Che non ne ho voglia di scrivere quello che ho già scritto sul blog delle cappe, dove non avevo voglia di scrivere neanche lì, ma devo farlo anche se ci ho sonno, perciò copio come dal mio compagno di banco.
E lo so che ho già intitolato un altro post così, ma questo è un avviso, voi siete naviganti, quindi non scassatemi la minchia e leggete.

Attenzione attenzione!
Annunciaziò annunciaziò!

DOMENICA 13 LUGLIO
ora di pranzo grossomodo

GRANDE GRIGLIATA
CAPPESTRE
COMEQUELLADELLANNOSCORSO
NELSOLITOPOSTODELLANNOSCORSO

A RONCO SCRIVIA
presso la trattoria CHEZ UGO
dove per Ugo si intende il mio asino

MENU VARIABILE
nel senso che ognuno si porta quel che gli pare
oppure lo frega agli altri mentre pisolano sull’amaca

ACCORRETE NUMEROSI!

SI ATTENDONO CONFERME VIA MAIL O TELEFONO

thievery corporationGiovedì sera è stata una serata difficile, tanto difficile che ancora mi riesce difficile parlarne, ma credo che non raccontare e fingere che non sia mai successo sia anche peggio, perciò faccio un prologo veloce:

Siamo andati alle Cappe a lavorare, l’abbiamo trovate come quando ci sono stati i ladri, solo che questi ladri indossavano la divisa e avevano un regolare mandato. Mi riservo di raccontare di più quando questa faccenda sarà finita, che ho promesso al Sub di evitare commenti che potrebbero peggiorare la situazione.

diabolik

Chiarita più o meno la situazione ci siamo messi a lavorare come ogni giovedì, e alla fine della serata siamo tornati a prendere la mia macchina. L’ho trovata come quando ci sono stati i ladri, solo che stavolta i ladri ci sono stati davvero, mi hanno spaccato un finestrino e hanno cercato qualcosa da rubare.

Ora, se sei un ladro, per quanto probabile tossicodipendente, data la zona in cui è avvenuto il misfatto, avrai abbastanza buonsenso da riconoscere una macchina dove c’è del buono da una di un morto di fame. La mia non era l’unica auto parcheggiata in quel tratto di strada desolato, ma certamente era una delle meno invitanti, e comunque sarebbe bastato dare un’occhiata all’interno per rendersi conto che le uniche cose sul cruscotto erano cartaccia e vecchi opuscoli, cosa ti fa pensare che nel cassetto troverai qualcosa di meglio?

caccia al ladroTant’è ci ha provato, ha spaccato il vetro e ha cercato di infilarsi. Aperto il cassetto ha tirato fuori il libretto della macchina, delle penne, di cui una preziosissima con la donna che quando la capovolgi resta nuda, la custodia del frontalino dell’autoradio (che non ha fatto venire in mente al ladro che se c’è la custodia dev’esserci anche il frontalino, con attaccato autoradio, e difatti non se l’è neanche cagato), e un piccolo coltellino a serramanico che quello si, me lo frego, che magari ci minaccio uno studente su ai Giardinidiplastica.

Mi ha preso anche un sacchetto di monetine da 1 centesimo che avevo sparse per la macchina, e che gli devono aver fruttato la golosa cifra di un euro, un euroemmezzo, e un gettone per i carrelli dell’iper, in plastica rossa.

Io, di mio, sono dovuto tornare a casa con un sacchetto della spazzatura al posto del finestrino, e unfeathers mucchio di vetri sul sedile, e se mio padre non si fosse fatto prendere dalla compassione e non mi avesse pagato la riparazione avrei dovuto tirar fuori 130 euri per un finestrino nuovo e relativo montaggio.

Detto questo, domani sera siamo di nuovo a lavorare alle Cappe, la tentazione di lasciare di nuovo la macchina nello stesso posto, forte del motto “Un fulmine non colpisce mai due volte nello stesso posto” è tanta, ma altrettanta è quella che mi viene dall’altro motto, “Ma allora te la vai proprio a cercare!”.

