Io su feisbuc ci vado poco, che è già troppo considerato che mi ero cancellato; poi mi sono reiscritto perché gli amici, e i contatti, e insomma che son di nuovo lì, ma ci vado poco, così quando Alberto mi spedisce una di quelle catene stronze che di solito butto via non mi viene voglia di condividerla lì, dove finirei per alimentare una di quelle cose che detesto, ma si accende una lampadina nella mia stanza preferita, e finisco per tornare a scrivere sul blog, anche solo per stilare l’ennesimo piccolo elenco.
Stavolta si tratta di dischi, o come dice Alberto nella sua nota:

non necessariamente i più belli, non necessariamente i più amati, non necessariamente niente.
ma quelli che ci sono stati e che sono parti integranti di parti della mia vita, quelli che li senti e scattano odori, sapori, sensazioni. quelli che bastano anche solo poche note e va in moto la macchina del tempo. quelli che senza non sarebbe stata la stessa cosa, e dopo niente è più stato come prima.
non sono nemmeno tutti. sono i primi 25 che mi son venuti in mente, in ordine rigorosamente sparso, dettato dalle mie personalissime contorsioni sinaptiche.

In rigoroso ordine sparso non potrei non mettere l’album che comprai in Grecia, durante le mie prime vacanze da solo, in compagnia di un pope dark, in un piccolo negozio nel mercato delle pulci di Atene. Ogni volta che lo ascolto mi rendo conto che il tempo è passato veloce, e il pope dark ha una moglie e due bambini e non si veste più come un cretino. Ma soprattutto ha abbandonato quella ridicola pettinatura da Scialpi..

1. Jeff Buckley – Grace

Poi ci sono i bei tempi della radio, Salviamo Il Salvabile coi tre lassativi, che eravamo io, Andrea e Matteo, e qualche volta capitava anche Umbe in anticipo per la sua trasmissione metal e si spacciava per il signore con le noci in bocca. Ci sono tantissimi dischi che mi rimandano a quel periodo, fra quelli che mi compravo, quelli che trovavo lì e quelli che portavano gli altri. Quello che ho scelto è stato particolare, sono andato anche a vedermelo dal vivo in un concerto stupendo..

2. The Cure – Wish

 


Altri tempi e altri amici, sebbene questo particolare amico fosse anche un occasionale visitatore della radio. Il gruppo che segue me l’ha praticamente presentato lui, ed è diventato uno dei pilastri, anche e soprattutto nei momenti difficili. Glielo dedico volentieri, come gliel’ho dedicato senza dirglielo mille volte, durante gli anni in cui ci siamo persi di vista.

3. CSI – In Quiete

L’ultimo (che credevate, che ne avrei davvero pubblicati 25?) è per la persona che da quattro anni e passa sacrifica il proprio equilibrio interiore per riparare al casino che ogni giorno le lascio in casa, che raccoglie i miei vestiti dal divano, che mangia le porcherie che le preparo, che sopporta i miei ritardi costanti, le mie distrazioni eterne, che ogni giorno penso che prima o poi mi caccerà di casa, ma che ogni sera prima di addormentarsi mi cerca la mano, e di cui non saprei più fare a meno. Questa è per il suo compleanno, che ormai è arrivato.

4. Los Fabulosos Cadillacs – Fabulosos Calavera 
 

E’ natale, siamo tutti più buoni, e anche una pellaccia arida e cinica come il sottoscritto, in questo periodo dell’anno, è solita abbandonare la sua consueta freddezza, per abbandonarsi a gesti di generosità inconsulta.

L’unica eccezione la faccio per i programmatori della finestra di splinder, che maledico ogni volta che dopo uno spazio perdo la formattazione e torno a scrivere in arial, che sia natale o ferragosto.

Che poi non è mica vero che sono un cinico bastardo, ma ho visto che ti fa guadagnare un sacco di lettori, e siccome ho deciso che il mio blog dovrà diventare più famoso di quello del fintobastardocinico per eccellenza, colgo l’occasione.

Comunque è natale, siamo tutti più buoni, e anche io ho deciso di rendere felice il mio prossimo, soprattutto dopo aver letto questa lettera, giuntami addirittura dalla fredda Russia:

Hi

Il mio nome e` Elena, ho 32 anni e vivo in provincia russa. Io lavoro in una biblioteca e dopo il mio lavoro mi ha permesso di utilizzare computer quando e` possibile.
Ho trovato il vostro indirizzo in internet e ho deciso di scrivere questa lettera.

