La santa protettrice dei pipponi, ma non di quelli di cui parlo qui.

Lo so che dovrei mettermi a scrivere un altro episodio di centotre-e-tre ambientato in Colombia dove il protagonista si imbatte in una pattuglia di uomini armati in mezzo alla giungla e viene portato in catene e pieno di lividi presso una piantagione accanto a un aeroporto clandestino al cospetto di un boss della droga che gli chiede cosa ci faccia lì, e lui risponde cosa vuoi che risponda, che sta scrivendo una rubrica sulla musica e che questa settimana deve parlare di un cantante colombiano? Ovvio che non gli crederebbe nessuno, così si inventa una storia ispirata a un thriller che ha letto tanti anni fa e che chissà perché gli è appena tornato in mente, e gli dice di essere un agente speciale americano incaricato di stroncare il traffico di stupefacenti verso gli Stati Uniti, e ride convinto di aver detto chissà che genialata divertente, e adesso vedrai le risate che ci facciamo tutti insieme, e invece quelli gli puntano un tubo gelido nella nuca che dalle dimensioni potrebbe benissimo contenere dei proiettili, e lui pensa ma guarda te che permalosi, ed è l’ultimo pensiero che riesce a formulare all’interno della propria testa, che tutti i successivi li dovrà elaborare dal pavimento, dove è appena andato a sfrittellarsi il suo cervello.

Il santo protettore dei pipponi, ma non intendo neanche questi.

Purtroppo mi è successa una cosa che mi ha fatto passare per un po’ la voglia di scrivere di musica. Di scrivere in generale no, che da qualche giorno sono in sovrapproduzione, ma realizzo pipponi interessanti solo per il foglio di word, che anch’io quando li rileggo mi metto a sbadigliare, e non mi pare il caso di propinarli a chicchessia.

E allora perché li scrivi, si chiederà qualcuno. E già che parliamo di pipponi, perché ce la meni tutte le settimane con la rubrica di musica, che una volta è interessante, ma poi basta?

Perché, credetemi, e qui dovete immaginarmi con un cappello a punta e una lunga barba bianca, in piedi accanto a un caminetto, un anello in mano e la voce più grave che sappiate affibbiarmi, non vi piacerebbe leggere quello che la mia mente ha partorito fino a ieri. C’è violenza, fobie, ragni grossi così, e su tutto aleggia lo spirito di uno stregone maya che non fa che ripetere con voce chioccia “te l’avevo detto che anno bisesto..”.

Così adesso i grossi misteri che mi circondano sono diventati due, la novitona che vedrete che ridere e la tragedia apriamoci-le-vene-come-paginoni-centrali-di-riviste-per-soli-uomini, una suspan.. saspen.. suspen.. oh io non lo so scrivere e basta! Una roba che Damon Lindelof a confronto scrive delle sceneggiature di merda.

Vabbè, era per avvisarvi di non aspettarmi alzati, che probabilmente tarderò.

Riassunto delle puntate precedenti:

Introduzione
Bruno Lauzi – Garibaldi
Peggy Lee – Why Don’t You Do Right?

Tony Bennett & Lady Gaga – The Lady Is A Tramp
Joni Mitchell – Chelsea Morning
Neil Young – Cortez The Killer
Banda El Recodo – El Corrido De Matazlan

È uno scherzo, naturalmente. Si tratta di una canzone scritta per un episodio di Breaking Bad, quella serie che parla di un chimico in difficoltà economiche che scopre di avere il cancro, e comincia a produrre metanfetamine per lasciare alla famiglia un po’ di soldi per quando non ci sarà più, e si mette in affari con un piccolo produttore sfigato, e in quattro stagioni e mezza succede qualunque tipo di cosa, e a luglio comincerà l’ultima metà dell’ultima stagione, otto episodi che concluderanno la serie, e ho un macaco sulla spalla che se gli insegno ad andare a fare le commissioni posso passare il resto dell’inverno a casa davanti alla stufa.

Non so se vi è mai capitato di innamorarvi di una serie televisiva. Io ero di quelli che si scoglionavano già dopo due stagioni dei Simpson (si dice I Simpson o I Simpsons o I Simpson’s (avete mai fatto caso che a ripetere più volte la parola Simpson poi perde significato e la si guarda scritta senza riconoscerla più?)? Perché ci sono problemi di traduzione, o perlomeno io ci vedo problemi di traduzione, ma è solo perché ho ripetuto tante volte la parola Simpson e adesso non ci trovo più nessun significato e vedo solo delle lettere a caso) e anche I Griffin dopo un po’ ho smesso di seguirli perché sono pigro (ma sono comunque meglio dei Simpson o Simpsons, e se non siete d’accordo siete Contrarillo, che solo a lui piacciono in modo smodato), così non mi sono mai appassionato a nessuna serie televisiva e ho sempre dedicato il mio tempo a cose più corpose, tipo i film, o molto più brevi, tipo i videi su iutub.

L’occhio di Jack ci ha tormentati per anni.

