozione magica, e da allora dotato di una forza sovrumana. Praticamente Hulk coi pantaloni ascellari.

Il casino dei francesi è che la gran parte degli eroi che meglio potrebbero ergersi a protettori della città, parlano francese, ma sono belgi. Tintin, Blake & Mortimer, Lucky Luke, perfino i Puffi, in caso di pericolo, non andrebbero in giro a pattugliare le strade di Parigi, ma casomai quelle di Bruxelles, o di Liegi, se sono supereroi che tifano Vallonia. E secondo me fra i Puffi questa divisione esiste eccome, il Puffo Quattrocchi è senza dubbio uno che al referendum per dividere il Paese avrebbe votato a favore.

E se parliamo dei Puffi non posso non citare le varie teorie cospirazioniste che li accompagnano da quando è nato l’internet. Nel corso degli anni sono stati considerati un mezzo di propaganda camuffato da prodotto per ragazzini, attraverso cui far passare ogni genere di messaggio: da chi li accusava di essere comunisti a chi sosteneva che rappresentassero il Ku Klux Klan. In realtà i Puffi sono alieni, insediatisi segretamente nelle aree agricole del mondo; il loro piano è diabolico ed efficace: occupare i campi e le fattorie dà meno nell’occhio che bombardare New York, e metterebbe in ginocchio i terrestri in un paio di settimane al massimo, giusto il tempo di fargli esaurire le scorte alimentari.

E basta, ci vediamo la prossima puntata, quando vi farò ascoltare una canzone che devo ancora decidere quale sarà. Buon 25 aprile a tutti.

(continua)

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