Insomma che a me sta faccenda della Lessandra che mi manda maivaiafanculo, come scritto da un anonimo sul muro del sottopassaggio lato casa mia in cima alle scale sulla sinistra salendo, non mi è mica andata giù. Non che non ci abbia dormito, stanotte mi sono fatto uno di quei sonni che sembravamo in due da tanto ho dormito bene, però dai, la curiosità di sapere perché la Lessandra mi abbia risposto così sopra le righe mi incuriosiva troppo, così, intorno al momento in cui stamattina diventa oggi pomeriggio, le ho fatto una telefonata.

Interessante come sia arrivato a ottenere il suo numero, l’ho detto che non abbiamo argomenti di conversazione, e cosa me ne sarei fatto del suo numero? Per averlo ho dovuto chiamare uno che poteva avere il numero di una che poteva avere il numero di una sua amica.

– Senti, non è che per caso hai il numero della Fabiana, che devo chiederle se ha il numero della Silvia?
– Ti serve il numero della Lessandra, vero? Sarebbe ora che le chiedessi scusa, bravo.
– Ma scusa di cosa, scusa? Cosa le ho fatto io a lei?
– Dai, non far finta di cadere dalle nuvole che non ci fai una bella figura.

Poi ho chiamato la Fabiana, cui ho chiesto il numero della Silvia, una dell’entourage della Lessandra.

– Ciao, hai mica il numero della Silvia per favore?
– Adesso ti decidi a chiedere scusa eh? Voi uomini siete tutti uguali! Meno male che sono lesbica!
– Ecco una cosa che non sapevo, ma invece di offendere, perché non provi a spiegarmi di cosa sono accusato?
– Tutti uguali! Prima fanno casino poi fanno gli innocentini! Meno male che mi sono fatta sterilizzare, così non rischio di metterne al mondo uno anch’io!

Infine ho chiamato la Silvia, per avre il numero della Lessandra.

– Ciao Silvia, sono Pablo..
– Sei proprio un bastardo! Ma non ti vergogni? Come hai potuto?
– Mavaiafanculo, come da graffito nel sottopassaggio, dammi sto cazzo di numero e ammazzati.

E arriviamo finalmente all’agognato colloquio con la Lessandra, nel quale i nodi vengono al pettine, e se non ci vengono è il pettine che va da loro, ma gli addebita le spese di viaggio.

– Allora, si può sapere cosa ti ho fatto, e anche alla svelta che mi girano già?
– Si! Sei uno stronzo bastardo! Come ti sei permesso di alludere a me sul tuo blog?
– Eeeehhhh???????
– Si! L’anno scorso quando parlavi della festa dell’abirra! E per non far capire che parlavi di me mi hai chiamato come una mia amica e ti sei inventato pure che ero una tua ex, ma era chiaro che parlavi di me, e non ti devi permettere perché io sono arrivata a leggerlo per caso mentre cercavo il blog di quelli di karpos che me li ha suggeriti una mia amica sennò io non ci sarei arrivata mai e infatti sono finita sul tuo e mi sono messa a leggere e ci sono rimasta così male guarda che se ti avessi avuto tra le mani ti avrei strozzato, e sono cose che non si fanno!
– Scusa, mi sono perso, cos’è che non si fa, strozzarmi?
– Scrivere di me sul blog!!!
– Ma chi è che ha scritto di te sul blog!
– Tu!
– Ma quando!
– Ieri!
– Macheccazzodici! Ma in quale cazzo di realtà vivi, che pensi che il mondo giri intorno a te! Oh ma neanche scrivessi sul corrieredellasera! Avrò si e no venti lettori, diciassette sono pedofili che finiscono da me per sbaglio e gli altri tre sono paranoici, possibile? Riprenditi ragazzina! Io so che esisti solo per un vago interesse che ho a entrarti nelle mutande, ma non basta per renderti la protagonista di un racconto, sennò dovrei scrivere dell’ottanta per cento delle ragazze che conosco!
– Ah.
– Eh!
– Allora non stavi parlando di me?
– No!
– Scusa.
– Belin!
– Comunque non ho nessuna intenzione di dartela. Tuttalpiù se diventiamo amici posso chiamarti tutti i giorni per raccontarti i cazzi miei.
– Grazie, ma una così ce l’ho già.