Ho 7 anni figlia di Angelina, suo padre abbandonato noi e vivere con mia madre.

A causa della crisi nel nostro paese di mia madre perso posti di lavoro e la nostra situazione e` diventata molto difficile.

Il prezzo per il riscaldamento o per la nostra casa e` molto elevato e non possiamo permetterci piu`.

L’inverno sta arrivando e meteorologiche diventano ogni giorno piu` freddo. Siamo preoccupati se la temperatura sara` molto freddo nella nostra casa, non sappiamo come sopravvivere.

Abbiamo bisogno di stufa portatile che danno calore dal legno che brucia. Abbiamo molti legno nella nostra regione, ma non siamo in grado di acquistare la stufa nel mercato locale, perche’ i costi equivalente di 192 euro e molto costosa per noi.
Se avete qualche vecchio portatile stufa a legna, io prego che potete donare a noi e organizzare il trasporto di questa stufa al nostro indirizzo. Viviamo 200 km da Mosca.le due poverelle
Questi forni sono diversi, di solito hanno fatto da ghisa e peso circa 100kg.

Ho scaricato la nostra immagine per sito web gratuito e si puo` vedere a
https://www.pablog.it/wp-content/uploads/2009/01/dtovbrl3chl547f8oannwxqxo1_400.gif

Ho tradotto questa lettera alla lingua italiana con computer-traduttore e vorrei apprezzare se si puo` rispondere alla mia lettera in lingua inglese, perche’ non so di lingua italiana.

Mi auguro di sentire presto da voi e vi auguro un Buon Natale.

Elena.

La situazione è chiara a tutti, no? C’è questa tizia che si chiama Elena, ha 32 anni, ne ha 7, e vive con sua madre che si chiama Angelina. Il padre (di chi?) l’ha abbandonata, probabilmente perché schizofrenica, e la poveretta chiede aiuto.
La situazione dev’essere peggiorata, perché il paese di sua madre è in crisi e non c’è più lavoro, o forse perché sua madre è in crisi e per questo il paese ha perso lavoro, non è chiaro, ma si capisce benissimo che le due donne non si possono più permettere. Cioè, una volta si, che potevano permettersi, ma adesso basta, non si possono più permettere. Dev’essere molto difficile prendersi delle confidenze, in Russia..
Il fatto grave, però, è che l’inverno è alle porte, e in confidenza c’è il rischio che Elena e Angelina non sopravvivano all’inverno. Avrebbero bisogno di una di quelle stufe che generano calore bruciando legna, che sono aggeggi in ghisa difficilissimi da procurarsi. Io per dire in casa ne ho una che genera freddo tenendosi dentro la legna spenta, e anche quando riesco ad accenderla tuttalpiù riesce a generare fumo. Tantissimo. Quasi quasi gliela spedisco.
Comunque mi sono messo lì, e siccome mi sentivo tanto buonino le ho risposto nel mio inglese stentato:

Dear Elena,
Your letter touched me deeply, and I would be very happy to help you.
I’ve got an iron stove that I don’t use anymore, because in my town there has been a nuclear blast last year, and since then the temperature goes never under 113° F (45° C).

If you give me your address I’ll immediately send you a big stove with DHL.
They apply high fares based on weight, so I’ve planned to send you the stove divided in several pieces, to save some money. When you receive all of them (they will be more or less 12.500) you will just have to reassemble it with vinilic glue, or some tape.

Please let me know quickly, so I will begin to cut the stove.

Pablo

Spero tanto che la mia offerta di generosità possa giungere a compimento, e che la povera Elena dall’età estremamente variabile riesca a superare incolume questo gelido inverno russo.
Anche voi cari lettori, se avete una stufa che vi avanza, un termosifone con seimila chilometri di tubo, legna no che ne ha anche lei, non esitate, infilatela in una bella busta e speditela prontamente alla nostra amica Elena. Le farete passare un Natale più felice, e anche voi vi sentirete subito meglio!

La faccio breve, c’è in giro l’ennesima catena, e siccome alcuni dei miei amici sono dei sadici bastardi, sono stato tirato dentro.

Il regolamento prevede che riveli 7 segreti del mio passato, cose che non ho mai raccontato neanche a mia mamma, informazioni per cui i servizi segreti israeliani ucciderebbero, e le riveli qui, come se parlassi della ricetta migliore per fare un dolce al cioccolato.

