“Ahimè”, si lamentava il povero giovane non più tanto giovane, e intanto aggiungeva dolore al suo dolore per quella giovinezza che si era ormai fuggita tuttavia, senza neanche lasciargli il tempo di essere lieto, troppo preso a considerare le incognite del suo domani.

“Ahimè”, ripeteva, considerando i mali che lo affliggevano, e rimirando fuori dalla finestra in cerca almeno di un qualche stormo di uccelli neri come esuli pensieri nel vespero migrar. Macché, solo pioggia. Con quel tempo gli uccelli neri com’esuli pensieri non migravano affatto, se ne stavano ben rintanati al caldo dei loro nidi.

Anche lui se ne stava rintanato nella tana, con la sola compagnia di tre gatti e un cane, sette occhi in tutto, neanche la soddisfazione di guardarlo con sguardi pari gli concedevano quei quattro stronzi, e intanto si lamentava che la casa era fredda e umida, e solitaria era, soprattutto solitaria, che la sua fidanzata l’aveva lasciato un’altra volta per correre dietro a fortuna e gloria sulle bancarelle di una fiera al Porto Antico.

“Ahimè”, si lamentava il poveretto, mentre il cane saltava sul divano ad asciugarsi le zampe ancora bagnate di pioggia della passeggiata appena terminata. La sua fidanzata avrebbe trovato la casa in ben misero stato, quando sarebbe tornata, di lì a quindici giorni, e allora la disperazione del giovane non più tanto giovane (ahimè!) si sarebbe tramutata in dolore acuto, trafitta dai dardi feroci che la terribile padrona di casa gli avrebbe scagliato contro, intanto che raccoglieva panni sporchi e disordini diffusi in giro per il pavimento lercio.

Non avrebbe potuto evitarlo, lo sapeva, che la sua natura aliena di creatura sporchevole era difficile da domare, impossibile da reprimere, e non sarebbe servito neanche trascorrere quindici giorni immobile sul divano a giocare alla pleistescio senza mangiare nè andare in bagno, che di certo il modo per incasinare casa lo avrebbe trovato lo stesso.

“Ahimè”, pianse il tapino, guardando la pleistescio che gli lanciava occhiate cariche di voluttà, suggerendogli di fare un’altra partita al gioco appena imprestato, così abile a trascinarlo in una spirale di violenza e corse spericolate da dove non riusciva mai a riemergere prima di trenta secondi, o undici ore. Lo sapeva che presto avrebbe ceduto, e allora sarebbe stata la fine, gli animali si sarebbero impossessati della cucina, avrebbero tirato fuori il sacco dei croccantini dalla credenza e li avrebbero disseminati per il pavimento, quindi avrebbero scagazzato allegramente sul tavolo, ricoprendo il resto del mobilio di peli impalpabili ma moltissimo visibili e appiccicosi.

“E in più fuori piove”, pianse il derelitto, che sperava almeno di distrarre sè stesso e il cane ciclope con una passeggiata distensiva fino a casa di papà, dove avrebbe potuto scroccare una cena senza sbattersi a cucinare.

“Ahimè”, disse allora, ma di certo i lettori più svegli l’avevano già intuìto, e pubblicò le sue ultime cazzate sul blog, mentre dalle casse i Beatles intonavano una Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band molto adatta alla situazione.

Che poi uno dice che non faccio mai un belino, e passo le serate a giocare alla pleistescio, e invece no, guarda un po’ che bei pumelli che mi sono inventato per colorare i tagghi, e meno male che è un lavoro che mi obbliga a concentrarmi e mi estranea da quel che succede intorno, perché con la tele accesa alle mie spalle su chilavisto basterebbe un attimo di distrazione per precipitare in un vortice di orrore e sofferenza dal quale non potrei mai uscire incolume, tuttalpiù con la valigia e il passaporto.

Eh oh, ma sono belli i miei bottoni o no?

L’unica cosa che non sono capace di fare è di far apparire il bottone corrispondente all’inizio del post ogni volta che seleziono l’argomento corrispondente nella colonna qui a destra mentre scrivo.

Cioè, per capirci, sto scrivendo di cinema e seleziono il taggo corrispondente, e al momento della pubblicazione SBADABANG! appare il bannerino del cinema.

Oppure scrivo di Ecln e.. ehi un momento! Manca il banner dell’Ejercito Cadigattista! Ommerda!