Mentre su Ronco Scrivia calano le prime ombre della sera un coro di sirene rompe la quiete, e una squadra di poliziotti in assetto da combattimento irrompe nel mio giardino.

Il detective mi si para davanti, enorme, e il tanfo del suo sigaro mi fa bruciare gli occhi. “E’ lei il signor Renzi?”, mi chiede. Gli rispondo di si, e lui mi mostra un mandato di perquisizione. Sono rovinato, penso, non avrei mai dovuto visitare quel sito www.donnegiapponesinudeeopossuminatteggiamentiequivoci.com. E ora come farò a spiegarlo alla mia fidanzata? Che vergogna!
Il detective mi indica un lenzuolo steso in giardino, cui non avevo fatto caso. Alcuni poliziotti lo stanno circondando con striscie di plastica gialla polislaindunotcros. “Cosa c’è lì sotto?”, chiedo ingenuamente. “C’è un omicidio, lì sotto”, mi risponde avvicinandomi il sigaro alla faccia, ed è sufficiente a farmi sbiancare. Poco però, che un’accusa di pornozoofilia sarebbe stata ben più imbarazzante.

Non si tratta di un omicidio qualunque, ci spiega il detective quando siamo tutti e tre seduti davanti a lui in salotto, io, El Bastardo e il Subcomandante. La vittima era molto conosciuta, un personaggio in vista nel mondo dello spettacolo, uno sulla scena da anni.
“Eccheccazzo ci faceva nel mio giardino?”, chiede il Subcomandante lasciando trapelare tutta l’antipatia che prova verso l’ordine costituito.
“E’ quello che stiamo cercando di scoprire”, fa il detective. “Evidentemente aveva dei rapporti con uno di voi tre, immagino qualcosa di illegale. Ma dev’esserci stato un problema, magari di denaro, ed è stato fatto fuori. E l’assassino è qui fra voi”.
“Ma si può sapere chi è?”, chiedo.
Il detective mi mostra un giornaletto che conosco bene. Il Subcomandante glielo strappa dalle mani con un’espressione sconvolta. “Pleimen? Avete trovato il cadavere di Rocco Siffredi nel nostro giardino?”, gli chiede.
“Quello era sotto la poltrona, dev’essere vostro. No, il morto è lui”, e tira fuori un altro giornaletto che conosco molto bene. Lo prendo io, il Subcomandante sfoglia la rivista con gli occhi a girandola. Sulla copertina di questo c’è l’immagine della vittima, coi classici pantaloncini rossi e i guanti bianchi. “Lui?”, “Lui”.
Il detective mi diventa all’improvviso familiare, vorrei chiedergli come sta il commissario Basettoni, ma mi interrompe: “Qui le domande le faccio io. Conoscevate la vittima?”.
“E chi non la conosce?”, rispondo. “Certo, da molti anni”, conferma il Sub, poi si volta verso di me e mi sibila “Con te facciamo i conti dopo, depravato!”. Anche El Bastardo dice di conoscerlo, benché nessuno di noi l’abbia mai visto con dei fumetti in mano.
Il detective vuol sapere se abbiamo mai fatto affari con lui, se ci sono mai stati problemi di denaro, e sia il Subcomandante che io restiamo leggermente interdetti, con lui direttamente no, ma con l’edicolante trattavamo regolarmente tutte le settimane, e questo a detta del detective è molto grave. “E cosa ne guadagnavate?”. “Beh, niente, si faceva per divertimento”. Si delinea una storia di tangenti pagate agli sgherri della vittima in cambio di prestazioni sessuali, e non c’è verso di spiegargli come funziona. Di certo la rivista pornografica non aiuta, e appena faranno una ricerca sul mio pici avranno di che sbizzarrire la fantasia.
Quando tutto sembra perduto El Bastardo ha un cedimento, scoppia a piangere e confessa. E’ stato lui ad ammazzarlo, in preda a un raptus omicida. L’ha visto gironzolare fuori dal cancello e gli è balzato addosso. Una volta compiuto l’insano gesto l’ha portato nel nostro giardino per cercare di seppellirlo, ma evidentemente qualcuno se l’è cantata con gli sbirri, che sono arrivati troppo presto. “Sarà stato il gatto grigio”, dice il Subcomandante fra i singhiozzi, mentre la polizia carica il luogotenente dell’Ejercito Cadigattista di Liberacion Nacional sul cellulare e se lo porta via.
Gli hanno dato trent’anni, ma l’avvocato pensa di riuscire a fargli avere la seminfermità mentale, e adesso con quest’indulto possiamo sperare di riaverlo fra noi in un paio d’anni. Il Subcomandante ha già attivato il Comitato Liberiamo El Bastardo, e sta cercando di scuotere l’opinione pubblica.
Coraggio El Bastardo, siamo tutti con te!

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