Due anni fa scrivevo quelli per il Quattordici appena incominciato, delle cose che mi riproponevo di fare non ne ho realizzata neanche una per sbaglio, e sono sicuro che quest’anno sarà lo stesso, perciò questo diventa un mero esercizio stilistico per farmi perdonare il post buttato là che lo precede. Che poi farmi perdonare da chi, questo blog lo leggono solo i miei quattro amici e quello che cerca foto delle gemelle Kessler nude, che continua a cercarle qui per una sua perversione francamente incomprensibile. Che poi questo verrà fuori buttato là tanto quanto, e non è che tutti i giorni posso scrivere un post di merda per farmi perdonare quello di merda scritto il giorno prima, devo anche vivere e fare cose di cui parlerò nei post di merda che seguiranno.

Due sere fa ho visto A Perfect Day, un film con Benicio Del Toro e Tim Robbins che fanno i volontari umanitari in Bosnia alla fine della guerra. Il regista è quello de I Lunedì Al Sole, che era una pellicola splendida, se riuscivi a non suicidarti appena uscito dalla sala, ma qui l’atmosfera è un po’ più allegra, soprattutto grazie a Tim Robbins che fa lo splendido con le vacche morte. I titoli di testa ti catturano e ti fanno dire sì a voce alta, e per il resto della pellicola non fai che ripetere che sì, questo film è senza dubbio il migliore che ho visto quest’anno, ha una colonna sonora punk rock e mi ha fatto tornare la voglia di balcanizzarmi al più presto.
Ecco, non fatelo. Io sono stato rimbrottato dalla signora seduta dietro, che già è entrata in ritardo per colpa del cassiere in acido vatti a drogare a casa tua che non riusciva a stamparle il biglietto, ci manco solo io che commento a voce alta, e oltretutto il film è stato girato tutto in Spagna, che Balcani?
Io però voglio balcanizzarmi lo stesso, quindi il mio primo buonoproposito per il il 2016 sarà partire per i Balcani. Al limite anche con la signora seduta dietro, però la sua parte se la paga lei.

io comunque tengo per l’interprete

Mi è andata bene che il film di Woody Allen l’ho visto alla fine dell’anno scorso, perché avrei dovuto inserire fra i buoni propositi quello di uccidere Emma Stone, diventare un nichilista con la panza e trombarmi una milfona in cerca di sè stessa.
Poi il film non mi è neanche piaciuto, gli attori che parlano come nelle istruzioni per pulire il filtro della lavatrice mi hanno impedito di immedesimarmi nella storia, e i doppiatori di merda hanno fatto il resto.
Da un punto di vista cinematografico il 2015 non mi ha dato granché, spero che il prossimo sia migliore, e il secondo buonoproposito sarà andare più spesso al cinema, che i film ben fatti ci sono, sono io che poi vado a vedere Spectre.

