Noto con dispiacere che Opera, il browser con cui ho deciso recentemente di viaggiare, non si trova a proprio agio con Splinder, e non riesce a visualizzare il pannello grigio con le dimensioni del carattere, l’impaginazione e il codice. Mi toccherà continuare a postare con ex-cesso-plorer e sperare che non mi si chiauda la pagina e mi mandi affanculo il lavoro.

Andiamo avanti, che la giornata di sole impone umori più positivi. Stamattina il raffreddore perenne, un gatto affamato e un cane agitato mi hanno costretto a una levataccia, dico, non erano neanche le nove! Tirati su, fai colazione e mettiti a far qualcosa, che domani il colonnello non abbia da rimproverarti.

E si perché in questo ponte primomaggiore i vertici dell’ECLN sono partiti per una missione nella città dove l’inverno è il più brutto d’Italia, e hanno lasciato armamentario e vettovaglie a totale disposizione del comandante sostituto: El Bastardo.

Che per fortuna è perennemente impegnato a cacciare ratti e mi lascia l’accesso al frigo, altrimenti avrei dovuto nutrirmi quattro giorni a croccantini.

Gli incarichi lasciati dal Subcomandante Marzia sono pochi ma perigliosi, si parla di ripulire le latrine della truppa e quelle del corpo ufficiali, di disboscare la vasta area denominata “la giungla giù di sotto” e quella più modesta ma parecchio più insidiosa chiamata “il giardino pieno di merda di gatto”. Inoltre avrò l’incarico di approvvigionare la base con acqua di fonte, raccolta in vetta, dove è più fresca. Che poi una volta portata a casa acquisisca la temperatura locale è irrilevante ai sensi della gloriosa impresa, che col suo fulgore e la sua gloria offuscherà quelle dell’esercito italico a Bengasi.

La giornata di ieri mi ha reso già parecchio, lasciandomi praticamente libero dalle incombenze e padrone incontrastato del mio cazzeggio, reale e virtuale. Quello reale per la verità si è limitato a scroccare qualche pranzo e partecipare alla serata Pizzard (pizza + Eddie Izzard) a casa di Siuìz, ma sul lato virtuale, ragazzi, quante soddisfazioni!

Mi sono preso un virus cercando di craccare l’ultima versione di un programma che presentava pochissime differenze con la versione precedente, ma vuoi mettere la soddisfazione di leggere ottantacinquepuntoquarantadue invece di puntoquarantuno?
Mi sono scaricato l’ultima puntata di Lost che devo tenere lì almeno fino a domani sera, sebbene abbia già visto che comincia con Jack che viene svegliato da una donna, e la cosa apra sconvolgenti rivelazioni sul futuro della serie, tipo chi è la donna, perché lo sveglia, perché lui stava dormendo, cosa stava sognando, avrà l’alito cattivo?
Ho scaricato le foto del Porale e devo ancora incollarle insieme in un’unica visuale panoramica dei monti sopra Ronco, ma come ho detto l’ultima versione del programma di cui sopra mi ha dato delle noie, e quella precedente, già installata da tempo e perfettamente funzionante, mi fa sentire un perdente e perdipiù vecchio, quindi aspetto di trovare altri software che mi restituiscano in altri campi quella sensazione di giovinezza e fichezza e alpassocoitempezza che mi spingano a rimettermi a lavorare.

Poi la truppa ha richiesto il mio intervento e ho dovuto piantar lì di cazzeggiare e liberare Mikowski dall’agguato tesogli dal sempre presente sempre bastardo Gattogrì, supportato nella sua losca impresa dal bieco Gattorosso Chetipicchia Apiunonposso. E’ stata la vedetta One Eyed Jack a richiamarmi al dovere, dall’alto degli spalti del giardino ha assistito impotente all’agguato, ed è venuto ad avvisarmi, essendo io in quel momento il più anziano in servizio. E si perché El Bastardo e Morelia Toñita De La Selva De Lacandona erano chissà dove, impegnati in chissà quale eroica missione.

Ho scoperto dopo che El Bastardo era dalla vicina a mangiare il nasello, e quella bagascia di Morelia di sopra a dormire. Dorme sempre quella, mi sorge il dubbio che prima di venire da noi fosse stata allevata da una famiglia di ghiri.

E basta, il mio tempo di cazzeggio volge al termine, altri faticosi compiti mi chiamano, è ora di tornare nell’agone.