Non so se ve l’ho detto, ma ultimamente non mi riesce più di scrivere niente, né racconti né scritte a cazzo che non vogliono dire un accidente. Non so perché, forse è l’attuale situazione economica internazionale che mi fa provare un profondo senso di insicurezza che mi porta a chiudermi in me stesso e avere solo voglia di spegnermi, oppure è solo che sono un pigrone, ma il risultato è quello, sono mesi e mesi che non aggiorno il blog, quando lo apro puzza di chiuso peggio dei piedi del mio collega, sul quale andrebbero scritte pagine più spaventose del più spaventoso racconto di Lovecraft, ma non ne ho voglia, non so perché. Non escludo che siano gli effluvi da oltretomba che sono costretto a respirare ogni giorno a narcotizzarmi le sinapsi, ma il risultato è sempre quello, pochi cazzi, e non ci vedo vie d’uscita.

Qualche giorno fa mi ha telefonato la Merkel e mi ha detto che il mio ritardo nell’aggiornare il blog sta facendo impazzire i mercati e se la Grecia esce dall’euro sarà tutta colpa mia.

Poi ho scoperto che era Marzia che mi faceva gli scherzi (avrei dovuto capirlo dalla pessima pronuncia, la Merkel in realtà è calabrese e di cognome fa Spadafora), ma oramai si era messo in moto tutto un robo dentro di me, un processo mentale inarrestabile che stava minando l’essenza stessa del mio essere. (Non lo so cosa sto scrivendo, con un occhio guardo il monitor e con l’altro un video di un tizio che dice che per venire bene in foto devi spingere la faccia avanti come Totò quando imita la gallina.)

 Allora mi sono convinto che c’è qualcosa in me che non funziona e sono andato dal dottore, e gli ho detto dottore sto male, e lui mi ha detto quanti giorni di mutua vuoi, e io gli ho detto no, sto male davvero, e lui ha detto urca, e cosa ti senti, e io gli ho detto che non riesco più a scrivere, e lui ha detto che ha capito e mi ha prescritto una cura a base di scrittura diversa dalla scrittura che sono solito assumere; tipo una postura sulla sedia, mi ha detto, se ti siedi sempre nello stesso modo sbagliato ti si deforma la schiena e poi non riesci più a stare seduto composto. Allo stesso modo devi provare a scrivere cose diverse, così piano piano ti riabitui e vedrai che ti torna la voglia di scrivere anche le cose che scrivevi prima. Ma cos’è che scrivevi prima, poi?

Gli ho mostrato le cose che scrivevo prima, i racconti con un inizio e una fine e anche i flussi di pensiero senza punteggiatura, e gli ho detto che adesso non mi riesce più né uno né l’altro.

Li ha letti con attenzione e poi ha decretato che è una fortuna che non mi riesca più di scrivere quelle cose, perché facevano schifo, così me ne sono andato un po’ offeso. Per farsi perdonare il dottore mi ha dato anche cinque giorni di mutua, e mi ha detto di impiegarli a scrivere cose diverse, tipo un articolo di giornale, l’introduzione a un libro, il verbale di un’assemblea, qualunque cosa mi venga in mente che non sia il tipico post che scrivo per interrompere i due mesi di silenzio dal precedente. Tipo questo, per capirci, non avrei dovuto scriverlo, ma da qualche parte bisogna pur cominciare, no? Oltretutto ho anche una cosa da finire che sono quasi in fondo, che non si discosta tanto dal genere spasskiano a cui ho abituato i miei lettori, ma a questo punto non so se pubblicarlo lo stesso o aspettare la guarigione che il dottore mi ha garantito imminente e priva di strascichi o ricadute. Come la rosolia, la fai una volta e poi basta.

 Ho deciso di seguire i suoi consigli, questo sarà l’ultimo post che scrivo senza sapere dove andare a parare, d’ora in avanti seguirò una dieta ferrea fatta di cose inconsuete, ricette di cucina e descrizioni minuziose di paesaggi. Mi spiace se la qualità degli articoli sarà inferiore a quella cui ho abituato i miei lettori, ma lo sapete cosa si dice riguardo le frittate, se vuoi farne una devi rompere delle uova.

Poi prendi il parmigiano grattugiato e ce lo aggiungi, quindi sbatti bene. Versi tutto in una padella in cui avrai precedentemente messo a soffriggere della cipolla e tre zucchine tagliate a rondelle e aspetta che l’uovo sia ben rappreso. Ora viene la parte difficile, devi lanciare per aria il contenuto della padella e farcelo ricadere dentro capovolto per cuocere allo stesso modo anche l’altro lato della frittata. Servi ben caldo oppure freddo, dovrebbe essere buono lo stesso. Io non lo so perché non sono mai riuscito a superare la prova del lancio, e di solito dopo quel punto ho tutta la cena sparsa per il pavimento della cucina e mi ordino una pizza.