una locandina sprecata, e sì che ci avevo creduto tantissimo

Ecco, di Spectre mi sento di parlare male, anche se l’inizio è spettacolare e ti fa dire dei grossi sì e anche battere i pugni sul bracciolo, almeno finché la signora seduta dietro non ti chiede di smetterla.
Capiamoci, i film di James Bond seguono delle regole molto precise che funzionano solo per loro, non sono “d’azione”, o “di spionaggio”, se dovessimo inserirli in una categoria specifica sarebbe “film di James Bond”, perciò quando vai a vederne uno sai già praticamente tutta la storia: c’è lui impegnato in una missione breve e spettacolare che porta a termine con successo e trova un aggancio per quella che sarà la trama principale; poi parte la sigla, un pezzo lento con arrangiamenti orchestrali su silhouettes di donne nude e proiettili che vanno a frantumare cose; durante il film Bond guiderà macchine di lusso, si farà donne bellissime, visiterà luoghi esotici e prometterà a Q di trattare bene i suoi costosi giocattoli ultrasofisticati. Il cattivo è sempre uno psicopatico che vuole conquistare il mondo, ostenta una sicurezza di sé che lo porta a cincischiare per ore invece di darci una botta e terminare con successo il proprio piano diabolico, e parla-sempre-lentamente. E sorride un casino. Io non ho mai visto un cattivo di Bond incazzato col mondo, che voglia distruggere tutto solo perché lo hanno licenziato e ha litigato con la moglie. Non ricordo di avere mai visto un cattivo donna, ma probabilmente c’è stato.
Il cattivo di James Bond vive in una base segreta, spesso subacquea, dove l’agente arriva quasi sempre prigioniero o invitato direttamente. Ogni tanto ci si infiltra, ma in realtà lo aspettavano e lo beccano in due minuti. Poi lui si libera grazie a qualcosa che è sempre nascosto nell’orologio, ma levaglielo, no?? Non l’avete ancora capito? Macché, gli prendono la pistola e gli lasciano l’orologio. Ma tanto se lo vuoi ammazzare a che gli serve sapere che ore sono?
Poi Bond scappa con la figa e fa saltare tutto per aria, battuta spiritosa e sguardo charmante, titoli di coda.

Anche questo segue la medesima trafila, solo che è una merda. Perché gli ultimi Bond ci stavano abituando a un rinnovamento della serie, era tutto più moderno, al passo coi tempi. Niente più donnine sceme che appaiono cinque minuti e solo per togliersi i vestiti, comprimari più interessanti, una trama più solida, Daniel Craig che fa traballare la mia eterosessualità. Qui no, si torna a Roger Moore che fa le facce ammiccanti, si fa la Bellucci-santodiorinchiudetelanonfatelarecitaremaipiù, cazzeggia col cattivo più inutile dai tempi di 007 contro l’allevatore di pulci, ad un certo punto sbadiglia pure lui.

Proseguendo sulla scia dei film che sembravano interessanti e si sono rivelati peggio di Cristina D’Avena ieri sera in piazza Matteotti coi tuoi amici nerd vestiti da puffo e hai finito le benzo vorrei segnalare Dio Esiste E Vive A Bruxelles, ennesimo prodotto del genere “Ho studiato il cinema di Tarantino e mi imbottisco di videoclip, ma non chiedetemi di scrivere una storia originale perché alle lezioni di sceneggiatura avevo la varicella”. Sinceramente, la gag di quello che prova a camminare sull’acqua? Nel 2015? E il pubblico in sala rideva. Roba che ti fa rivalutare Checco Zalone.

E fu così che, partendo da un post sui buoni propositi per l’anno a venire, quella vecchia volpe di Pablo si mise in pari con le recensioni non richieste, tirò via un po’ di polvere dal blog e preparò il terreno per le nuove incredibili avventure di cui avrebbe parlato in seguito, tipo quella volta in cui si addormentò durante la proiezione di Francofonia, quell’altra in cui si addormentò a teatro davanti a Paravidino e quella pazzesca in cui si addormentò in piedi a Torino alla mostra di Monet.

Restate nei paraggi, si prospetta un 2016 sensazionale!

Ci ho messo un po’, ma alla fine ho scritto la recensione di Skyfall, l’ultimo film di 007. Ci ho messo un po’ perché appena uscito dal cinema ero tutto un “figata! ma che bello!”, poi sono arrivato a casa e ho cominciato a scrivere la recensione, e mentre ripensavo alla trama tutti i figata si trasformavano in “ma che cazzo ho visto? ma davvero ha fatto una cosa così stupida? ma chi l’ha scritta la sceneggiatura, Ciccio di Nonna Papera?”.

Insomma, quello che segue è il racconto del film, quindi è inutile che vi spieghi che se non l’avete visto e non volete rovinarvi la sorpresa è meglio che andiate a leggervi qualcos’altro. Per esempio Leo Ortolani ha aperto un blog ed è molto divertente.

