Ero lì che aspettavo che mi venisse sonno sufficiente da convincermi a staccarmi dal monitor, o sufficiente noia, o mal di testa, nausea o tutte quelle cose che di solito ottengo dopo una lunga permanenza al pici, quando mi imbatto in una cosa scritta dal sempre bravo Scrotodifango , riguardante le categorie in cui possono essere inseriti praticamente tutti i post di tutti i blog di tutti gli universi compreso quello popolato solo da creature fatte di vapore che si struggono perché la loro incorporeità non permette loro di infilarsi le dita nel naso.
In pratica cosa dice il nostro amico Mudcrotch? Che quando uno scrive su un blog finisce sempre per rientrare in una categoria, e ne analizza alcune. Certo, non può infilarcele tutte, che ce ne sono tante che uno per leggerle dovrebbe stare sveglio cinque notti e guidare cinque giorni.. no, guidare cinque notti e dormire cinque giorni.. neanche.. vabbè, tanto la capirei solo io..

Per esempio ha lasciato fuori la categoria Letteraanonimadellopsicopatico, pubblicata solitamente sul blog del tizio che scrive, sotto pseudonimo, di essere perdutamente e dolorosamente innamorato di una che non se lo caga tanto e per compensare lo piglia troppo per il culo, finchè lui si scazza e decide di andare a casa di lei e farla a pezzi con una motosega, e di spedire le sue orecchie a uno dei suoi amichetti, magari quello che fa il figo e se la tira da artista un po’ romantico un po’ puttaniere.

(Anche questa la capisco solo io, ma stavolta non la troverete su google come avete fatto prima)

Il tizio in questione è solito postare le sue confessioni sul blog anonimo di cui sopra, a uso e consumo del commissario, che farà intervenire la polizia postale e la scientifica per riuscire a beccarlo, ma lui è un furbo che sa quel che fa, e ci sta anche prendendo gusto, così ci riprova e stavolta sbudella la sua amichetta delle medie, una che gli aveva preferito il bambino con gli occhi verdi che gioca da dio a pallone e si chiama Sansone di cognome, e di nuovo sfida le autorità e lo racconta in tutta la sua efferatezza.

Ecco, quella categoria di post lì il mio amico Crutchcrutch non ce l’ha messa, ma ce ne ha messe tante altre, e la cosa tremenda è che io mi riconosco praticamente in tutte! Quella in cui caccio su un video senza commento perché non so cosa scrivere e lasciare il mio blog abbandonato un mese e mezzo fa sciatto; quella dove mi metto a raccontare di quella volta in quarta elementare in cui mi ero innamorato di una mia compagna di classe di nome Chiara, e ne ero rimasto rapito fino in prima media, quando conobbi Francesca, che mi piaceva molto di più, ma che ahimè andava dietro a uno che si chiamava Sansone; per non parlare di quella categoria in cui racconto che ho visto un film, letto un libro, giocato a un giochino, comprato una motosega! Doncrutch parla proprio di me!

E allora mi viene voglia di mettermi lì e non andare neanche a dormire, anche se è già tardi, e mettere su una musichina tranquilla, tipo gli Eels, che fanno ggiovane senza sembrare quattro coglioni con una base e la vocina caldaeromanticamaanchegrintosadafigochelasalunga che fa impazzire le pulzelle e che personalmente ammazzerei anche se sono consapevole che tale comportamento antisociale nei confronti della musica da tinèiger mi classifica come uno di quegli adulti invidiosi che i ragazzini incontrano per strada e salutano dicendo buongiorno invece che ciao.
E mettermi a scrivere pigiando leggero sui tasti per non svegliare Marzia, che sennò viene giù e mi picchia con le ciabatte.
E andare a capo.
Continuamente.
Perché quello che vorrei fare.
E’ un post.
Diverso.
Che comprenda tutti i generi sopraelencati, in modo da non poter essere catalogato, etichettato, classificato, infilato, schiacciato, costretto, soffocato, ammazzato in nessuna delle voci di cui scrive Mudcruk.

Solo che non ne ho voglia.

