l’orda

Da oggi a Ronco abbiamo l’Emergenza Immigrazione. Cosa vuoi, non vogliamo farci mancare niente come nei grossi centri, così appena si è liberata la vecchia sede della Croce Rossa l’abbiamo stipata con un’orda di quattro africani. Sono un po’ preoccupato, non tanto per il logico aumento della criminalità, che in fondo due stupri te li puoi anche gestire, e ci sono delle tizie in paese che si fregano già le mani, quanto per l’ovvia conseguenza che l’Emergenza Immigrazione si porta appresso: i banchetti della leganord. Ecco, a me i banchetti della leganord fanno incazzare ancora di più di quelli del pidielle, perché se questi ultimi sono occupati da individui beceri che non sanno distinguere un politico da un criminale in quelli del carroccio ci trovi dei primati cui non si è sviluppato neanche il pollice opponibile, e ogni volta che devono darti un volantino te lo tirano addosso, e ti va bene, che per attirare l’attenzione tirano la propria merda. E facci dei discorsi se ci riesci. Ti rispondono a slogan, con la bocca spalancata e un po’ storta sputacchiano gli unici concetti che le loro menti dalla capacità di un blister di tictac riescono ad assimilare: “Rimandiamoliacasalorooh” berciano ai passanti, “Noallamoscheaah”, li senti già da lontano. E poi ti dicono che non è vero che sono razzisti, che Tosi a Verona ha mandato via solo le testedicazzopericolose e adesso con gli immigrati c’è un bel rapporto.
Tosi.
Quello che è stato condannato per istigazione all’odio razziale.
Quello che nella propria lista elettorale ha candidato un neonazista.
Quello che dopo l’elezione ha fatto triplicare lo stipendio di sua moglie.
Quel Tosi lì.
Eh ma parla bene eh! In televisione ha detto quello a quell’altro che era un piacere starlo a sentire.

E io quando mi dicono delle cose così non ce la faccio a ribadire che sono cazzate, per sentirmi rispondere che però anche queglialtri ne han fatte di peggio ci rinuncio. A cosa serve cominciare un dibattito se mancano proprio le basi per portarlo avanti, io dico che così non si può fare e quello mi risponde che però anche voi, perché oramai l’agone politico è Noi e Voi, indipendentemente dalle sfumature, se non sei dei nostri allora sei dei loro e quindi ragioni come il nemico, anche se sono due ore che provi a spiegargli che tu con quelli non ci vuoi avere niente a che fare, che magari neanche vai a votare proprio per la stessa mancanza di ideali che stai denunciando al tuo interlocutore. Niente, “eh ma anche voi e più di noi” si ripete sempre e ti ammazza ogni tentativo di comunicazione civile.

Sai cosa? Se tirano su il gazebo bianco e verde per protestare contro gli immigrati prima gli mostro la carta d’identità, che si capisca che io non sono un clandestino, poi li meno. Senza dire niente. Li meno e basta. Alla peggio sarò proprio come loro, ma di più.

3 commenti

  1. il fatto che rispondano a slogan però è proprio di qualsiasi banchetto, a prescindere dal partito/movimento/ideologia d’appartenenza. anzi si può dire che è il banchetto stesso a indurre gli slogan nelle bocche di persone che magari quando le prendi a discutere in un contesto più rilassato sono anche capaci di vedere (o almeno intuire) le ragioni di chi non la pensa come loro.
    ma dai banchetti non mi aspetto mai nulla e per questo motivo li evito come la peste, anche quelle rare vole in cui mi capita d’essere sinceramente e convintamente d’accordo coi banchettari.

    1. Beh mica sempre. Nel caso dei tizi di cui sopra gli stessi slogan se li portano dietro ovunque, e più in là non vanno, che sia sotto un gazebo o seduti al bar, o sulla segreteria della loro radio preferita.

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