Comincia qui sotto, SPOILER ALERT.

NO, SUL SERIO.

GUARDA CHE POI SCOPRI LE COSE BRUTTE.

VABBÈ, IO TI HO AVVISATO.

JAMES BOND MUORE. Ecco, l’ho detto.

Tutto quello che non ho capito di Skyfall e che mi piacerebbe che qualcuno me lo spiegasse prima che scriva a Sam Mendes e gli chieda di frustare lo sceneggiatore.

Qualcuno ha rubato la lista degli agenti dell’MI6 che operano sotto copertura. Non sapevo che ce ne fossero, James Bond è dal ’62 che si presenta a chiunque col proprio nome e cognome.

Comunque tocca a lui recuperare la lista prima che qualcuno la renda pubblica e metta a repentaglio gli agenti, e all’inizio del film lo troviamo a Istanbul, impegnato in uno spettacolare inseguimento a bordo di qualunque mezzo di trasporto possibile escluso il ciuchino. Durante una drammatica colluttazione sul tetto di un treno viene abbattuto da un colpo di fucile sparato da una sua collega che in teoria sarebbe lì per aiutarlo. Cioè, si presume che gli agenti sul campo siano preparati ad ogni evenienza, tipo sparare col fucile da cecchino a due persone che si stanno dando botte sul treno, eppure questa cretina sbaglia e Bond precipita giù da un ponte dritto in un fiume.

Sarà morto? Sarà vivo? Sarà anche l’agente più importante del governo britannico, ma nessuno si prende la briga di andare a ripescarlo, M scrive due righe di epitaffio e tutti i suoi averi terreni vengono venduti.

Ovviamente Bond è vivo, è stato ripescato durante i titoli di testa e adesso se la spassa al baretto sulla spiaggia, dove tromba e beve come Briatore, ma non so come se li paga tutti i bicchieri che trangugia, forse è caduto dal ponte con un baule pieno di dobloni, vai a sapere.

L’inseguimento iniziale è una delle parti migliori del film.

Nel frattempo a Londra un attentato scuote il quartier generale dell’MI6: qualcuno si è introdotto nel computer di M per fregarsi i dati criptati, e le ha fatto saltare in aria l’ufficio. Sono morti sei agenti, ma il capo si è salvato, in quel momento stava in auto col suo assistente che monitorava dal suo portatile l’intruso informatico.

Gli agenti fra l’altro devono essere morti davvero malissimo, perché quando ci mostrano le bare sono otto.

Bond, sempre al baretto a bere, apprende dell’attentato dalla cnn e torna in servizio presentandosi direttamente a casa di M.

Cioè, che figurone ci fa il servizio segreto inglese, prima M si fa fregare la lista degli agenti(e difatti viene subito sostituita da un nuovo M e prepensionata e pure processata, ma lo vedremo), poi qualcuno si introduce al quartier generale e ci mette una bomba, poi ancora M si fa sorprendere in casa propria, e meno male che era Bond e non un agente nemico.

Lo stile spartano del QG riflette quello generale del film.

La nuova sede dell’MI6 è provvisioriamente situata nei tunnel sotto la metropolitana, ed è qui che 007 deve sostenere i test che valuteranno la sua idoneità a rientrare in servizio attivo.

Prima gli fanno fare delle associazioni di idee, il medico gli dice una parola e lui deve rispondere con un’altra, un po’ come quando mi dicono donna e io rispondo tette, mi dicono lavoro e rispondo tette, calcio-tette, internet-tette, avunculogratulazione-tette..

A lui chiedono Skyfall e risponde Fine, senza spiegare cosa sia ‘sto Skyfall.

Poi gli fanno fare una prova di tiro e spara tanto male che invece del bersaglio ammazza uno spettatore in sala.

Ovviamente lo steccano e deve ripetere l’anno, ma la preside è M che falsifica il registro e lo reintegra alla terza elementare, che è la classe che frequenta lo sceneggiatore di questo film.

