Io scusate ma a questo punto mi sento in dovere

Io scusate ma a questo punto mi sento in dovere di dire una cosa a quelli che magari è lunedì pomeriggio e hanno già finito di lavorare, che magari son di quelli che lavorano la mattina e poi si ritrovano col pomeriggio libero che avevano già programmato di non fare niente, che magari volevano approfittarne per andare dal barbiere marocchino fuori dal lavoro che è così bravo e limarsi un po’ quella roba in testa che sta cominciando ad assumere una forma un po’ da dipinto surrealista, ma che magari la loro moglie gli ha ricordato che hanno comprato tipo mezzo chilo di carne per fare il bollito e se non ci si mettono dietro gli va a male e allora magari dal barbiere marocchino fuori dal lavoro ci possono andare il giorno dopo, e allora magari hanno programmato di tornare a casa, mettere su il bollito e intanto che cuoce quelle tre ore farsi una bella partita alla playstation e finire Uncharted 4, che fra tutti gli Uncharted è quello migliore più per la grafica che per la storia e il tipo di gioco, che alla fine tutti e quattro sono sempre uguali, ti arrampichi, ammazzi della gente, risolvi degli enigmi che ci riuscirebbe anche il mio gatto, ti arrampichi su cose che si rompono e resti appeso per un pelo, verso la fine viene fuori un elemento soprannaturale che per ammazzarlo devi sparargli un po’ più a lungo, e poi finisce. E io sono arrivato al punto in cui si intuisce che potrebbe esserci un elemento soprannaturale, quindi immagino che.. no aspetta, stavo parlando di voi, che magari siete arrivati giusto a quel punto del gioco in cui intuite che potrebbe venir fuori un elemento soprannaturale e allora vi siete fatti l’idea di trovarvi verso la fine del gioco, ma non avete ancora guardato su Google e quindi non ne siete così sicuri, ma nel dubbio avevate programmato di passare il pomeriggio a giocare, o almeno finché non fosse tornata a casa vostra moglie, che magari è andata a Milano per lavoro e quindi non arriverà alle sette come al solito, perché magari siete di quelli che la moglie gli torna a casa alle sette, e in funzione di questo rientro inusuale al tran-tran coniugale avete pensato di approfittare e accelerare la parte videoludica della vostra giornata per arrivare in fondo a questo gioco e poterlo magari disinstallare e dedicarvi a qualcos’altro, ma non sapete bene cosa perché magari anche voi siete di quelli che hanno sottoscritto un abbonamento che mette loro a disposizione qualche centinaio di giochi e si sa che quando hai tanto da scegliere finisci per non scegliere niente e spiluccare, succede coi giochi ma anche col cinema e con la musica, e se siete particolarmente dotati di autostima e cazzi grossi anche con le ragazze, ma quello è un mondo che ho frequentato troppo poco per potermi esprimere con cognizione di causa quindi passo oltre. Magari succede che prima di mettervi a giocare volevate preparare il bollito, che ci mette ore a cuocere per garantire un brodo davvero gustoso che potrete conservare e utilizzare un’altra volta per farci dentro i tortellini se volete mangiare italiano, oppure come base per l’hot pot se volete accontentare l’altra metà della coppia, perché magari siete di quelli che si sono sposati una ragazza cinese, e metà dei loro pasti è composta da piatti asiatici, e l’hot pot è una di quelle cose che quando fuori fa freddo sono buonissime da mangiare, e se sono fatte con un brodo di carne fatto come si deve sono ancora migliori, e siccome questa è una regola che dovrebbe valere in ogni coppia perché fa funzionare meglio la relazione magari avete pensato di dedicarvici con dedizione, e avete deciso di giocare solo una volta che il vostro bollito fosse stato avviato, o come si dice da queste parti, inandiato. Solo che magari eravate appena tornati dal lavoro, dove avevate mangiato solamente un po’ di riso col brodo avanzato dalla cena precedente, e quindi magari avete anche un po’ di fame, e magari ieri siete andati a fare la spesa e vi siete portati a casa il classico strappo alla regole dalla vostra dieta sana ed equilibrata, e questo strappo alla regola è un salame di Varzi al barbera che aiutami a dire madoonna che buono con due o perché una sola non rende l’idea di quanto sia buono, e magari aprire il frigo per prendere gli ingredienti per il bollito magari vi ha messo faccia a faccia con quel salame lì e allora magari avete tirato fuori dal congelatore due panini, perché magari siete di quelli che i panini li comprano a chili e poi li congelano e se li mangiano caldi uno alla volta, e avete pensato che un panino bello caldo e croccante ripieno di fette di salame di Varzi al barbera sarebbe stato un ottimo modo per passare il tempo, e così ve lo siete preparato intanto che facevate il bollito, ma quando il panino era pronto e vi siete seduti a tavola per mangiarvelo vi è caduto l’occhio su quella bottiglia di cannonau che avete aperto ieri sera e di cui avete già asportato metà del contenuto per accompagnare la cena gustosa da cui, ricordo, avete avanzato un po’ di brodo che avete utilizzato per il pranzo di oggi al lavoro, e oggi al lavoro sarebbe stato bello finire il brodo e il riso e la carne e le verdure avanzati accompagnando il tutto col resto della bottiglia di vino, ma nell’azienda in cui fingete di lavorare non è permesso portare alcolici, e quindi adesso magari vi trovate con un panino gustosissimo davanti e mezza bottiglia di ottimo cannonau Cantina Santadi che vi guarda dal tavolo e vi chiede cosa state aspettando, e voi vorreste risponderle che state aspettando vostra moglie, ma in realtà neanche lo sapete a che ora arriverà vostra moglie, e avete fame, e adesso che avete davanti agli occhi bottiglia e panino avete ancora più fame, e allora sai che c’è, magari decidete che quella bottiglia merita di essere riaperta per accompagnare il vostro panino.