E allora scrivo ancora un po’, giusto perché ho già detto di non avere sonno, ed è solo l’unaedieci, e Jack è già uscito a fare i suoi porci comodi, e aspetta alle mie spalle che mi alzi per andare a dormire nella sua cuccia su in camera.
Che poi, aspetta.
Più che altro se la dorme qui invece che su.
E russa pure.
E pure forte.
Tipo che non riesco a sentire la musica, che me la copre, e allora alzo, ma allora è lui che non si sente più russare, e allora russa più forte, e io alzo ancora, e lui pure, e alla fine si alza pure Marzia, e ci ciabatta tutti e due, ma a me più forte, che sono più grosso e le ciabattate leggere non le sento neanche.
Lo dice lei che non le sento neanche, l’ultima volta mi ha lasciato un livido sul collo che al lavoro mi prendono per il culo ancora adesso, dicono che mi faccio fare i succhiotti dalle idrovore.

Che ci ho anche provato a nascondergliele, le ciabatte. Gliele ho sotterrate in giardino e le ho sostituite con un paio di morbide, calde pantofole in feltro, poi mi sono messo al computer e ho pestato come un matto, TAKATAKATAKATAKATAKATA.
La prima pantofolata mi ha fatto il solletico.
La seconda mi ha steso che stavo ancora ridendo. Quella stronza ci ha infilato dentro un portacenere.

Che poi cosa ce ne facciamo di un portacenere, che non fuma nessuno. Anche El Bastardo ha smesso, da quando ci siamo fatti recapitare la posta su una casella postale riusciamo ad intercettargli le scatole di sigari che gli spediscono i suoi ammiratori sudamericani, e l’aria è tornata respirabile.

Che poi non è vero che è tornata respirabile, che El Bastardo, per rappresaglia, si nutre da un mese di pasta coi ceci, e tira delle bombe talmente spesse che ci inciampi dentro.
Capirai, col freddo che fa non possiamo neanche aprire le finestre..

Che poi non è neanche necessario aprirle, che con gli spifferi che ci sono è come abitare in giardino, e questo mi fa venire in mente una partita a Sims 2, dove avevo creato una famiglia che viveva in giardino, coi mobili sparsi per il prato e il nonno che passava tutta la notte a suonare il pianoforte.
E andava anche bene, solo che nessuno dei membri della famiglia andava mai in bagno, se la tenevano fino a non poterne più, e la mollavano dove capitava.

Un po’ come faccio io quando Marzia non c’è, ma almeno io ho la scusa che da bambino ho subìto un trauma..

..Potrei andare avanti tutta la notte..

Ero lì che aspettavo che mi venisse sonno sufficiente da convincermi a staccarmi dal monitor, o sufficiente noia, o mal di testa, nausea o tutte quelle cose che di solito ottengo dopo una lunga permanenza al pici, quando mi imbatto in una cosa scritta dal sempre bravo Scrotodifango , riguardante le categorie in cui possono essere inseriti praticamente tutti i post di tutti i blog di tutti gli universi compreso quello popolato solo da creature fatte di vapore che si struggono perché la loro incorporeità non permette loro di infilarsi le dita nel naso.
In pratica cosa dice il nostro amico Mudcrotch? Che quando uno scrive su un blog finisce sempre per rientrare in una categoria, e ne analizza alcune. Certo, non può infilarcele tutte, che ce ne sono tante che uno per leggerle dovrebbe stare sveglio cinque notti e guidare cinque giorni.. no, guidare cinque notti e dormire cinque giorni.. neanche.. vabbè, tanto la capirei solo io..

Per esempio ha lasciato fuori la categoria Letteraanonimadellopsicopatico, pubblicata solitamente sul blog del tizio che scrive, sotto pseudonimo, di essere perdutamente e dolorosamente innamorato di una che non se lo caga tanto e per compensare lo piglia troppo per il culo, finchè lui si scazza e decide di andare a casa di lei e farla a pezzi con una motosega, e di spedire le sue orecchie a uno dei suoi amichetti, magari quello che fa il figo e se la tira da artista un po’ romantico un po’ puttaniere.

(Anche questa la capisco solo io, ma stavolta non la troverete su google come avete fatto prima)

Il tizio in questione è solito postare le sue confessioni sul blog anonimo di cui sopra, a uso e consumo del commissario, che farà intervenire la polizia postale e la scientifica per riuscire a beccarlo, ma lui è un furbo che sa quel che fa, e ci sta anche prendendo gusto, così ci riprova e stavolta sbudella la sua amichetta delle medie, una che gli aveva preferito il bambino con gli occhi verdi che gioca da dio a pallone e si chiama Sansone di cognome, e di nuovo sfida le autorità e lo racconta in tutta la sua efferatezza.