La prima cosa che fa Bond per trovare la lista è piantarsi un coltello nel torace ed estrarsi delle schegge di proiettile che si è beccato a Istanbul durante l’inseguimento. Non si ricuce né si versa polvere da sparo nella ferita, ma abbiamo capito che finalmente Rambo ha un successore.

Facendo esaminare le schegge scopriamo che sono frammenti di un proiettile all’uranio impoverito che usano solo tre persone in tutto il mondo. Chissà che affaroni la fabbrica che li produce!

Dei tre affezionati clienti abbiamo comunque la foto, perché si sa che i sicari ci tengono all’anonimato, e oltre a firmare i propri lavori utilizzando una pallottola rarissima certe volte si dimenticano pure la carta d’identità accanto alla vittima.

No, non è Milano Violenta, è James Bond vestito come un motociclista tedesco degli anni ’70.

Bond riconosce il suo avversario e lo raggiunge a Shanghai, dove questo ha un lavoro da compiere (sempre grazie alla segretezza tipica dei sicari sappiamo addirittura quali saranno i suoi prossimi incarichi, probabilmente questo tizio ha anche creato un gruppo su facebook). Dopo averlo osservato ammazzare uno dal palazzo di fronte decide di intervenire e lo butta di sotto, tanto la lista non ce l’aveva. Però gli trova nella borsa una fiche del casinò di Macao, dove prova a cercare altri indizi.

La fiche gli permette di ritirare una valigetta piena di euri. Lo dice nel film, “qui dentro ci saranno (mi pare) cinque milioni di euro”. A Macao. Un agente britannico. Euro. Vabbè.

Poi conosce la direttrice truccatissima del casinò, che gli rivela di essere tenuta in ostaggio da tre cristoni per conto del suo terribile capo, che a questo punto lo capisce anche un idiota che è il cattivone del film.

Bond mena i tre cristoni e poi si imbarca sullo yacht della truccatissima come un ospite di riguardo, anche se l’equipaggio è tutto composto di sgherri del cattivone, pare che a nessuno interessi; si fa il viaggio nella cabina di lei, se la ripassa nella doccia, poi quando sono finalmente in vista dell’isola dove il misterioso supercriminale ha allestito la sua base (la location migliore del film), Truccatissima si fa gli scrupoli e propone a Bond di tornare indietro. Troppo tardi, risponde lui, ci sono tutti gli sgherri di prima che si sono ricordati che Bond è quello da arrestare e l’hanno circondato coi mitra in mano.

Insomma che arriva davanti al cattivo in manette, ed è il momento dello spiegone.

“Ero più biondo per i Coen o per Mendes?”

Il nemico di turno è Zero Zero Catìvo, un ex agente che vive craccando le ultime versioni di photoshop per pagarsi le tinte, che da Non È Un Paese Per Vecchi ha scoperto di piacersi un casino biondo e ha l’incubo che si veda la ricrescita. Oltretutto ha un apparecchio per i denti che se lo vede Sarah Jessica Parker se lo fa fare uguale.

Ha ordito un piano pazzesco per uccidere M, che non gli vuole più bene, e cerca di convincere Bond a passare dalla sua parte. Se lo porta a spasso per l’isola dopo averlo slegato (ma allora cazzo l’hai fatto catturare a fare, dico io?), gli mostra la tizia truccatissima di prima, che è ancora legata, e la usa per il tirassegno insieme a Bond. Lui non la centra neanche per sbaglio, tira a caso e ammazza il protagonista del film proiettato nella sala accanto. ZeroZeroCatìvo ovviamente la prende in fronte, ma a quel punto Bond ammazza tutti gli sgherri presenti e fa catturare il catìvo dagli elicotteri che ha chiamato prima, mentre era sulla barca.

