Centotre-e-tre n.24: la haine

Riassunto delle puntate precedenti:

Introduzione
Bruno Lauzi – Garibaldi Blues
Peggy Lee – Why Don’t You Do Right?
Tony Bennett & Lady Gaga – The Lady Is A Tramp
Joni Mitchell – Chelsea Morning
Neil Young – Cortez The Killer
Banda El Recodo – El Corrido De Matazlan
Los Cuates de Sinaloa – Negro Y Azul: The Ballad Of Heisenberg
Los Tucanes de Tijuana – El Chapo Guzman
Cholo Valderrama – Llanero si soy llanero
Celia Cruz – La Vida Es Un Carnaval
Duke Ellington – The Mooche
Renato Rascel – Romantica
Igor Stravinskij – Pulcinella Orchestral Suite – Part I/III
David Bowie – Pablo Picasso
Prince – Cream
Wu-Tang Clan – C.R.E.A.M.
Frances Yip – Green Is The Mountain
VIXX – Error
Ili Ili Tulong Anay – Mvibe
Mahani Teave & Viviana Guzman – Flight Of The Bumblebee
Martina Trchová – U Baru
ZAZ – Qué Vendrá
Incubus – Megalomaniac
Cartola – Alvorada

Nella puntata scorsa ho accennato al mago Merlino, e al fatto che mi avrebbe garantito un collegamento con un’infinità di brani di musica prog-rock, ma siccome il prog non lo ascolta nessuno ho preferito servirmi di altri agganci più orecchiabili.

Dopo dieci minuti dalla pubblicazione ho cominciato a ricevere messaggi sul telefono, email, commenti, da ogni angolo del pianeta, e tutti avevano in comune la parola ‘stronzo’.

È lusinghiero scoprire di avere tanti lettori, ma inutile, perché praticamente tutti quelli che mi hanno scritto dichiarandosi lettori del Pablog hanno anche specificato che dopo quello che ho scritto la volta scorsa non mi leggeranno mai più.

Erano tutti appassionati di musica prog, gente che non si alza dal letto prima che la sveglia sul telefono non abbia finito l’assolo di tastiera di Firth Of Fifth, quindi non si alza mai. Erano tutti indignati dalla mia mancanza di rispetto, e mi hanno promesso quasi tutti di farmela pagare, regalandomi cidi delle Midas Fall o abbonamenti alla rivista principe del settore, Prog.

Rivista che, peraltro, premia ogni anno i migliori esponenti del genere, ma non li invita a suonare “sennò la premiazione dura tre settimane”.

Il capobanda, il più accanito fra i miei detrattori, è stato ovviamente Marillillo, un mio amico talmente ossessionato dal prog da avere costretto la sua famiglia ad accompagnarlo ogni anno a Toronto alla convention internazionale dei fans dei Marillion, dove un sacco di uomini tormentati dalla calvizie indossano magliette a tema fantasy e si scambiano opinioni di quarantacinque minuti ciascuna su un dettaglio della copertina di Script For A Jester’s Tear.

Marillillo si è offeso tantissimo, e mi ha rinfacciato di quella volta che siamo andati insieme a vedere i Marillion a Verona e invece di lodare le pazzesche doti della band mi sono messo a perculare il bibitaro che ripeteva, sempre con la medesima intonazione, “birra ragazzi birra?”.

Marillillo mi ha ricordato che se non era per lui non avrei mai scoperto Fish, l’ex cantante dei Marillion, uno scozzese di due metri e mezzo con delle mani che non gli permettevano di suonare nessuno strumento senza sfondarlo, ma che gli hanno garantito un posto da cantante quando ha iniziato a prendere il resto della band a scopaccioni, e non avrei mai partecipato al suo concerto di Vigevano, dove siamo stati mangiati vivi dalle zanzare, o a quello di Genova, dove il cantante non ha neanche suonato perché gli è andata via la voce, o a quell’altro sempre a Genova dove sono rimasto seduto a impedire a sua moglie di buttarsi in mare per la noia. La moglie, ovviamente, era quella di Marillillo, dato che quella di Fish si è rotta le balle molto prima e l’ha mollato.

