Nessun calcolo ha nessun senso dietro questa paralisi.

Gli elementi a disposizione non consentono analisi,

e i professori dell’altro ieri stanno affrettandosi a cambiare altare.

Hanno indossato le nuove maschere e ricominciano a respirare.

Bambini venite parvulos, c’è un’ancora da tirare,

issa dal nero del mare, dal profondo del nero del mare.

Che nessun calcolo ha nessun senso e poi nessuno sa più contare.

Legalizzare la mafia sarà la regola del duemila,

sarà il carisma di Mastro Lindo a regolare la fila

e non dovremo vedere niente che non abbiamo veduto già.

Qualsiasi tipo di fallimento ha bisogno della sua claque.

Bambini venite parvulos, c’è un applauso da fare al Bau Bau,

si avvicina sorridendo, l’arrotino col suo Know-How,

venuto a prendere perline e a regalare crack.

Sabbia sulle autostrade, ruggine sulle unghie,

e limatura di ferro negli occhi, terra fra le nostre lingue.

Avrei voluto baciarti amore, ancora un poco prima di andare via.

Prima di essere scaraventati dentro questo tipo di pornografia.

Bambini venite parvulos, vale un occhio il vostro cuore,

mille dollari i vostri occhi, i vostri occhi senza dolore.

Bambini venite parvulos, sangue sotto al sole.

Le novità di marzo vedono un preoccupante aumento delle persone depresse a scapito dei pornofili, sempre di più arrivano da me cercando “tristezza“. Sarà il periodo preelettorale, chissà.

Per l’angolo del trash segnalo quello che ha cercato “Antonio Palmieri e incredibile voglia di vivere“. Si tratta, per chi non lo sapesse, di quel politico che mi aveva iscritto alla sua newsletter e che ho dovuto offendere affinché mi cancellasse. Non so se fuori della sua professione abbia per hobby quello di motivare le persone, ma l’ho trovato un curioso contrasto con la voce di cui sopra. E comunque il suo nome e l’incredibile voglia di vivere non li metterei mai nella stessa frase.

Un altro che mi ha dato grosse soddisfazioni è quello che ha cercato “Dylan innamorato Keith Richards“, dandomi ragione, la storia che ho raccontato è vera, brutti miscredenti che non siete altro!

Ma torniamo alla classifica. Mi sono preso qualche giorno per pensarci, più per pigrizia che per reale necessità, visto che in cuor mio avevo già deciso da parecchio chi avrebbe meritato la palma della ricerca più stupida.

Come sempre partiamo dal basso, per creare un po’ di sàspenz.

Al quarto posto un problema che ha radici antiche, e ha tolto il sonno a migliaia di giovani amanti della musica dal vivo. Fino a un po’ di tempo fa, prima dell’avvento dei telefoni cellulari con fotocamera, che di fatto hanno reso inutili i controlli ai cancelli, era tassativamente vietato introdurre all’interno delle strutture in cui si teneva un concerto qualunque tipo di apparecchiatura fotografica, o video, o anche semplici registratori audio. Appena varcato il cancello eri perquisito dal carabiniere di turno, e se volevi portarti a casa un ricordo di quell’evento per te importantissimo, dovevi ingegnarti.

Quanti di noi hanno una macchina fotografica ancora unta per averla mascherata da panino alla mortadella al concerto dei Pink Floyd a Modena? O hanno dovuto simulare un incidente di moto e camminare zoppicando fino all’interno del palasport, prima di poter estrarre il registratore dalla scarpa? O si sono travestiti da mucca per introdurre una cinepresa con tanto di carrello su binari e gru?

Ora che tutti abbiamo un telefono cellulare con noi, che può scattare foto, girare video, registrare audio, spedire e ricevere in tempo reale, la Siae si è arresa, e i controlli all’entrata non li fanno più. Anche se entri con una macchina fotografica che sembra un cannone non ti dicono niente, tuttalpiù ti ricordano che è pericoloso scagliarla addosso ai musicisti. E dov’è finito il senso del proibito, l’inventarsi trucchi per eludere la sorveglianza, la soddisfazione quando riesci a passare? Ecco che qualche nostalgico si è inventato una maniera per tenere viva questa tensione, continuando a introdurre all’interno dei palasport ogni genere di oggetti, palesi o nascosti, per vedere se i poliziotti glieli contesteranno. Curiosamente questo fenomeno si è manifestato per la prima volta a un concerto dei Red Hot Chili Peppers, e dallora è nata una rete parallela di ricerche su internet di persone che si informano su quali sono stati gli oggetti più bizzarri introdotti a un concerto, sempre dello stesso gruppo peraltro. Ogni giorno qualcuno digita su un motore di ricerca una frase come questa, e qualcun altro ne prende spunto, tentando di superare la prova con qualcosa di più inverosimile.

