Ciao Pi.

Mi sono permesso di cancellare il tuo ultimo post, spero che non ti arrabbierai.

È che non credo fosse necessario.

Stai imparando un sacco di cose su te stesso, in questi ultimi anni. Certe volte ti guardo e davvero mi sembra di guardare un uomo adulto.
Sei intelligente, diverse volte hai dimostrato una sensibilità che non è così scontato trovare in una persona. E in certe situazioni difficili ti ho trovato diverso dal te stesso di prima, migliore. Più solido. Che non vuol dire più duro, anzi, ogni tanto può voler dire proprio il contrario.

Certo, hai ancora parecchio da fare, angoli da smussare, e c’è tutto un capitolo sull’empatia che andrebbe approfondito, ma ritengo che si debba guardare indietro oltre che avanti, e rispetto a dov’eri hai fatto un sacco di chilometri.

Sei anche fortunato, hai amici capaci di consigliarti quando ti fermi e aiutarti a correggere i tuoi errori, hai un’ironia ben oliata che ti evita di cadere nell’autocommiserazione, e credo che se ti lasciassi guidare di più dalla pancia riusciresti ad abbandonare i vecchi schemi rigidi a cui ti ostini a rimanere aggrappato.

È per questo che ho cancellato il tuo post. Era come urlare in faccia a qualcuno che non vuole capire il tuo punto di vista.
Spesso, se uno non capisce, la colpa è nostra, che non siamo stati capaci di spiegarci. Non tutti parlano la nostra stessa lingua, e accanirsi non serve a niente. Devi lasciarli liberi di comunicare a modo loro, e se occorre di farlo coi loro simili.

Non hai più bisogno di scrivere cose del genere, di portarti sulle spalle pesi inutili, di avere ragione a tutti i costi.

Volerla vinta significa non sapere accettare i propri sbagli, a che ti serve trascinarti dietro un vecchio errore? Guardalo, impara a non ripeterlo e lascialo lì.
E lasciaci tutto quello che ti fa male, è altro peso inutile che ti toglie il sorriso.

E a me piaci molto di più quando sorridi che quando mugugni.
Ti voglio bene,

Il tuo ombelico