la privazione del sonno come metodo di interazione sociale

Scrivo questo post dopo l’ennesima notte passata a dormire poco e male, quindi scusatemi in anticipo se i miei pensieri risulteranno slegati. Anche quando scrivo dopo una bella nottata riposante i miei pensieri risultano slegati, ma in quel caso la scusa è che voglio essere creativo.

Io non lo so come fanno quelli che hanno dei bambini piccoli che li tengono svegli per mesi a non finire nei casellari giudiziari, a me basta un cane e una moglie quando devo fare il turno di mattina per invocare apocalissi, e anche se alla fine trattengo la mia furia omicida mi resta addosso una sete di sangue da film di vampiri, e cerco di sfogarla infilandomi puntualmente in risse verbali con chiunque.

Questa settimana ho già litigato con entrambi i miei genitori, non simultaneamente sennò era troppo facile, e con una decina di sconosciuti pescati a caso su Twitter. Poi un’amica mi ha detto di avere fatto una pazzia dal parrucchiere, l’ho guardata, era identica a prima, le ho chiesto cos’avesse fatto di preciso; mi ha spiegato che dopo averci pensato a lungo ha deciso di tagliarsi i capelli cortissimi. L’ho guardata ancora con più attenzione, ma i suoi capelli erano sempre lunghissimi, tipo oltre le spalle, che per me sono lunghissimi. Le ho chiesto se stesse effettivamente parlando dei propri capelli, quelli che porta in testa e non di altri peli che le crescono altrove, certe volte ci si confonde, specialmente se parli delle lingue in cui tutto l’ambito tricologico di una persona si chiama con lo stesso nome, tipo in inglese peli e capelli si chiamano “hair”, in spagnolo “pelo”; la mia amica non è né inglese né spagnola, ma magari voleva tirarsela di essere poliglotta, ho una collega che dopo lunghi studi è riuscita a prendere il livello base di spagnolo e adesso non perde occasione di usare tutte e 200 le nuove parole che ha imparato.

La mia amica mi ha mostrato che per la prima volta ha tagliato i capelli di 5-6 centimetri, pronunciati con un sacco di punti esclamativi, invece del solito uno, unoemezzo. Una pazzia, ha ripetuto.

Le ho elencato le sole condizioni ammissibili per cui una visita al parrucchiere può essere definita una pazzia:

  1. Un taglio di almeno 20 cm;
  2. Una vistosa rasatura sulle tempie tipo Natalie Dormer in Hunger Games o un autista di Bartolini;
  3. Un tatuaggio sulla faccia come Tyson. Lo fanno anche i cantanti di trap, ma per me trap è un allenatore di calcio, e il trapper un cacciatore di pellicce americano, e tutte le volte mi confondo;
  4. Un taglio qualsiasi che paghi più di 40 euro.

Ne è nata una discussione alla quale ho più che altro fatto presenza perché stavo ancora pensando a Natalie Dormer. Perché non ha fatto più film? Perché non ha fatto più film in cui compare nuda?

Per questa ragione non so se l’ultimo episodio possa essere effettivamente omologato come scontro dovuto alla carenza di sonno, ma la giornata è lunga e le persone con cui devo avere a che fare oggi sono molte.

Non è bello che succedano queste cose, possono anche avere effetti deleteri sulla vita delle persone, almeno quanto il consumo di sigarette o votare Lega. Credo che bisognerebbe considerare l’aver dormito poco come un valido motivo per mettersi in mutua, e nello stesso decreto per favore aggiungiamoci l’obbligo di erogare un caffè degno di questo nome dalle macchinette, che se volevo che la mia bocca sapesse di bitume mi sarei fermato in autostrada a dare una bella leccata all’asfalto.

E dimmelo, dai, lo so che ci tieni

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