Quello che segnalo oggi è “Concerto red hot chili peppers col calzino“, ma esistono anche ricerche più ardite, come “Concerto red hot chili peppers con la bicicletta“, “Concerto red hot chili peppers con la moka napoletana“, “Concerto red hot chili peppers col cric del Renault 5” e “Concerto red hot chili peppers con l’intera collezione di dischi dei Van Halen“.

Al terzo posto un pedante, che è venuto a trovarmi solo due volte, ma il cui tono perentorio mi ha già dato sui nervi. La prima ricerca che ha fatto è stata “Voglio sfogliare immagini di molluschi“. E l’ho ignorato, pensando a un errore: uno che cerca foto di ostriche non finisce sul mio blog. Ma il misterioso ricercatore è tornato, con una richiesta più precisa: “Foto di donne nude le voglio vedere senza vestiti“, e di colpo ho capito di quali molluschi parlasse:

molluschi

Al secondo posto “Titoli pazzeschi di film“. Si riferisce ovviamente a quelle pellicole che hanno avuto poco successo e sono state ritirate quasi subito dal mercato a causa del loro titolo assolutamente non commerciale.
Alcuni esempi sono “Socrate sfida i Teletubbies a freccette“, “Vita di Alberto Parodi, elettricista“, “La grande avventura di mia mamma al supermercato il giorno che facevano il tre per due“, “Frangifluttifrasci“, “Raggio per raggio per treequattordici“.

Endeuinnerìs..

Al primo posto, questo mese, lo straordinario chesicommentadasolo “Lettera a mia figlia che mi ha deluso“!

Ebbene si, gente, esiste un sito dove trovare le lettere già compilate che altri hanno scritto a sua figlia, quando l’ha deluso. Chi sia sua figlia nessuno lo sa, come d’altronde nessuno conosce costui o costei che ha effettuato questa ricerca ed è finito sul mio blog, ma ciò non ha impedito di estendere all’infinito mondo della rete quest’ennesimo tema di discussione, e adesso chiunque può dare il proprio contributo, scrivendo la “lettera a sua figlia che l’ha deluso/a” e pubblicandola su quest’indirizzo.

Alla prossima.

thievery corporationGiovedì sera è stata una serata difficile, tanto difficile che ancora mi riesce difficile parlarne, ma credo che non raccontare e fingere che non sia mai successo sia anche peggio, perciò faccio un prologo veloce:

Siamo andati alle Cappe a lavorare, l’abbiamo trovate come quando ci sono stati i ladri, solo che questi ladri indossavano la divisa e avevano un regolare mandato. Mi riservo di raccontare di più quando questa faccenda sarà finita, che ho promesso al Sub di evitare commenti che potrebbero peggiorare la situazione.

diabolik

Chiarita più o meno la situazione ci siamo messi a lavorare come ogni giovedì, e alla fine della serata siamo tornati a prendere la mia macchina. L’ho trovata come quando ci sono stati i ladri, solo che stavolta i ladri ci sono stati davvero, mi hanno spaccato un finestrino e hanno cercato qualcosa da rubare.

Ora, se sei un ladro, per quanto probabile tossicodipendente, data la zona in cui è avvenuto il misfatto, avrai abbastanza buonsenso da riconoscere una macchina dove c’è del buono da una di un morto di fame. La mia non era l’unica auto parcheggiata in quel tratto di strada desolato, ma certamente era una delle meno invitanti, e comunque sarebbe bastato dare un’occhiata all’interno per rendersi conto che le uniche cose sul cruscotto erano cartaccia e vecchi opuscoli, cosa ti fa pensare che nel cassetto troverai qualcosa di meglio?

caccia al ladroTant’è ci ha provato, ha spaccato il vetro e ha cercato di infilarsi. Aperto il cassetto ha tirato fuori il libretto della macchina, delle penne, di cui una preziosissima con la donna che quando la capovolgi resta nuda, la custodia del frontalino dell’autoradio (che non ha fatto venire in mente al ladro che se c’è la custodia dev’esserci anche il frontalino, con attaccato autoradio, e difatti non se l’è neanche cagato), e un piccolo coltellino a serramanico che quello si, me lo frego, che magari ci minaccio uno studente su ai Giardinidiplastica.