Adesso il cattivo Catìvo è prigioniero nella gabbia di vetro di Magneto, ma se la ride di gusto, perché farsi catturare era solo una parte del suo piano, no? Cioè, che colpo di scena che non aveva capito nessuno! Infatti scappa travestendosi da poliziotto e fa cadere un treno in testa a Bond, poi cerca di raggiungere il tribunale dove si sta tenendo il processo a M, ma viene fermato e riscappa.

Naturalmente è chiaro a tutti che se non si faceva arrestare gli sarebbe stato impossibile fare tutte queste cose, no? Anche con l’aiuto dei suoi scagnozzi che lo aiutano a scappare, non avrebbe mai potuto portare a termine il suo piano diabolico, è evidente. Neanche se è riuscito a far saltare l’ufficio di M standosene dall’altra parte del mondo, doveva farsi arrestare e condurre al quartier generale dell’MI6 per poter fare finalmente.. cosa, di preciso? Rubare qualcosa? Distruggere l’MI6? Guardare in faccia M e dirle brutta cattiva? Cosa? Perché alla fine non fa niente, si fa arrestare e poi scappa, punto.

Però te la potresti anche comprare una macchina tua, eh?

Bond decide che basta farsi anticipare, adesso ci facciamo inseguire noi, così porta via M sulla Aston Martin truccata che tutti conosciamo, ma che nessuno sa come sia finita a lui, forse è quella che vince a carte in Casino Royale, ma non ricordo che avesse anche l’eiettore e la mitragliatrice. Vabbè, cazzata più cazzata meno..

Si porta via M, dicevo, e va a nascondersi nella casa dove è cresciuto, in Scozia, e che si chiama Skyfall, così capiamo finalmente a cosa si riferisca il titolo del film. Ma non l’accenno durante i test medici, ma va ancora bè, tanto..

Con l’aiuto di Q che dissemina la mappa dell’Inghilterra di tracce informatiche che nessuno tranne ZeroZeroCatìvoBiondo potrebbe seguire (è inutile che cerchiate di capire, non significa assolutamente niente) Bond e il tizio con la barba di Harry Potter, che abita in questa casa vuota aspettando di dare un senso alla propria vita, preparano delle trappole per tutta la casa e si mettono ad aspettare i nemici.

Sparatorie, esplosioni, macelleria come da copione, arriviamo alla resa dei conti, e il finale è l’unica cosa che tiene in tutto il film, ve lo lascio vedere al cinema.

 

Il mio giudizio sul film? Incredibilmente positivo, Daniel Craig è in assoluto il mio preferito e questo film, pur essendo il meno fedele ai canoni della serie, è probabilmente uno dei migliori di sempre. Sam Mendes è un signor regista, la fotografia è splendida, la colonna sonora perfetta, il risultato è una gioia per gli occhi in ogni scena, e quando arrivi ai titoli di coda ti stupisci che sia passato tanto tempo così velocemente. Poi c’è questa scelta di dare a tutto il film un aspetto povero, o perlomeno è quello che ho capito io: ci sono i gadgets supertecnologici che consistono in una pistola e una radiolina (divertente la scena alla National Gallery con Bond e il nuovo, nerdissimo, Q); ci sono le ambientazioni dove la fanno da padroni i mattoni a vista e le rovine; c’è la base del cattivo che alla fine è uno stanzone semidistrutto con cinque computer su tavolini e un casino di fil di ferro; c’è il duello a Shanghai in una stanza buia tutta di vetro (e che meraviglia di regia); c’è la resa dei conti in una casa abbandonata in mezzo alla nebbia scozzese, combattuto tutto con armi di fortuna, e l’ultimo duello finale col cattivo addirittura in una cappelletta abbandonata.

Però la sceneggiatura non regge. Mai. Neanche per sbaglio. È come se uno si prendesse la briga di scrivere una guida turistica dettagliata, piena di foto e accenni storici della cascina davanti a casa mia: un prodotto eccellente, ma privo di senso.

Però è un bel film, lo riguarderei domani.