È la giornata mondiale del libro, ieri era quella mondiale di qualcos’altro e domani sarà la giornata mondiale di non lo so ma sono sicuro che prima di stasera si inventeranno qualcosa, perché tutti i giorni dev’essere la giornata mondiale di qualcosa, si vede che sennò ci si annoia a pensare che è lunedì e basta, mentre invece se è la giornata mondiale di quelli che il lunedì ne hanno per le palle di andare a lavorare uno ci va più volentieri secondo la regola del mal comune mezzo gaudio, che poi per me è sempre stata mal comune mal comune, invece di lamentarmi da solo mi lamento guardando qualcuno che si sta lamentando davanti a me, però che bella soddisfazione di merda.

Ma poi chi è che decide che oggi è la giornata di questo e domani di quell’altro? Cosa c’è, un’associazione che si riunisce per deliberare queste cose? Tipo assemblea di condominio? Domani è la giornata mondiale della lotta all’aids, e mercoledì laviamo le scale. La giornata dell’aids l’abbiamo già fatta. Allora facciamo quella dei diritti dei bambini. Fatta pure quella. La giornata mondiale contro le scorregge in ascensore? Quella è ancora libera, facciamo quella. Io però se mercoledì laviamo le scale è un casino, che mi vengono i nipotini e lo sapete com’è, corrono su e giù tutto il giorno, finisce che quando vanno via sono più sporche di prima e abbiamo fatto il lavoro per niente. Se le lavassimo giovedì? Giovedì è la giornata mondiale della musica, andiamo a sentire Fedez che suona gratis. E che c’entra con la musica? Eh, lui è contrario e protesta così. Allora spostiamo la giornata delle scorregge a venerdì e le scale le laviamo domani. Io vorrei approfittare per dire alla Turlizzi del terzo piano che il suo cane abbaia tutta la notte.

Oggi è la giornata mondiale del libro, lo ha deciso l’UNESCO, così sapete anche a chi dare la colpa se non si festeggerà mai una giornata mondiale degli spaghetti aglio olio e peperoncino. Ha deciso che è oggi perché oggi nel 1616 sono morti Miguel de CervantesWilliam Shakespeare e Inca Garcilaso de la Vega.
Tu lo conosci Inca Garcilaso De La Vega? Senza andare a guardare il link, intendo. Sai cos’ha scritto? No, e non lo sa neanche l’UNESCO, voglio prendere il telefono e chiamare a caso un membro dell’UNESCO e chiedergli di citarmi il titolo di un’opera di Inca Garcilaso De La Vega, ma anche solo che mi dica che mestiere faceva, e vedere cosa mi risponde. Probabilmente “Who are you and who the fuck gave you my number?”, ma a parte quello ci scommetto che non lo sa nessuno, l’hanno aggiunto perché è morto lo stesso giorno di quegli altri due. Che poi quegli altri due sono solo l’autore di Don Chisciotte, visto che nel 1616 in Inghilterra stavano ancora al calendario giuliano, perciò il loro 23 aprile non era lo stesso che in Spagna, e se vi sembra poco andate a leggervi Il Pendolo Di Foucault, dove le differenze di calendario provocano più danni di quella volta in cui un inglese diede appuntamento a una francese al porto di Calais e si presentò con dieci giorni di ritardo e la trovò incinta di un marinaio e piena di un odio verso il popolo d’Albione che dura ancora adesso.

Quindi in pratica è la giornata mondiale del libro solo perché quel giorno lì è morto Miguel De Cervantes. Che allora potevate istituirla il giorno in cui è nato, no? Che faceva più allegria. Che infatti ci avevano anche provato a istituirla il 6 febbraio, ma quel giorno lì venivano ad aggiustare la grondaia che perde e la Villorio del quarto piano ha detto che in casa le è uscita tutta la muffa e questo mese si rifiuta di pagare l’amministrazione, e comunque il 6 febbraio non c’è niente da ridere.

E cosa si fa nella giornata del libro? Non lo so, io volevo regalare dei libri, ma questo comporterebbe uscire di casa e parlare con le persone, e poi che libro regalo? Il mio pare brutto, sembra di sfruttare un evento nobile per tornaconto personale, e io non sono un opportunista. Uno bello di quelli che ho letto mi girerebbero le balle, i libri belli mi piace tenermeli vicini e aprirli ogni tanto e ricordarmi di quanto sono belli, come si fa con le fotografie e i ricordi che ti accendono. Uno brutto no, è da stronzi, cosa fai, regali un libro brutto? E poi che altro? Ti soffi il naso a pagina 45 per dare ancora più fastidio? No, non si fa.
Una soluzione sarebbe di regalare un libro bello che mi ha regalato una persona brutta, così il dispiacere di perdere un oggetto caro viene attenuato dal sollievo di essermi liberato di un brutto ricordo, ma liberarsi dei brutti ricordi è come negare i propri errori, che è il modo migliore per commetterli ancora. E poi mi sentirei comunque una merda a regalare qualcosa che mi è stato regalato, anche se me l’avesse regalato il mio peggior nemico, perché quando me l’ha regalato era animato dalle migliori intenzioni, un nemico non ti regala un libro.