Mi ha preso anche un sacchetto di monetine da 1 centesimo che avevo sparse per la macchina, e che gli devono aver fruttato la golosa cifra di un euro, un euroemmezzo, e un gettone per i carrelli dell’iper, in plastica rossa.

Io, di mio, sono dovuto tornare a casa con un sacchetto della spazzatura al posto del finestrino, e unfeathers mucchio di vetri sul sedile, e se mio padre non si fosse fatto prendere dalla compassione e non mi avesse pagato la riparazione avrei dovuto tirar fuori 130 euri per un finestrino nuovo e relativo montaggio.

Detto questo, domani sera siamo di nuovo a lavorare alle Cappe, la tentazione di lasciare di nuovo la macchina nello stesso posto, forte del motto “Un fulmine non colpisce mai due volte nello stesso posto” è tanta, ma altrettanta è quella che mi viene dall’altro motto, “Ma allora te la vai proprio a cercare!”.

Che farò?

thievery corporationGiovedì sera è stata una serata difficile, tanto difficile che ancora mi riesce difficile parlarne, ma credo che non raccontare e fingere che non sia mai successo sia anche peggio, perciò faccio un prologo veloce:

Siamo andati alle Cappe a lavorare, l’abbiamo trovate come quando ci sono stati i ladri, solo che questi ladri indossavano la divisa e avevano un regolare mandato. Mi riservo di raccontare di più quando questa faccenda sarà finita, che ho promesso al Sub di evitare commenti che potrebbero peggiorare la situazione.

diabolik

Chiarita più o meno la situazione ci siamo messi a lavorare come ogni giovedì, e alla fine della serata siamo tornati a prendere la mia macchina. L’ho trovata come quando ci sono stati i ladri, solo che stavolta i ladri ci sono stati davvero, mi hanno spaccato un finestrino e hanno cercato qualcosa da rubare.

Ora, se sei un ladro, per quanto probabile tossicodipendente, data la zona in cui è avvenuto il misfatto, avrai abbastanza buonsenso da riconoscere una macchina dove c’è del buono da una di un morto di fame. La mia non era l’unica auto parcheggiata in quel tratto di strada desolato, ma certamente era una delle meno invitanti, e comunque sarebbe bastato dare un’occhiata all’interno per rendersi conto che le uniche cose sul cruscotto erano cartaccia e vecchi opuscoli, cosa ti fa pensare che nel cassetto troverai qualcosa di meglio?

caccia al ladroTant’è ci ha provato, ha spaccato il vetro e ha cercato di infilarsi. Aperto il cassetto ha tirato fuori il libretto della macchina, delle penne, di cui una preziosissima con la donna che quando la capovolgi resta nuda, la custodia del frontalino dell’autoradio (che non ha fatto venire in mente al ladro che se c’è la custodia dev’esserci anche il frontalino, con attaccato autoradio, e difatti non se l’è neanche cagato), e un piccolo coltellino a serramanico che quello si, me lo frego, che magari ci minaccio uno studente su ai Giardinidiplastica.

Mi ha preso anche un sacchetto di monetine da 1 centesimo che avevo sparse per la macchina, e che gli devono aver fruttato la golosa cifra di un euro, un euroemmezzo, e un gettone per i carrelli dell’iper, in plastica rossa.

Io, di mio, sono dovuto tornare a casa con un sacchetto della spazzatura al posto del finestrino, e unfeathers mucchio di vetri sul sedile, e se mio padre non si fosse fatto prendere dalla compassione e non mi avesse pagato la riparazione avrei dovuto tirar fuori 130 euri per un finestrino nuovo e relativo montaggio.

Detto questo, domani sera siamo di nuovo a lavorare alle Cappe, la tentazione di lasciare di nuovo la macchina nello stesso posto, forte del motto “Un fulmine non colpisce mai due volte nello stesso posto” è tanta, ma altrettanta è quella che mi viene dall’altro motto, “Ma allora te la vai proprio a cercare!”.

