Nell’anniversario della Liberazione celebro la fine dell’occupazione nazifascista nel modo più bizzarro, facendomi prigioniero fuori casa. Ciò mi porta a riflettere su come la cattività sia un concetto molto più vago di quel che si pensi se basta dimenticare le chiavi sul tavolo per sentirsi in trappola. La prigionia non ha sempre bisogno di sbarre, oggi sono seduto in giardino, prendo il sole e mi godo il caldo, è una posizione invidiabile, chi passa e mi vede potrebbe pensare che sono la persona più libera del mondo, ma la mia libertà è tutta lì, non esce dal cancello.

Ci trovo un sacco di analogie divertenti con lo stato dell’informazione in Italia, ma sarà sicuramente il sole che mi dà alla testa.