Poi magari succede, perché succede sempre quindi è molto probabile che sia successo anche a voi, che il panino finisce quando il bicchiere di vino è ancora a metà, e allora sorge in voi quel dubbio che sorge a chiunque nelle stesse condizioni: che faccio, finisco il bicchiere e buona lì o mi faccio un altro panino?

Non è una domanda semplice, e se andate a consultare i testi di filosofia scoprirete che questa domanda è già stata posta molte volte, sebbene in forma diversa, perché nei circoli di filosofia quando si ponevano le domande che si sapeva sarebbero finite nei libri di testo si badava molto a porre delle domande dalla caratura più elevata, e allora invece di salame e vino si usavano termini come coscienza e senso della vita, ma se andaste a consultare dei libri di economia vi accorgereste che la stessa domanda è stata posta anche lì, ma per la stessa ragione dei filosofi anche fra gli economisti si è badato a mimetizzare la domanda sotto uno strato di concetti difficili come bisogni primari e andamento di mercato.

Noi invece che siamo fra amici e non dobbiamo fare la gara a chi ce l’ha più lungo possiamo parlarci chiaro e senza tante menate e dirci in tutta sincerità che l’unica risposta possibile è mi faccio un altro panino, in culo alla promessa di mangire meno carboidrati e possibilmente anche meno insaccati, che poi magari siete di quelli che in ogni caso hanno ridotto di molto il consumo pro capite di focaccia e state mangiando un casino di salame solo perché magari vostra moglie nel suo ruolo di donna in carriera è tornata dalla Polonia con una borsa di insaccati polacchi che magari non influenzano granché la sua carriera ma hanno un effetto importante sul vostro girovita, ma a parte quello non siete così viziosi e quindi magari vi potete raccontare che un altro panino stavolta non sarà questa grossa eccezione alla regola, e quindi magari ve lo preparate, cadendo così nell’altra metà del trappolone, che scatta quando finite il bicchiere di vino e vi ritrovate con ancora mezzo panino in mano.

Ed è qui che arrivo al punto introdotto fin dal titolo di questo post e vi lascio con un consiglio che sono sicuro che vi tornerà utile se doveste trovarvi in una situazione che a me non è mai capitata ma che posso facilmente immaginare essendo io dotato di una fantasia fervida e una forte empatia verso categorie di persone meno fortunate di me: se doveste trovarvi un giorno con mezzo panino al salame al barbera in mano e un bicchiere vuoto davanti e l’ultima parte di una bottiglia di cannonau Cantina Santadi aperta, assicuratevi che il bicchiere sia molto piccolo, così da poter accogliere solo una piccola parte del contenuto della bottiglia, sufficiente a terminare il panino che state mangiando e lasciandovi così il tempo di giocare un po’ con la playstation prima dell’arrivo della vostra consorte, e lasciando il resto della bottiglia a disposizione per futuri bagordi, perché se il bicchiere è troppo ampio potrebbe capitare che nel versare il vino ne restasse giusto meno di un dito nella bottiglia, e lo sanno tutti che meno di un dito non è una quantità da lasciare nella suddetta bottiglia, che lo spirito del nonno ubriacone si rivolterebbe nella tomba, e non dite di no, perché tutti lo abbiamo avuto un nonno ubriacone, ubriacone è già incluso nella parola nonno, d’altronde come altro potrebbe diventare un nonno che avesse voi per nipoti, dai, siamo onesti, amici sì ma scemi no eh.

Quindi mi raccomando, se il bicchiere è ampio abbastanza da contenere quasi tutto ma non tutto tutto il vino non cadete nell’errore di rimettere il tappo alla bottiglia che a quel punto conterrebbe solo il vino sufficiente a essere definita non piena, non vuota, ma sporca con un po’ di fondo, e nessuno ama bere da una bottiglia sporca ma con un po’ di fondo, e quindi finireste per buttare via quel poco vino che ancora è rimasto, che magari non sarà il vino sardo più buono del mondo, ma è comunque un cannonau più che dignitoso che non merita di finire nello scarico, e voi lo sapete, quindi se doveste trovarvi nella condizione di scegliere se sacrificare il fondo della bottiglia o il vostro fegato sono sicuro che scegliereste il secondo e quindi finireste per finire la bottiglia riempiendo il bicchiere fino all’orlo, e bevendo con attenzione quanto basta per completare il travaso dalla bottiglia, e poi vi mettereste lì con dedizione a finire quella quantità vergognosa di vino senza neanche più l’ausilio di un terzo panino col salame, giusto un pezzo di parmigiano per gradire, due fette di salame polacco per gradire, un altro pezzo di parmigiano per gradire, qualunque cosa appena appena salata per gradire fosse anche un pacchetto di piselli secchi aromatizzati all’aglio o i biscotti alla cipolla per gradire che avete comprato al supermercato cinese per gradire che non avreste mangiato neanche sotto tortura per gradire e invece sono inaspettatamente buoni ma magari non legano tanto con questo vino, ma oramai è andata, fammi causa cazzo vuoi.

Ecco, per concludere, il mio suggerimento è di dotarvi sempre di bicchieri molto più piccoli o bottiglie molto più grandi, oppure di non avere un gioco da finire sulla playstation, o il rischio di ritrovarvi a scrivere su un blog invece di sparare a dei tizi in mezzo alle rovine di un’antica città pirata sono molto alti.

E comunque se mentre scrivete avete su l’ultimo disco di Arlo Parks viene tutto meglio.

E dimmelo, dai, lo so che ci tieni

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