Anche la moglie di Marillillo voleva andarsene, ma poi chi avrebbe riportato a casa suo marito, visto che la macchina la guidava lei perché lui sta alla guida di un’auto come i Dyonisos a quella di un aquilone? Io no di certo, che da un’ora me ne stavo seduto un po’ sul coglione sinistro e un po’ sul destro e rimpiangevo di non avere approfondito l’amicizia con quella ragazza bruttina che aveva recuperato due biglietti per il Freddie Mercury Tribute e mi aveva implorato di accompagnarcela. Magari col tempo avrei imparato ad apprezzare il suo aspetto da artropode e quel suono acuto che emetteva quando faceva vibrare le lamine all’interno del suo organo stridulatore, e chissà, un giorno mi sarei trovato a tenerle le mani e guardarla teneramente negli occhi mentre sul palco davanti a noi Adam Lambert faceva scempio delle canzoni dei Queen e gli altri tre stronzi si sfregavano le mani pensando alle royalties.

Ma l’odio non è arrivato solo dalle email acide di Marillillo: il presidente dell’Associazione Italiana Giochi Di Ruolo E Più In Generale Giochi In Scatola Tranne Monopoli Risiko E Cluedo Che Li Schifiamo Ma Comunque Principalmente Giochi Di Ruolo, mi ha telefonato per minacciarmi. Ha detto che il mio articolo ha riacceso antichi pregiudizi sulla musica prog, tipo che è noiosa e piace solo a uomini single dalla scarsa propensione all’igiene personale, e che ciò ha minato uno dei pilastri su cui si regge l’intera comunità dei giocatori di ruolo e più in generale da tavolo tranne monopoli risiko e cluedo ma comunque principalmente di ruolo, i quali adesso possono solo contare sulle recensioni positive dei fans di Tolkien e del fantasy in generale che comunque è per tre quarti composto da imitatori di Tolkien, perché La Spada di Shannara è roba che piace solo ai frolli, tipo quelli che ti dicono che leggono un sacco di libri e poi hanno tutta la produzione di Wilbur Smith e Ken Follett.

Ha detto che i pregiudizi verso la sua associazione sono aumentati e adesso per colpa mia non riesce più a rimorchiare su Tinder, al punto di essersi ridotto a togliere dalle foto profilo quella che lo ritrae a Lucca Comics vestito da He-Man.

Tutta quest’aggressività nei miei confronti mi ha convinto a correre ai ripari, ed è per questo che la puntata odierna di Centrotre-e-tre parlerà di musica prog.

Non è una forzatura, ma un passaggio naturale: avrei voluto raccontare che il regista di Cidade de Deus ha diretto anche The Two Popes, il film su Ratzinger e Bergoglio prodotto da Netflix, e grazie al contributo papale avrei pubblicato un video di musica sacra, sbrodolando anche un po’ sui vantaggi di scegliere la religione cattolica invece dell’induismo, che di questi tempi è meglio arruffianarsi i poteri forti, e francamente non so che aiuto potrebbe darmi un dio con la testa di elefante, mentre uno con la testa triangolare puoi sempre tenerlo in macchina, dovessi bucare una gomma.

Volevo mostrarmi amico della comunità cristiana e magari tendere la mano a quel mio amico focolarino che da anni ha smesso di parlarmi, ma mi rendo conto che ci sono delle questioni più urgenti che richiedono la mia attenzione, quindi invece di agganciarmi al regista di Cidade de Deus, sfrutterò il 18 maggio 2002, data della presentazione del film al festival di Cannes.

E lo sapete cos’altro è successo il 18 maggio? Sono partito per il servizio militare, nel 1993, ma a parte quello, che francamente che canzoni potrebbe suggerire? Prima Guardia dei Litfiba? Ma per favore.

No, il 18 maggio è anche il compleanno di Rick Wakeman, lo storico tastierista degli Yes, e quella che segue è una masturbazione di 22 minuti che non ci penso neanche ad ascoltare perché in 22 minuti posso guardarmi un episodio intero del Monty Python’s Flying Circus.

Alla prossima!

(continua)

E dimmelo, dai, lo so che ci tieni

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