Image for Le pablog au cinèma: The Book Of Eli hits The Road

Una volta ho visto un film di cui avevo letto una bella recensione e sono andato a cercarlo dal mio spacciatore di film di fiducia, che è uno che siede sulla riva del torrente e aspetta che passi il cadavere del cagacazzi che scaricare i film è reato e se il mercato dell’home video è in crisi è colpa tua.

Era una specie di distopia con Keira Knightley, che è quella tizia finita nello schiacciatore di rifiuti della Morte Nera ma senza un comlink, dove ci sono questi ragazzi che vengono tenuti in un collegio e si capisce subito che c’è qualcosa che non va. La protagonista era una ragazza bionda, capelli lunghi, piuttosto carina, molto semplice, il tipo che potresti incontrare sull’autobus e farci due chiacchiere e poi tre figli.

un film veramente inglese con persone vestite veramente inglese

Qualche tempo dopo ho visto un altro film, leeeentoo, su uno che guida la macchina e bazzica la malavita e ad un certo punto si mette a frequentare la vicina di casa, che è la stessa attrice di prima, la bionda carina, ma non l’ho riconosciuta, si è tagliata i capelli, mi sono limitato a pensare accidenti che carina questa ragazza.

Poi forse non li ha neanche davvero tagliati, li ha infilati nella cofana.

Così sono andato a vedere che altri film aveva fatto, e ho scoperto di averla già vista in altre due pellicole, e di non averla mai riconosciuta, e mi sono recato di nuovo dal mio spacciatore di fiducia per procurarmi un altro suo film, e oggi l’ho visto.

Lei è Carey Mulligan, il film è Shame, adesso ve ne parlo.

C’è questo tizio glaciale, e difatti poi si scopre che era l’androide di Prometheus, che non sta bene, ha un problema, forse dovuto a un’infanzia difficile, forse ha perso i suoi genitori in un campo di concentramento nazista e gli sono usciti i superpoteri magnetici, non si sa, non lo spiega mai, fa solo vedere che ha un problema, e in seguito a quel problema rimorchia donne di continuo e se le tromba. E voi mi direte minchia, vorrei averlo io il suo problema, ma non è così facile, perché quando non rimorchia si arrangia per conto suo, ha la casa piena di riviste porno, il computer di casa e quello del lavoro traboccano di sesso, insomma, esattamente come voi e me, ma con una maggiore facilità nell’abbordaggio.

Un giorno torna a casa e trova Carey Mulligan sotto la doccia. Fine.

– Come fine? Finisce lì?
– No, non finisce lì, ma se tornassi a casa e trovassi la mia attrice preferita tutta nuda sotto la doccia non vorrei sapere come va a finire, chiamerei al lavoro e mi licenzierei e mi farei mantenere tutta la vita da un’attrice famosa che mi piace pure tanto e dedicherei il resto della mia esistenza a farle dimenticare il cantante dei Mumfordenson che oltretutto fanno pure cagare.
– Ma noi vogliamo sapere cosa succede dopo!

Va  bene, allora succede che lei è sua sorella, una di quelle che si cercano, che non hanno una casa, che vivono un po’ come capita, insomma, avete capito a chi mi riferisco, e gli chiede ospitalità, e a lui questa cosa dà fastidio, che di solito quando torna dal lavoro si mette comodo davanti al computer e si tira una raspetta, come fai se c’è tua sorella in casa? E difatti ad un certo punto lei lo becca in bagno. Aggiungi che la sera prima si è portata a letto il capo di lui, un personaggio che ci prova anche coi paracarri e va in bianco nove volte su dieci (ehi ma questo film parla proprio di noi!), non è proprio la famiglia Ingalls.

Siigh

Poi succedono altre cose, nello specifico nessuna troppo importante, ma che danno il tono a tutto il film e se fossi un critico parlerei di spirale di morbosità e malattia e dolore e vabbè, non sono un critico, la faccio breve, tanto volevo solo parlare di Carey Mulligan: il film mi è piaciuto, scorre bene, ha un bel ritmo, nonostante la trama non proprio vivace, e lei mi è piaciuta di più altrove, ma siccome ormai ho deciso di sposarla pianto lì di scrivere e vado a Venezia, che ieri c’era, magari deve ancora ripartire, le faccio sentire una cassetta maxell c90 di Salviamo il Salvabile, che è la trasmissione che conducevo con altri due eroi ai tempi delle radio libere, e quando parte la canzone di Rockie Robbins le infilo la lingua in gola.

Statemi bene.