centotre-e-tre n.14: la morte viene silenziosa come un’alce

Riassunto delle puntate precedenti:

Introduzione
Bruno Lauzi – Garibaldi
Peggy Lee – Why Don’t You Do Right?
Tony Bennett & Lady Gaga – The Lady Is A Tramp
Joni Mitchell – Chelsea Morning
Neil Young – Cortez The Killer
Banda El Recodo – El Corrido De Matazlan
Los Cuates de Sinaloa – Negro Y Azul: The Ballad Of Heisenberg
El Chapo Guzman – Los Tucanes de Tijuana
Cholo Valderrama – Llanero si soy llanero
Celia Cruz – La Vida Es Un Carnaval
Duke Ellington – The Mooche
Renato Rascel – Romantica
Igor Stravinskij – Pulcinella Orchestral Suite – Part I/III
David Bowie – Pablo Picasso

Il 2016 è stato un anno che ha visto andarsene molti personaggi importanti, da Muhammed Ali a Dario Fo, e speriamo che la lista non prosegua, perché gran parte del mio olimpo musicale, cinematografico, sportivo e letterario comincia ad avere una certa età, e ci sono ancora due mesi da far passare.

La botta più forte l’ho ricevuta il 10 gennaio, quando se n’è andato David Bowie.

Uno che se avessi dovuto fare una lista di cinque musicisti che amo avrei dovuto mettercelo dentro, e se l’avessi fatta delle cinque persone a cui vorrei assomigliare avrei dovuto mettercelo di nuovo (anche se non al primo posto, perché in cima c’è lo zio Bill), e credo che avanti a liste di cinque il nome di David Bowie sarebbe ricomparso più spesso di altri.

Mi ha fatto malissimo.

Questa puntata di centotre-e-tre la voglio dedicare a lui, e a tutti quelli che se ne vanno.

L’unica principessa possibile

Se non sei un fanatico religioso accettare la fine della vita è, di solito, piuttosto difficile. Non ti puoi rifugiare dietro il fatalismo e la convinzione che continuerai a esistere da un’altra parte, dove è tutto bello e luminoso. Anche perché, qui nel mondo dei vivi, i luoghi di rappresentanza di quell’aldilà così figo sono freddi, bui, e hanno delle panche scomode su cui stare seduti. E durante la funzione passa qualcuno a chiederti di buttare monetine in un sacchetto.

Se tanto mi dà tanto il Paradiso dev’essere gestito da affittacamere pedofili.

L’altra versione del trapasso, quella scientifica, ci insegna che siamo fatti di atomi. Quando moriremo la nostra materia si trasformerà in qualcos’altro, gli atomi andranno ad ammassarsi in forme differenti, e qualcosa di noi continuerà a esistere, seppure con meno possibilità di rimorchiare ragazze.

Visti i miei standard attuali non farà molta differenza, presumo.

Siamo coscienze portate a spasso da materia deambulante, passeggeri temporanei dei nostri stessi corpi. Morire dovrebbe essere una formalità, eppure continuano a girarci le balle ogni volta che ci guardiamo allo specchio e notiamo una ruga in più.

Perché essere vivi.. per faticoso e doloroso e deprimente e inutile che sia.. nessuno ci ha dimostrato che l’alternativa sia meglio, ecco.

La notizia della morte ci arriva come un monito: stavolta te la sei cavata, ma non sarà sempre così.
A ferirci non è il pensiero che quella persona ha smesso di fare le cose che le piacevano, è più l’idea che noi non potremo più godere di ciò che di quella persona amavamo. È un dolore egoista, e infatti, per quel che ne possiamo sapere, a quella persona di finire sottoterra non frega granché. Magari non vedeva l’ora di sparire, che ne sai.

Non fa male non fa male non fa male

Non fa male non fa male non fa male non fa male

Dovremmo lavorarci su questa visione egocentrica dell’esistenza, ci porta un mucchio di problemi di cui neanche ci rendiamo conto.
Potremo dirci guariti dal nostro problema solo quando riusciremo ad accettare serenamente che David Bowie non scriverà più nessuna canzone, che Steve Dillon non disegnerà più fumetti, che Gene Wilder, Father Jack, C1P8, Alan Rickman, Bud Spencer..

Io voglio credere che questi personaggi ricchi e famosi abbiano trovato un modo per sparire, un’isola di Lost per celebrità, e abbiano finto la propria morte. Adesso sono tutti là a fare grigliate sulla spiaggia, a scrivere, recitare, suonare, godersela alla facciazza nostra. Ogni tanto qualcuno di loro muore per davvero, lo sotterrano e vanno avanti senza dire niente a nessuno.

Perché dai, siamo onesti, Prince? Ma come cazzo l’accetti la scomparsa di Prince?

(continua)

2 commenti

E dimmelo, dai, lo so che ci tieni

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