Che farò?

Alla tele dietro di me donne ucraine raccontano perché sono venute in Italia, e non ce n’è una che non persegua ragioni nobili e artistiche. Evidentemente l’unica arrivata col solo scopo di vivere alle spalle degli altri la conosco io, ma questo è un altro discorso, oggi scrivo per celebrare altri viaggiatori. Si, cari amici che venite a leggere il Pablog spinti dalle ragioni più assurde, questo post è per voi, per ricordare di quanta fantasia siete dotati, e con quale innocenza vi siete messi nelle mani di un motore di ricerca, capitando ben oltre il luogo cui eravate diretti!

Il mese di febbraio regala fantastiche chicche, oltre al solito esploratore di quel fenomeno allegro chiamato “putrefazione“. Costui è arrivato a trovarmi addirittura 14 volte, non ho capito se ha dei seri problemi di epidermide o se il suo frigo è pieno di avanzi vecchi di anni.

Poi ce ne sono 10 che volevano sapere qualcosa di più sulla tristezza.

A costoro voglio suggerire una recente canzone di Elio E Le Storie Tese, intitolata appunto Tristezza.

Piangi pure se sei triste, non fa ridere la tristezza
Non ti devi vergognare di un sentimento così antico
Anche nell’antichità ci son stati personaggi tristi
Ad esempio Giulio Cesare quando è stato pugnalato
Come dargli torto, è sempre triste venire pugnalati
Specialmente da tante persone contemporaneamente

All’amico che cercava come posso il livello dei centauri tomb raider rispondo volentieri: “Haa haa! io ci sono riusciitooo! E impara l’italiano, pirla!”

Ma credo che il vincitore di questa edizione di Referrer più stronzo del mese lo vinca, con un largo stacco sugli avversari:

Filmati donne nude da paura.

Ebbene si, c’è stato qualcuno che è capitato sul pablog cercando questo genere di video, quelli che ritraggono Rita Levi Montalcini, Rosy Bindi, Lucia Annunziata e quel baule della mia ex principale senza vestiti addosso! Brrr!

Ho quasi certamente anche il vincitore dell’edizione di marzo, ma voglio dare la possibilità ad altri fantasiosi visitatori di dire la loro. Buona fortuna!

Prima di scrivere quello che volevo scrivere oggi riporto un pensiero che mi è venuto mentre discutevo col mio amico Christian, che non ci crederete ma non è un blogger. Tale pensiero andrebbe riportato sotto la categoria fumetti, che non ce l’ho nei tag ma la aggiungo subito, e riguarda i problemi dei supereroi Marvel. Ochei, tutti i supereroi hanno problemi, sono sicuro che Batman soffra di una terribile artrite a starsene sempre chiuso nell’umido della Batcaverna, ma i supereroi Marvel hanno problemi per precisa scelta editoriale.
Sappiamo che ognuno di loro soffre di tremendi scazzi, gli muore la famiglia una puntata si e una no, la sua identità segreta viene rivelata da chiunque, gli brucia la casa, perde il lavoro, la fidanzata, il gatto, i superpoteri.
Ma non tutti i problemi dei supereroi vengono svelati sui fumetti, perché ci sono problemi che sono davvero troppo drammatici per essere mostrati su un giornaletto destinato a dei ragazzi.

Prendi l’Uomo Ragno. Io l’ho conosciuto, un giorno a Lucca Comics, eravamo io, il Mietitore (che nonostante il nome non ci crederete ma non è un blogger neanche lui) e Christian quello di prima, e c’era Spiderman che girava per la fiera a firmare autografi, con la sua calzamaglia rossa e blu che già solo per il colore me lo rendeva simpaticissimo. Subito ci siamo dati delle gomitate, cioè, non ti capita tutti i giorni di incontrare un vero supereroe in carne e ossa e calzamaglia, e subito dopo ci siamo chiesti come cazzo facesse a starsene mezzo nudo col freddo che c’era. Ma lui affronta tutti i giorni Rhino e il Dottor Octopus e Kraven, sai cosa gliene può sbattere del freddo polare, e poi a New York fa più freddo che a Lucca. Ecco, l’Uomo Ragno ha un grosso problema, che sui fumetti non viene mai affrontato, se non lasciandolo trapelare fra le righe. Lo sapete che sua moglie Mary Jane Watson ha già minacciato di andarsene se lui non abbandona la sua vita di supereroe? No? Beh, leggetevi qualche numero, se non ci credete, è tutto scritto lì, quella gnoccona di sua moglie non ce la fa a sopportare la tensione di vederlo rischiare la vita tutti i giorni, e lo ha minacciato di divorzio.
A parte che allora la moglie di un poliziotto cosa dovrebbe dire? Ma in ogni caso è una mussa, non è quella la ragione che ha spinto la signora Ragno a chiedere una separazione. La verità, e io posso testimoniarlo, è che l’Uomo Ragno ha un alito pestilenziale! Una vera fogna! Roba che a confronto le ragnatele sotto le ascelle sono una bazzecola, ha un fiato di salamella che stenderebbe un ippopotamo, e come fai a raccontarlo sui fumetti? Allora ci si è inventati questa faccenda dell’ansia della moglie per coprire i veri problemi.

