Stanco di parlare di calcio, cui ho dedicato tutte le mie ultime rare povere attenzioni, torno a fare ciò che amo di più, dopo mangiare faresesso leggerefumetti ascoltaremusica giocareaivideogiochi andareinbici arrampicarmi andareallostadio guardarefilm ubriacarmicongliamici ballareneilocalipocoaffollatidovemettonobellamusica non necessariamente in quest’ordine: scrivere cazzate tanto per scrivere, senza curarmi di cose superflue come lavarmi metterelapunteggiatura andareacasa.
Andareacasa, per dire, come se non ci fossi già a casa, come se ci fosse un altro posto che posso chiamare casa, che sono felice di chiamare casa nonostante i disagi, il gatto più grasso e peloso del mondo, la tele senza antenna, il pici lontano, pochi giochi nella pleistescio. Ebbene, ed è una novità, un posto così c’è. C’è e giorno dopo giorno me lo sento cucito addosso come una camicia costosa tagliata da un sarto di quelli bravi; indosso la mia nuova cuccia come un paio di scarpe che non fanno male, o sarebbe meglio dire come un paio di pantofolone con la bandiera del Brasile stampata sopra, neanche usassero pantofole pelose in Brasile.
Che poi non è mica una cosa difficile ritagliarsi un proprio angolo fuori dalle mura paterne, basta portarsi via tutti i cidi e i film, e finalmente tutti i libri. Non ne potevo più di vivere separato dai miei libri, finalmente posso tenerli tutti insieme a casa mia, invece che sparsi fra qui e la libreria di mia mamma. Sono tornato a sfogliare titoli che avevo scordato di possedere, mi sono immerso un’altra volta in pagine dimenticate, ho riassaporato parole che non conoscevo più, ritrovato vecchi amici sepolti..
Passati quei dieci fantastici minuti ho richiuso tutto e mi sono riletto per l’ennesima volta le strisce di Calvin & Hobbes.
Per scrivere strisce senza i ho dovuto consultare il dizionario, però so scrivere giusto Calvin & Hobbes e Dostoevskij. Questo in che categoria mi mette, nel 66% di cittadini italiani quasi analfabeti o nel restante 34 di inetti colti?
Eggià, in Italia ci sono 6 milioni di analfabeti, 4 di laureati, una folla nel mezzo che cerca di coniugare giusti i congiuntivi, e io sto qua a parlare di quant’è bella casa mia. Ma dov’è il mio impegno sociale? Dovrei vergognarmi dovrei! Come italiano dotato di senso civico, avendo ricevuto un tempo la dose minima consentita di istruzione, essendo il legittimo occupante di un mezzo di informazione visitato da una media di 21,1 persone al giorno, molte meno di quelli che seguono l’isola dei figosi, ma comunque una buona media, dovrei sfruttare l’occasione per divulgare pillole di cultura, dovrei dare il mio contributo all’innalzamento del tasso di alfabetizzazione!
E pazienza se la maggior parte di quelli che passano di qua cercano foto di Sveva Sagramola nuda, se non altro hanno spodestato i cercatori di minorenni..
Si, è giusto, in fondo non mi costa niente aiutare il prossimo, e se una domenica allo stadio, dopo avermi piantato l’asta della sua bandiera in un occhio, un grosso ragazzone tatuato mi prenderà a pugni in faccia gridando “se non ti fossi preso gioco di noi rappresentanti della cosiddetta Tifoseria Organizzata sul tuo blog adesso non avresti messo a repentaglio la tua incolumità e potresti seguire lo svolgersi dell’incontro in un’atmosfera assolutamente gioviale!”, invece di “se non ci pigliavi per il culo la partita la vedevi e invece ora tirompoilculo!”, potrò pensare che un po’ è stato anche merito della mia opera..

Passato remoto indicativo del verbo dire
io dissi
tu dicesti
egli disse
noi dicemmo
voi diceste
essi dissero