Ochei, ho pagato l’Esta, che sarebbe quella tassa che devi pagare se vuoi andare negli Stati Uniti per turismo, e insieme ho compilato il breve questionario che serve ai funzionari della dogana per inquadrarti meglio: “Vuoi venire negli Stati Uniti per commettere genocidi?”, “Sei appestato?”, “Hai intenzione di restare qui a fare un cazzo a spese dello stato?”, se rispondi no a tutte le domande puoi pagare quattordici dollari, ma ti avvisano che una volta arrivato là potranno decidere comunque di rispedirti a casa tua, metti che ti presenti alla dogana dell’aeroporto con una maglietta raffigurante la mamma del doganiere con un grosso vibratore fucsia infilato in gola. Non lo so dove l’hai comprata, ma hai l’aspetto di uno che potrebbe avercela una maglietta così, e metti che la stai indossando proprio il giorno del tuo arrivo al JFK. Potresti incorrere in fastidiosi grattacapi.

Io una maglietta così non ce l’ho, credo che ti lascerò sbrigare tutte quelle noiose formalità che richiedono le braghe calate e un guanto in lattice, e mi fionderò nella caotica vita della metropoli.

A New York voglio vedere:
* Il Flatiron Building * La casa di Martin Mystère * Il Palazzo della Marvel * Quello della DC * La panchina di Manhattan * Il ristorante dove pranza sempre Kingpin * La caserma dei vigili del fuoco di Ghostbusters * Il MOMA * La Statua Della Libertà * Il museo di Ellis Island * Il luna park fantasma di Coney Island * La portaerei, che va bene contro la guerra, ma un bestione così chi l’ha mai visto * Il graffito di Joe Strummer * La sede di Tumblr * Il Palazzo Di Vetro * Il Metropolitan Museum * Il più grande negozio di fumetti della città..

Insomma, per me New York è prima di tutto cinema, fumetti e cazzate, perciò voglio dedicare la mia visita a queste tre cose prima di tutto il resto. Poi certo, i musei, Les Demoiselles d’Avignon, dev’esserci anche un grosso Renoir in giro per la città, se non ricordo male. E a dirla tutta una sera suona pure B.B. King, e vuoi saltarti il re del blues? Però voglio fare il turista nerd nella città più nerd che conosco.
Accetto anche suggerimenti.

Io su feisbuc ci vado poco, che è già troppo considerato che mi ero cancellato; poi mi sono reiscritto perché gli amici, e i contatti, e insomma che son di nuovo lì, ma ci vado poco, così quando Alberto mi spedisce una di quelle catene stronze che di solito butto via non mi viene voglia di condividerla lì, dove finirei per alimentare una di quelle cose che detesto, ma si accende una lampadina nella mia stanza preferita, e finisco per tornare a scrivere sul blog, anche solo per stilare l’ennesimo piccolo elenco.
Stavolta si tratta di dischi, o come dice Alberto nella sua nota:

non necessariamente i più belli, non necessariamente i più amati, non necessariamente niente.
ma quelli che ci sono stati e che sono parti integranti di parti della mia vita, quelli che li senti e scattano odori, sapori, sensazioni. quelli che bastano anche solo poche note e va in moto la macchina del tempo. quelli che senza non sarebbe stata la stessa cosa, e dopo niente è più stato come prima.
non sono nemmeno tutti. sono i primi 25 che mi son venuti in mente, in ordine rigorosamente sparso, dettato dalle mie personalissime contorsioni sinaptiche.

In rigoroso ordine sparso non potrei non mettere l’album che comprai in Grecia, durante le mie prime vacanze da solo, in compagnia di un pope dark, in un piccolo negozio nel mercato delle pulci di Atene. Ogni volta che lo ascolto mi rendo conto che il tempo è passato veloce, e il pope dark ha una moglie e due bambini e non si veste più come un cretino. Ma soprattutto ha abbandonato quella ridicola pettinatura da Scialpi..

1. Jeff Buckley – Grace

Poi ci sono i bei tempi della radio, Salviamo Il Salvabile coi tre lassativi, che eravamo io, Andrea e Matteo, e qualche volta capitava anche Umbe in anticipo per la sua trasmissione metal e si spacciava per il signore con le noci in bocca. Ci sono tantissimi dischi che mi rimandano a quel periodo, fra quelli che mi compravo, quelli che trovavo lì e quelli che portavano gli altri. Quello che ho scelto è stato particolare, sono andato anche a vedermelo dal vivo in un concerto stupendo..

2. The Cure – Wish

 


Altri tempi e altri amici, sebbene questo particolare amico fosse anche un occasionale visitatore della radio. Il gruppo che segue me l’ha praticamente presentato lui, ed è diventato uno dei pilastri, anche e soprattutto nei momenti difficili. Glielo dedico volentieri, come gliel’ho dedicato senza dirglielo mille volte, durante gli anni in cui ci siamo persi di vista.

3. CSI – In Quiete

L’ultimo (che credevate, che ne avrei davvero pubblicati 25?) è per la persona che da quattro anni e passa sacrifica il proprio equilibrio interiore per riparare al casino che ogni giorno le lascio in casa, che raccoglie i miei vestiti dal divano, che mangia le porcherie che le preparo, che sopporta i miei ritardi costanti, le mie distrazioni eterne, che ogni giorno penso che prima o poi mi caccerà di casa, ma che ogni sera prima di addormentarsi mi cerca la mano, e di cui non saprei più fare a meno. Questa è per il suo compleanno, che ormai è arrivato.

4. Los Fabulosos Cadillacs – Fabulosos Calavera 
 

Una mia amica ha chiuso il blog perché si è innamorata.
Io stasera per la stessa ragione ne aprirei altri cento, e ci metterei una
certi l'estate ce l'hanno dentro foto, e l’odore della legna, e i peli di gatto sul suo cuscino, una canzone ascoltata per strada, i colori accesi di uno stadio, un petalo di girasole, il tappo di una bottiglia di rum, la fatica di un sentiero che si arrampica su una scogliera, il belato di una capretta, le briciole della torta, il primo fiocco di neve, il calore della stufa, una mappa dell’Europa, la copertina di Ratman, una penna biro, la custodia di un cidi ancora sigillata, il cursore sul monitor di una pagina di word, il vento in cima a Monte Reale, la suoneria del cellulare, il profumo di inchiostro di un libro nuovo, il clic di una vecchia macchina fotografica, una coperta di lana, una sedia che cigola, una trottola di legno, un riccio di castagna, l’impronta di un orso, la stagnola della cioccolata, i suoi occhi grandi.

La mia decisione di isolarmi dalle brutture del mondo è stata messa a dura prova da una lettera anonima che ho ricevuto questa mattina dal postino. Non c’era l’indirizzo, non c’era la firma in fondo, unico indizio un foglio di carta intestata cancellato a pennarello nero.
Due righe per invitarmi a riprendere in mano il blog.

lettera anonima

Non so chi si celi dietro questa misteriosa sigla, ma ammetto che la cosa mi ha fatto piacere, e che ci penserò su.

Per il momento non intendo rimettermi a scrivere per i seguenti validissimi motivi:

 

  1. Non ne ho voglia
  2. Non ho tempo
  3. Sono scazzato
  4. Voglio mettermi a disegnare fumetti
  5. Sto ascoltando Miles Davis
  6. Non ho ancora deciso cosa farò da grande
  7. La mia fidanzata non mi vuol vedere sempre davanti al pici
  8. Ho il frigo vuoto
  9. Ho perso la direzione non trovo la via