E che dire di Hulk? Lo sapete che ha avuto seri problemi per farsi fare la foto sulla carta d’identità?
Riporto quanto scrissi in proposito su un vecchio numero di ARTErnativa:
Anche i supereroi hanno bisogno di rinnovare i documenti, solo che la procedura per chi ha una doppia identità è molto più complessa. Per non rivelare chi si celi sotto la maschera i difensori della giustizia si sono serviti di diversi stratagemmi. L’Uomo Ragno, essendo sempre nei guai con la legge, che nei numeri pari del suo giornalino lo considera un criminale, e in quelli dispari un eroe, quando vede un poliziotto si arrampica sul muro e aggira il problema. Per lui non occorre un documento apposito, così per Superman, universalmente riconosciuto, quando è senza occhiali non viene mai fermato ai posti di blocco. Meglio, anche perché sulla patente del suo alter ego Clark Kent c’è scritto “Guida con lenti”, e se lo beccano senza una multa non gliela leva nessuno.
L’Incredibile Hulk ha pensato di utilizzare un doppio documento, uno per quando è Bruce Banner e l’altro per quando è verde e incazzato. Il problema è farsi fare la foto in queste condizioni..
Mr Fantastic, geniale leader dei Fantastici Quattro, costruì apposta per lui una speciale macchina fotografica indistruttibile, e chiese all’Uomo Ragno di scattare qualche primo piano al gigante verde, ma il presuntuoso individuo dalle ragnatele sotto le ascelle rifiutò accampando futili scuse, tipo “Adesso non posso, devo cambiare l’Uomo Sabbia al gatto”.
Andy Warhol si propose per il servizio, sperando di ricavare materiale per una mostra, ma dopo la prima foto Hulk si incazzò e gli infilò la macchina fotografica nel culo.Ma quelli che mi fanno più impressione, e che mi hanno spinto a scrivere questo post sono i Fantastici Quattro.
Cosa succede quando uno di loro deve andare in bagno? I fumetti non ce lo raccontano, ma ci devono andare per forza, nella descrizione dei superpoteri di ognuno di loro non è descritta alcuna capacità di ritenzione sovrannaturale, perciò ci vanno come noi, punto. Al limite gli X Men, fra tutti potrà essercene uno sconosciuto col potere mutante di non fare la cacca, ma gli altri..
A pensare alla cacca ci sarebbero molti personaggi su cui soffermarsi, supereroi o supercattivi costretti a vita dentro armature senza cerniere, ma limitiamoci ai Fantastici Quattro, sennò viene fuori un post chilometrico.

I Fantastici Quattro, lo dice il nome, avrebbero bisogno almeno dei doppi servizi. Vivono in un grattacielo futuristico, ma non ci è dato di sapere se ognuno ha la sua tazza personale.
Voglio pensare per loro che sia così, altrimenti potrebbero verificarsi cose molto spiacevoli, tipo:

– La Donna Invisibile va a fare la pipì, ma essendo invisibile può capitare che suo marito Reed Richards entri credendo che il bagno sia libero e le si liberi addosso;
– Reed Richards potrebbe trovarsi in laboratorio, impegnato in un esperimento che non può assolutamente interrompere, e abbia bisogno di servirsi del gabinetto, che si trova presumibilmente in un’altra stanza. Sfruttando i suoi poteri elastici manda il suo pisello in giro per il palazzo fino alla tazza del wc, ma in quel momento passa per il corridoio la Cosa che, non vedendo quel lungo salsiccione che striscia sul pavimento, glielo calpesta.