Vado, ma ve ne pentirete.

  1. Sono stato un transessuale brasiliano. Mi chiamavo Candy Candy, per gli amici Candy, abitavo nei sobborghi di Pinerolo, e mi guadagnavo da vivere facendo il prostituto di alto bordo. Un giorno conobbi il Presidente Del Consiglio Di Amministrazione della Pozziginori, che si faceva un giro fra i travoni in cerca dell’ispirazione per i nuovi modelli di cessi, e appena mi trovai la bocca libera gli lasciai il mio curriculum. Mi assunse come modello per il gabinetto modello 500, e in poco tempo, grazie alle mie capacità, feci carriera e cominciai a guadagnare un bel gruzzolo. Spesi il primo mucchio di soldi per farmi operare e cambiai sesso, credendo che quella doveva essere la mia naturale crescita, ma mi accorsi presto che mi sbagliavo, la vita da donna non faceva per me: cominciai a provare un piacere assurdo a leggere rubriche cretine sulle riviste patinate, a guardare vetrine di scarpe, a criticare le acconciature delle mie amiche, e in poco tempo mi trovai a chiedermi se per caso non avevo commesso un terribile errore. Mi licenziai, e col denaro della liquidazione tornai a operarmi, diventando un metalmeccanico siciliano coi baffoni.
  • Ho sventato un golpe in Nicaragua. Ero in spiaggia a Managua, che pucciavo i piedi nel lago omonimo, quando mi si avvicina un generale dell’esercito e mi chiede se ho da accendere il suo sigaro. Capisco subito quali sono le sue intenzioni, da che mondo è mondo un generale col sigaro in bocca ha intenzioni bellicose, e telefono alla redazione del quotidiano locale denunciando l’accadente. Subito una troupe televisiva si mette sulle sue tracce, e appena lo trova lo infila nella casa del grandefratello come superpartecipante. Dopo un paio d’ore si è già scordato del golpe e si sta tacchinando una studentessa di architettura, che come recita il luogo comune, sono tutte fighe.
  • Ho vinto il Gran Premio di Montecarlo. Una volta stavo uscendo dal baretto di fronte al palco della premiazione e incrociai Ayrton Senna che correva in bagno, perché le vibrazioni del sedile gli avevano irritato la vescica. Ne approfittai biecamente prendendo il suo posto sul gradino più alto del palco. Lui se ne accorse appena tornò, ma a quel punto avevo già fra le mani il bottiglione di champagne e gli sparai il tappo nei denti, tramortendolo. Quella notte festeggiai con una studentessa di architettura locale.
  • Conosco la ricetta migliore per fare un dolce al cioccolato. Metti il cacao in un pentolino e lo fai sciogliere con un goccio d’acqua a fuoco moderato. Ripeti la stessa operazione in un altro pentolino con lo zucchero fino ad ottenere uno sciroppo (a fiamma bassa). Mescoli il cacao allo sciroppo e fai raffreddare prima di unire delicatamente la panna montata e la vanillina. Versa in una coppa di vetro e guarnisci con frutta candita o scaglie di cioccolato. Conserva in frigo.
  • Ho il numero di cellulare di Uma Thurman. Solo che è sbagliato.
  • Ho fatto quindici al totocalcio. E quando sono andato a ritirare la vincita dal tabacchino quel fesso ha chiamato i carabinieri! Roba da pazzi! Per fortuna che mi trovavo in una città dove non mi conosceva nessuno e sono riuscito a defilarmi, sennò chissà cosa sarebbe successo! Per un pezzo mi è anche corso dietro gridando mascalzone, poi è sbucata una macchina da una via laterale e lo ha travolto. Subito volevo tornare indietro e dirgli prova a ripeterlo adesso, ma mi fa senso la vista del sangue, e lì ce n’era davvero un casino.
  • Sono solito interrompere le catene di merda. E’ più forte di me, quando ricevo una catena di qualsiasi genere, magari ci partecipo per passarmi dieci minuti, ma poi la interrompo sempre. Non so perché, forse perché la considero una stronzata e non mi va di scassare le balle ad altri, chissà.

A parte questo ringrazio sentitamente Paoletta per avere pensato a me, anche se detesto le catene mi ha fatto piacere che mi abbia scelto, e mi sono anche divertito.

Ma la prossima volta le spezzo l’altra gamba.