Cioè, in realtà sì, se è un nemico con un forte senso dell’umorismo e una discreta dose di faccia tosta ci sono diversi regali perfetti per ferire qualcuno.

    • Alla tua ex che ti ha rimpiazzato con troppa celerità: un elenco del telefono di Roma con la dedica “Non dovesse funzionare neanche con questo ecco alcuni suggerimenti”;
    • Al tuo capo che ti ha rimproverato perché stavi scrivendo i cazzi tuoi: 1984 di George Orwell (specifico nel caso il mio capo legga questo blog, capitemi, non legge molti libri, magari non sa chi l’ha scritto e finisce per procurarsi un almanacco del calcio di quell’anno e mi ringrazia pure);
    • A tuo padre che non ti presta la macchina per uscire sabato sera: il Deserto Dei Tartari, di Buzzati;
    • A tua sorella che è già tanto se sa leggere: niente, che le regali a una così? Se c’è una cosa triste è un libro dimenticato in uno scaffale vuoto.

No, vabbè, sono idee banali, io non ce l’ho la cattiveria sottile per fare una cosa così, io se voglio dare dello stronzo a qualcuno gli dico che è uno stronzo, non glielo lascio intendere fra le righe, anche perché non lo reputo capace di recepire il sottotesto, per me gli stronzi sono quadrati fuori e vuoti dentro, che poi è la ragione per cui finiscono per essere stronzi. Non esiste nessuno cattivo per dedizione, lo sono tutti più o meno inconsapevolmente, o spinti da ragioni più forti della loro bontà.

Tipo Hitler: credeva davvero che a sterminare tutti gli ebrei e gli omosessuali e gli storpi e i malati di mente e in pratica tutti quelli che non erano lui il mondo sarebbe stato un posto migliore. Mica si svegliava la mattina pensando oggi voglio fare qualcosa di veramente cattivo. Si svegliava e gli giravano così le balle di doversi svegliare che guarda, invado la Cecoslovacchia. E i cecoslovacchi che ne facciamo? Ma che cazzo me ne frega, chi li conosce quelli?
L’indomani si svegliava che ce l’aveva a morte con gli ebrei. Ma poverini, che ti hanno fatto? Mi stanno sul cazzo. Vabbè, ma mica è una buona ragione per ammazzarli. Sei ebreo te? No. E allora fatti i cazzi tuoi e vai ad accendere il forno.
Era un po’ tanto egocentrico, ma sono sicuro che non si sarebbe definito cattivo.
D’altronde neanche quello che oggi vorrebbe sparare sui barconi dei profughi si definirebbe cattivo. La differenza fra lui e il tizio coi baffetti alla Chaplin è che il tizio ha avuto la possibilità di farlo, lui può solo scriverlo su facebook. Ma dagli un popolo così disperatamente bisognoso di un leader forte da seguirlo nei suoi scazzi mattutini, e vediamo come si comporta. Non dimentichiamo che c’è gente che nel 2017 vota Salvini.

Siamo tutti lo stronzo di qualcun altro, a proporre la giornata mondiale contro gli stronzi si otterrebbero milioni di adesioni, ma al momento di tirare giù i nomi di quelli da rinchiudere in un’apposita riserva ci si renderebbe conto che si fa prima a lasciarli dove sono e casomai isolare quei tre o quattro che non sono stati nominati da nessuno, che però non si vogliono isolare perché sono brave persone e a loro gli stronzi non danno fastidio.

No, non fai parte di quei tre o quattro, stai tranquillo. Se pensi di farne parte è perché riesci a identificare gli stronzi, ma i buoni non lo dividono il mondo in buoni e cattivi, trai da te le conclusioni.

Va bene, il mio contributo per la giornata mondiale del libro è stato scrivere una cazzata che facesse venir voglia di andare ad aprire un libro invece di star qui a leggere i miei sproloqui, adesso vado a pisciare il cane e poi scendo in città a vedere un concerto di un tizio che scrive testi pescando a caso parole dal vocabolario e suonandoci sotto gli stessi quattro accordi da anni, ma l’ultimo disco mi è piaciuto e lo vedo volentieri.
Voi intanto andate a cercare una libreria aperta, che gli ultimi dati sulla lettura in Italia sono inquietanti, poi ci credo che uno vota Salvini e invade la Cecoslovacchia.