Senza contare gli altri due:
– la Cosa ogni volta che va in bagno molla una specie di siluro granitico che magari non puzza granché, ma sfonda la tazza, rendendo il negoziante di sanitari del quartiere il primo fan assoluto del Quartetto;
– la Torcia Umana probabilmente ha il culo in fiamme e fa un largo uso di antiemorroidali.

(potrebbe anche continuare)

Ora che la conosco posso affrontare il mio destino con leggerezza. Stamattina, mentre tagliavo l’erba nel prato sotto casa, cantavo, forte della mia nuova consapevolezza. Anche quando mi sono piantato la messuia in un piede, sapevo di non temere alcun dolore, e anche se mi faceva un male boia sorridevo.

Ma come ho potuto raggiungere un simile livello di saggezza, roba che neanche Neo dopo che è risorto?
Beh, è stato complicato, qualche giorno fa sono andato alla Fnac, e ho chiesto il libro che illustrasse la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto, ma la cassiera mi ha spedito nel reparto filosofia, e ci stavano facendo dei lavori, era tutto spostato. Ho trovato uno accanto all’altro la storia degli indiani d’America, l’autobiografia di Fabrizio Corona e un libro denuncia sulle collusioni fra mafia e governo, più un manuale di satanismo e il grande libro delle barzellette di Bramieri seconda edizione riveduta.

Ho capito che la Fnac non poteva darmi le risposte che cercavo, oltretutto i romanzi di Paolo Nori non li teneva, e di Culicchia aveva soltanto l’ultimo.
Me ne sono andato, ancora ignaro di ciò che mi riservava il destino, e ho provato da Mondadori.

Non ci entro mai volentieri in quella libreria, le edizioni che tiene sono poche e mal fornite, e a differenza della Fnac non cerca neanche di compensare offrendomi videogiochi e alta tecnologia. Ho dato un’occhiata alle riviste, non tanto per trovare una risposta alla domanda fondamentale sulla vita l’universo e tutto quanto, quanto per vedere se nell’ultimo numero di PSM c’erano dei demo per playstation che valessero i soldi dell’acquisto.

Per fortuna dall’altra parte della strada c’è la mia libreria preferita, dove sono entrato certo di ottenere soddisfazione. E infatti, poco dopo, avevo fra le mani il libro che contiene la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, sull’universo e tutto quanto.
Stamattina, seduto sul cesso, ho terminato le ultime quattro pagine, e finalmente posso dire di conoscere la risposta, ma c’è un altro problema che è sorto giusto all’ultima riga:
Cosa servono nel Ristorante Alla Fine Dell’Universo?

Oggi pomeriggio potrei scendere in città con largo anticipo, e andarmi a comprare il libro che risponderà a questa ulteriore domanda, e poi portarmelo alla partita.

Mi vedo già, ai cancelli, a cercare di spiegare al poliziotto le ragioni per cui sto cercando di introdurre un libro all’interno dello stadio.

Cos’è quello? Un libro. E cosa se ne fa? Lo leggo prima che cominci la partita. Non mi fido, lo apra per favore. Ecco, vede? Non c’è niente dentro. Come niente? E quelle parole? Sono il contenuto del libro. Secondo il nuovo regolamento bisogna controllare che non ci sia scritto niente di offensivo riguardo l’altra squadra o la Lega Calcio. Ma è un romanzo, è stato pubblicato anni fa, come può esserci qualcosa contro la Lega Calcio? Poche storie, si accomodi laggiù, il mio collega ispezionerà il contenuto del suo libro, e se è tutto in regola la lascerà andare.

E mi toccherà starmene fuori dallo stadio ad aspettare che il suo collega finisca di leggere tutto il libro. Sicuramente poi incapperò nel classico personaggio che ama leggere a tavola, quindi prima che cominci a ispezionarmelo dovrò aspettare che ordini una pizza, e poi vuoi che la mangi da solo? Caruso! Di Michele! La volete una pizza? Che pizza vi prendo? Quattro formaggi e? Margherita col tonno? E da bere? Va bene, cocacola per tutti.
Io ci potrei provare a inserirmi nell’ordinazione, visto che perderò l’incontro almeno riempirmi la pancia.. Ma il poliziotto sarà inflessibile, la pizza rientra in un’operazione di polizia, quindi il suo consumo è riservato ai tutori dell’ordine.