Poi è arrivato Lost e sono andato via di testa. L’ultima stagione che si chiude su John Locke che apre la botola mi ha reso dipendente: tempo che cominciasse la seconda ero già lì che cercavo altre robe da guardare, sfogliavo forum per sapere quali fossero le migliori in circolazione, e la seconda stagione ce l’avevo sul computer, l’attesa effettiva è stata di trenta secondi! Ero perduto.

Poi anche le puntate scaricate da internet finiscono, e devi aspettare l’uscita americana, e allora il tempo di cercare altre cose lo trovi davvero, e diciamo anche che dopo la terza stagione Lost era diventato una di quelle cose come ripetere la parola, e che alla fine dell’ultima (la sesta? L’ottava? Simpson Simpson Simpson) mi è venuto un nervoso che Damon Lindelof lo picchierei ancora adesso, tanto che per ripicca non ho neanche visto Prometheus.

A proposito di Prometheus, esiste ancora qualcuno che se lo ricorda? Perché mi sembra che siano già passati lustri da quando è stato tolto dalla programmazione nelle sale, non ne senti più parlare, scomparso come se non fosse mai esistito. Roba che ti fa venire il dubbio che fosse solo un grosso spot pubblicitario. Tipo Lo Hobbit.

Volete davvero che mi metta a parlare dello Hobbit?

No, dai, che ero già fuori tema con le serie televisive, e questa rubrica parla di musica, no?

No, si serve della musica come filo conduttore per parlare di tutto quello che mi viene in mente.

Lo Hobbit secondo me sarà una merda.

se la ghigna, lui.

Perchè il romanzo da cui è tratto il film non è Il Signore Degli Anelli, è una favola per bambini, leggibile comodamente in un paio d’ore. Come fai a trasformarlo in TRE film di DUEOREEQUARANTA cadauno? Ma neanche se riprendi un balbuziente che lo legge ad alta voce ci riempi due ore e quaranta, e per coprire tre film devi mostrarmelo che va in libreria, lo cerca nello scaffale, fa la coda alla cassa, perde l’autobus per tornare a casa e se la fa a piedi.

No, no, io lo so cosa ci ha messo dentro: ci ha messo Jar Jar Binks.

Ve lo ricordate? Era quell’alieno simpatico divertente morisseièri che inaugurava la nuova trilogia di Guerre Stellari, quella che poi è venuto fuori che era una porcheria inguardabile piena di effetti speciali e senza un briciolo di caratterizzazione dei personaggi, e che ha gettato alle ortiche la credibilità di George Lucas, senza per questo impedirgli di fare uno svango di miliardi alla facciazza dei vecchi fans come il sottoscritto. In tutto questo Jar Jar Binks riassume egregiamente il concetto di come un’ottima idea possa trasformarsi, nelle mani sbagliate, in una macchina da quattrini senza dignità.

Peter Jackson ha fatto un capolavoro col Signore Degli Anelli, poi ci ha fatto un sacco di soldi, poi ha voluto farne ancora di più e ha deciso di fare Lo Hobbit, poi ha capito che se lo divideva in due film avrebbe fatto ancora più soldi, poi ha detto che due non bastavano più, e non si capisce se a quel punto si riferiva ancora al film.

E ci ha messo dentro Galadriel.

Ochei, nel libro non c’è, ma è plausibile, no? Lo Hobbit è ambientato nello stesso mondo del Signore Degli Anelli, solo diversi anni prima, quindi la regina degli elfi, che esisteva anche a quel tempo, potrebbe avere incontrato i personaggi del romanzo, magari dietro le quinte. Dai.

È che ci ha messo anche Saruman, il mago cattivo che Tolkien ha creato dopo avere scritto Lo Hobbit.

Ochei, ma devi tener conto del Bianco Consiglio, e infatti lo cita anche nel Silmarillion, e poi cazziemazzi. E dai.

Però ad un certo punto compare anche l’elfo Legolas, che cazzo ci fa l’elfo Legolas ne Lo Hobbit?

Vabbè, allora mettici anche Barbalbero.

No, vabbè, devi tener conto che gli elfi vivono molto più degli umani, e visto che il mondo in cui si svolgono entrambe le storie è lo stesso..

Ho capito, ma se fai un film sul romanzo L’Uomo Invisibile di H.G.Wells non puoi infilarci dentro un tizio sulla macchina del tempo sostenendo che tanto l’autore è lo stesso e tutti e due i romanzi sono ambientati a Londra. Che sarebbe anche plausibile, perché se hai una macchina del tempo vai un po’ dove cazzo ti pare, ma no! È una stronzata! Sarebbe come voler riempire lo spazio vuoto fra Ventimila Leghe Sotto I Mari e L’Isola Misteriosa raccontando che il capitano Nemo ha incontrato il dottor Jekyll e Dorian Gray. No, non si fa!

Sono sicuro che Lo Hobbit mi farà incazzare. Tutte e due le volte che lo vedrò.

(continua)