Ecco, quella categoria di post lì il mio amico Crutchcrutch non ce l’ha messa, ma ce ne ha messe tante altre, e la cosa tremenda è che io mi riconosco praticamente in tutte! Quella in cui caccio su un video senza commento perché non so cosa scrivere e lasciare il mio blog abbandonato un mese e mezzo fa sciatto; quella dove mi metto a raccontare di quella volta in quarta elementare in cui mi ero innamorato di una mia compagna di classe di nome Chiara, e ne ero rimasto rapito fino in prima media, quando conobbi Francesca, che mi piaceva molto di più, ma che ahimè andava dietro a uno che si chiamava Sansone; per non parlare di quella categoria in cui racconto che ho visto un film, letto un libro, giocato a un giochino, comprato una motosega! Doncrutch parla proprio di me!

E allora mi viene voglia di mettermi lì e non andare neanche a dormire, anche se è già tardi, e mettere su una musichina tranquilla, tipo gli Eels, che fanno ggiovane senza sembrare quattro coglioni con una base e la vocina caldaeromanticamaanchegrintosadafigochelasalunga che fa impazzire le pulzelle e che personalmente ammazzerei anche se sono consapevole che tale comportamento antisociale nei confronti della musica da tinèiger mi classifica come uno di quegli adulti invidiosi che i ragazzini incontrano per strada e salutano dicendo buongiorno invece che ciao.
E mettermi a scrivere pigiando leggero sui tasti per non svegliare Marzia, che sennò viene giù e mi picchia con le ciabatte.
E andare a capo.
Continuamente.
Perché quello che vorrei fare.
E’ un post.
Diverso.
Che comprenda tutti i generi sopraelencati, in modo da non poter essere catalogato, etichettato, classificato, infilato, schiacciato, costretto, soffocato, ammazzato in nessuna delle voci di cui scrive Mudcruk.

Solo che non ne ho voglia.

E allora scrivo ancora un po’, giusto perché ho già detto di non avere sonno, ed è solo l’unaedieci, e Jack è già uscito a fare i suoi porci comodi, e aspetta alle mie spalle che mi alzi per andare a dormire nella sua cuccia su in camera.
Che poi, aspetta.
Più che altro se la dorme qui invece che su.
E russa pure.
E pure forte.
Tipo che non riesco a sentire la musica, che me la copre, e allora alzo, ma allora è lui che non si sente più russare, e allora russa più forte, e io alzo ancora, e lui pure, e alla fine si alza pure Marzia, e ci ciabatta tutti e due, ma a me più forte, che sono più grosso e le ciabattate leggere non le sento neanche.
Lo dice lei che non le sento neanche, l’ultima volta mi ha lasciato un livido sul collo che al lavoro mi prendono per il culo ancora adesso, dicono che mi faccio fare i succhiotti dalle idrovore.

Che ci ho anche provato a nascondergliele, le ciabatte. Gliele ho sotterrate in giardino e le ho sostituite con un paio di morbide, calde pantofole in feltro, poi mi sono messo al computer e ho pestato come un matto, TAKATAKATAKATAKATAKATA.
La prima pantofolata mi ha fatto il solletico.
La seconda mi ha steso che stavo ancora ridendo. Quella stronza ci ha infilato dentro un portacenere.

Che poi cosa ce ne facciamo di un portacenere, che non fuma nessuno. Anche El Bastardo ha smesso, da quando ci siamo fatti recapitare la posta su una casella postale riusciamo ad intercettargli le scatole di sigari che gli spediscono i suoi ammiratori sudamericani, e l’aria è tornata respirabile.

Che poi non è vero che è tornata respirabile, che El Bastardo, per rappresaglia, si nutre da un mese di pasta coi ceci, e tira delle bombe talmente spesse che ci inciampi dentro.
Capirai, col freddo che fa non possiamo neanche aprire le finestre..

Che poi non è neanche necessario aprirle, che con gli spifferi che ci sono è come abitare in giardino, e questo mi fa venire in mente una partita a Sims 2, dove avevo creato una famiglia che viveva in giardino, coi mobili sparsi per il prato e il nonno che passava tutta la notte a suonare il pianoforte.
E andava anche bene, solo che nessuno dei membri della famiglia andava mai in bagno, se la tenevano fino a non poterne più, e la mollavano dove capitava.

Un po’ come faccio io quando Marzia non c’è, ma almeno io ho la scusa che da bambino ho subìto un trauma..

..Potrei andare avanti tutta la notte..