E mentre tutti saranno dentro ad applaudire la squadra che farà un figurone contro un avversario certamente non all’altezza, io dovrò star fuori ad aspettare il ragazzo delle pizze insieme a tre celerini, tutto perché non avrò voluto aspettare per conoscere la risposta alla domanda che viene dopo la domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto.

E’ il mio destino, lo affronterò sorridendo.

Quante volte abbiamo cominciato a leggere un romanzo e non siamo più riusciti a smettere, rubando tempo ad attività più importanti, al sonno, al lavoro? Quanti autori ci hanno commosso, spaventato, emozionato? Quanti libri giacciono ancora sui nostri scaffali perché dobbiamo prima finirne un altro, e proprio non possiamo interromperlo?

romanzi scontati Adesso basta! Per noi lettori pigri c’è un luogo che può risolvere ogni problema, e non si trova a Timbuctu, ma in Galleria Mazzini a Genova. E’ la Bancarella Del Lettore Facilone l’unica in grado di proporci un intero ripiano dedicato ai romanzi scontati! Avete capito bene, nessun intreccio narrativo, nessuna emozione, solo romanzi banali che sai subito come andranno a finire. Vuoi un giallo in cui si capisca immediatamente chi è l’assassino? Vuoi delle storie d’amore contrastate ma poco, dove lei subito non ci sta ma poi si? La Bancarella Del Lettore Facilone è il posto per te.

Dan Brown, Anne Rice, Fabio Volo! Tutti i migliori romanzi banali li trovi qui, ma non è finita, perché la Bancarella Del Lettore Facilone ti offre anche una ricchissima sezione dedicata ai comici che non fanno ridere, i “Telescrittori Penosi”, dove troverai gli ultimi capolavori, dal Mago Oronzo ai Pali E Dispari, da Tarcisio alle Barzellette di Totti!

Vieni alla Bancarella Del Lettore Facilone, e saltare le pagine sarà un piacere!

Ve lo ricordate Steve Irwin? Quello che stava ai documentari come Dan Peterson allo sport, che andava a rompere i coglioni ai coccodrilli, li tirava per la coda, tormentava i ragni come farebbe un bambino delle medie, e aveva sempre in faccia quell’espressione ebete tipo “Mamma guarda, senza mani!”, ve lo ricordate? Beh, è morto. Stava girando un documentario in mare, non è riuscito a farsi rincorrere da uno squalo, coccodrilli non ce n’erano, ha trovato una razza velenosa, una pastinaca. Ci sono anche all’acquario di Genova, accanto alla vasca con quelle innocue che si fanno carezzare la schiena c’è quest’altra, coi bordi poco più alti, per diffidare i turisti dal provarci anche con loro, ma senza eccessiva convinzione, tipo “Guarda, io te lo scrivo su questo cartello che sono velenose, ma se vuoi provarci lo stesso cazzi tuoi”.

Sgomento nel mondo della scienza in tivù, tranne per Alberto Angela, che ha cercato subito di occupare quella fetta di mercato, il documentario no limits, e nella puntata scorsa di Ulisse si è arrampicato su un trullo gridando “fra queste pietre potrebbero annidarsi ragni schifosissimi che potrebbero saltar fuori e mordermi!”.
Troppo tardi, il direttore di Discovery ha dichiarato in diretta poche ore dopo di avere messo in preventivo da tempo la possibilità di perdere Steve, dati i rischi che correva, e di avere già contattato il nuovo conduttore della trasmissione “Crocodile Hunter”.
Alla dichiarazione ha fatto seguito il promo, che ha subito scatenato le polemiche di molti spettatori, indignati per la mancanza di tatto da parte dei responsabili del palinsesto.
“Potevate almeno aspettare che si raffreddasse il cadavere”, è scritto in una delle numerose lettere pervenute in redazione, altre criticavano la scelta del nuovo conduttore, non giudicandolo adatto per la parte. Qualcuno infine sosteneva di non capire il senso del promo, in cui il nuovo conduttore, Enrico Beruschi, immerso in una palude fino alla cintura, piagnucola al cellulare alla moglie: “Ma Margherita, quale Drive In! Sono in Amazzonia a girare un documentario sulle anaconde!”

beruschi-no-limits