Che farò?

thievery corporationGiovedì sera è stata una serata difficile, tanto difficile che ancora mi riesce difficile parlarne, ma credo che non raccontare e fingere che non sia mai successo sia anche peggio, perciò faccio un prologo veloce:

Siamo andati alle Cappe a lavorare, l’abbiamo trovate come quando ci sono stati i ladri, solo che questi ladri indossavano la divisa e avevano un regolare mandato. Mi riservo di raccontare di più quando questa faccenda sarà finita, che ho promesso al Sub di evitare commenti che potrebbero peggiorare la situazione.

diabolik

Chiarita più o meno la situazione ci siamo messi a lavorare come ogni giovedì, e alla fine della serata siamo tornati a prendere la mia macchina. L’ho trovata come quando ci sono stati i ladri, solo che stavolta i ladri ci sono stati davvero, mi hanno spaccato un finestrino e hanno cercato qualcosa da rubare.

Ora, se sei un ladro, per quanto probabile tossicodipendente, data la zona in cui è avvenuto il misfatto, avrai abbastanza buonsenso da riconoscere una macchina dove c’è del buono da una di un morto di fame. La mia non era l’unica auto parcheggiata in quel tratto di strada desolato, ma certamente era una delle meno invitanti, e comunque sarebbe bastato dare un’occhiata all’interno per rendersi conto che le uniche cose sul cruscotto erano cartaccia e vecchi opuscoli, cosa ti fa pensare che nel cassetto troverai qualcosa di meglio?

caccia al ladroTant’è ci ha provato, ha spaccato il vetro e ha cercato di infilarsi. Aperto il cassetto ha tirato fuori il libretto della macchina, delle penne, di cui una preziosissima con la donna che quando la capovolgi resta nuda, la custodia del frontalino dell’autoradio (che non ha fatto venire in mente al ladro che se c’è la custodia dev’esserci anche il frontalino, con attaccato autoradio, e difatti non se l’è neanche cagato), e un piccolo coltellino a serramanico che quello si, me lo frego, che magari ci minaccio uno studente su ai Giardinidiplastica.

Mi ha preso anche un sacchetto di monetine da 1 centesimo che avevo sparse per la macchina, e che gli devono aver fruttato la golosa cifra di un euro, un euroemmezzo, e un gettone per i carrelli dell’iper, in plastica rossa.

Io, di mio, sono dovuto tornare a casa con un sacchetto della spazzatura al posto del finestrino, e unfeathers mucchio di vetri sul sedile, e se mio padre non si fosse fatto prendere dalla compassione e non mi avesse pagato la riparazione avrei dovuto tirar fuori 130 euri per un finestrino nuovo e relativo montaggio.

Detto questo, domani sera siamo di nuovo a lavorare alle Cappe, la tentazione di lasciare di nuovo la macchina nello stesso posto, forte del motto “Un fulmine non colpisce mai due volte nello stesso posto” è tanta, ma altrettanta è quella che mi viene dall’altro motto, “Ma allora te la vai proprio a cercare!”.

Che farò?

Intanto lasciami rassicurare quei tre quattro che si fanno un’opinione di me dalle righe che riempio qui sopra, non avendo altri mezzi con cui giudicarmi potrebbero credere che io sia una specie di beone privo di interessi al di là della ricerca ossessiva del fondo del bicchiere. Ebbene, è proprio così, seppure ieri sera non abbia raggiunto quello scopo che mi ero prefisso.
Per chi volesse informazioni più dettagliate il prefisso, trovandomi a Genova, era 010.
Perché non sono riuscito a portare a termine un compito semplice come l’abbruttimento alcolico? Eppure ho dalla mia anni di addestramento, la compagnia era ideale, le finanze floride, l’ora adatta.. Sarà che il mio ritrovo abituale, le Cappe, si erano trasformate nella sede della Nuova Compagnia Di Canto Popolare, e in quanto ad abbruttimento avrei avuto degli avversari di tutto rispetto, tanto che non me la sono sentita di sfidarli.
E poi ne venivo da un inizio serata ad alto tasso culturale, vuoi che non influisca sul mio comportamento? Così ho finito per contenermi e guardare gli altri che disfacevano la propria dignità stonando su un pezzo di Celentano.
Altri episodi degni di nota non ne ho da raccontare, sto qua e aspetto l’ora buona in cui partirò alla volta del rettangolo verde, ho cominciato un altro libro di Hornby, l’emporio è chiuso e non posso comprare la stoffa gialla da cui ricavare le lettere per lo striscione, Emma sente il caldo ed è stranamente quieta, Fototifo ha messo online le foto della trasferta di Empoli, c’è parecchio da scaricare, Mazinga è ancora in giro, come direbbe Dario se gli raccontassi qualche aneddoto.