Succede che sono caduto in un buco. Non sto a spiegare come e perché, il punto è che ci sono e devo tirarmene fuori, così ieri sera sono andato a fare una prova di improvvisazione al Teatro Della Gioventù, dove per tutto luglio si tengono queste lezioni one shot senza iscrizione, paghi e provi e se vuoi torni.

“Perché l’improvvisazione e non per esempio l’autoaiuto, che ti farebbe tanto meglio?”, si chiederà qualcuno. Perché i gruppi di autoaiuto si riuniscono il pomeriggio e io il pomeriggio lavoro, e poi perché voglio uscire dal buco, non allargarlo.

È che a me l’improvvisazione piace, e domani dovrei anche cominciare questo corso di un mese presso la mia scuola di riferimento, ma son successe delle cose che alla fine non lo so mica se il corso lo faccio, che se vai a fare una cosa che ti diverte e tieni i musi tutta la sera forse è meglio se vai a fare dell’altro. Io poi non so fingere di essere felice, mi sgamano subito.

Insomma che vado a fare questa roba, ma siccome non sono convinto staziono per un po’ vicino all’entrata e mi guardo intorno per annusare l’aria. Ci sono due tizie, Pleurite e Gas Intestinali, che mostrano più o meno la mia età, seppure appartengano a un altro sistema solare e quindi non si può dire con certezza. Passa una ragazza molto carina e spero tanto che si infili nel cortile del teatro, ma tira dritto e mi lascia di nuovo lì con la mia faccia da meh.

Arrivano due signore sui tardi cinquanta e loro si che entrano, ed entra anche una mamma con figlio ventenne, e due reduci della battaglia di Solferino, e la mummia di Tutankhamon, e ci sarebbe anche una di quelle vecchiette che si spostano col girello, ma per fortuna rende l’anima a dio sul marciapiede e almeno quella ce la siamo evitata.

Mi avvicino lo stesso, attratto dal cicaleccio che proviene dal cortile, magari c’è un’altra entrata, penso, e intanto che effettuo la mia manovra discreta si apre una porta e ne esce l’insegnante, una mia coetanea discretamente carina, che cerca di far passare in secondo piano il fatto di essere un’attrice di teatro. Va in giro tutta vestita di bianco e vaporosa, e ride e gesticola e parla con la voce affettata, e proprio non lo indovineresti mai che di mestiere fa l’attrice di teatro, e magari è anche brava, però io sono più impostato sullo sticazzi, e quell’odore di mela cotta che aleggia intorno mi ha già fatto venire voglia di andarmene, e difatti mi giro e sto scivolando via col telefono in mano per cercare di aggiustare la serata, ma sbatto dentro Marcella.

Marcella è una mia ex compagna al corso di portoghese, ed è quella che mi ha parlato di queste lezioni, e mi piglia per un braccio e mi riporta dentro, che tanto cos’hai da perdere e vedrai che ti diverti, e in effetti divertirmi è una cosa che mi servirebbe, e insomma entro e pago e faccio il corso.

Viene fuori che le ragazze giovani e carine si riducono a me, e ho detto tutto, ma l’atmosfera da unitre è allegra, e c’è affiatamento e qualche bella risata me la faccio, e quando salgo sul palco con una signora bassina ci troviamo subito in sintonia e facciamo una bella figura, e anche la mia autostima se ne torna a casa soddisfatta. Beata lei, io per finire in positivo esco a metà di un esercizio di gruppo che si sta rivelando un bagno di sangue, che contare fino a due è un compito gravoso quando superi i cinquanta, e vado a visitare un laboratorio di odontoiatria e mi faccio una birra con Medusa, che è sempre bello avere degli amici su cui contare in quella scala di necessità che va dall’alleggerimento della coscienza alla ricostruzione dell’arcata dentaria.