Va bene che facebook è fatto per scambiarsi pensieri semplici, ma quando venti persone in bacheca sentono il bisogno di far sapere al mondo che “fa caldo!” anche la poca fantasia smette di essere una scusa e mi viene il dubbio di avere a che fare con dei decerebrati. Per forza che “fa caldo!”, siamo d’estate, cosa deve fare, freddo? E quando facesse freddo cosa dovrei leggere se non i vostri commenti sul fatto che “fa freddo!”? Ma davvero non avete altro da dire a riguardo?

Ecco perché ho pensato di venirvi incontro redigendo cinque (non dieci, cinque) possibili aggiornamenti del profilo di facebook in cui si dice che fa caldo, ma si parla anche d’altro, come dovrebbe essere fra persone intelligenti.

  1. Informativo: La temperatura odierna ha stabilito un picco di 38°C nelle principali città italiane che non si registrava dal luglio 1979, a Milano, quando i vigili urbani, per non restare squagliati agli incroci, adottarono come divisa estiva la canottiera nera e il perizoma. L’idea non ebbe il successo sperato: le caserme vennero tempestate di segnalazioni da parte di cittadini terrorizzati, che credevano di essere stati invasi dai pinguini spaziali di Urano, e si dovette tornare alla vecchia divisa.
  2. Nostalgico: Questo caldo mi fa tornare in mente quella volta in cui mio nonno Spaturnio mi portò al mare. Avevo sei anni, passai il pomeriggio sotto il sole a scavare buche nella sabbia con la mia paletta. Il nonno mi guardava da sotto l’ombrellone, sorridendo, poi si appisolò. Dopo tre ore dormiva ancora. Dopo sette ore la spiaggia aveva cominciato a svuotarsi, il bagnino stava ritirando le sdraio, ma mio nonno era sempre lì a ronfare placido. Si scoprì che gli era venuto un colpo, poverino. Lo seppellimmo sotto una cabina e io venni adottato da un ambulante napoletano, con cui trascorsi i successivi dieci anni vendendo cocco bello.
  3. Ludico: Oggi fa caldo come in quel film dove dei tizi cominciano a litigare in una pizzeria, poi la cosa degenera e uno muore strangolato da un poliziotto. Chi sa dirmi il nome del proprietario della pizzeria?
  4. Poetico: Nonostante il caldo opprimente di questi giorni, sto molto fuori.
    So fin troppo bene quanto questa bellezza sia effimera,
    come rapidamente si accomiata ed io sono così bramoso,
    così avido di questa bellezza dell’estate che declina!
    Vorrei vedere tutto, toccare tutto, odorare e assaporare
    tutto ciò che questo rigoglio estivo offre,
    vorrei conservare tutto questo e tenermelo per l’inverno,
    per i giorni e gli anni futuri, per la vecchiaia.
  5. Allarmista: E se la temperatura continua a salire e ad un certo punto i corsi d’acqua evaporano e i mari si prosciugano e la Terra diventa un immenso deserto con le navi arenate sulle dune e tutta l’agricoltura del mondo avvizzisce e i vegetali diventano una merce così rara e preziosa che c’è gente disposta ad uccidere per procacciarsi una piantina qualunque, c’è una vaga possibilità che mia moglie la smetta di cucinarmi bietole per cena?

Non guardo la televisione. Non mi interessa, non c'è nessuna trasmissione che mi faccia venir voglia di starci seduto davanti per più di trenta secondi, e quando ne trovo una l'ospite di turno che sbraita mi fa subito passare la voglia.

E' per questo che il video qui sotto non l'avevo mai visto. Si tratta di un frammento della puntata di Annozero di mercoledì scorso, dedicata all'immigrazione. Non è una trasmissione che ami particolarmente, mi disturba la faziosità, anche quando si manifesta dalla parte che condivido, e immagino che il montaggio di alcuni passaggi, specie all'inizio, risulti più efficace proprio grazie alla faziosità di cui sopra. Voglio dire, chi non vorrebbe avere fra le mani quell'individuo piccoletto che comanda le cariche della polizia? E non solo per bruciargli il maglione orrendo che indossa. Sono sicuro che il montaggio convogli ad arte questo genere di risentimento, e cerco di non assecondarlo. In fondo esistono anche poliziotti che non amano pestare i manifestanti indifesi, non li abbiamo mai visti perché quel giorno erano a casa malati.

La questione dell'immigrazione, però, è un problema reale. L'intolleranza sfacciata della lega nord, le leggi razziali, la diffusione della paura, la convinzione dilagante che lo straniero è una minaccia, l'abituarsi a ignorare chi sta male, sono problemi reali, e gravi, coi quali bisogna confrontarsi immediatamente. E' molto più pericoloso un uomo col fazzoletto verde al collo di uno col turbante in testa, perché solo il primo incita all'odio verso il prossimo.

Bisognerebbe che lo guardassimo tutti questo video, e ci ricordassimo che in Italia non ci viviamo da soli, che il 10% del prodotto interno lordo arriva da persone come quelle che stanotte dormono appese a una gru a Brescia. Persone, non cose. Che vivono qui, lavorano, spesso sottopagate, e vengono trattate come delinquenti grazie a individui che hanno risposto "Rimandiamoli a casa loro" a ogni tipo di problema, che si tratti di sicurezza o di lavoro o di costume.

"Eh, ma non gliel'abbiamo mica detto noi di venire in Italia", mi risponderebbe l'anonimo di qualche giorno fa, quello che mi ha commentato il pezzo sulla rumena ammazzata a Roma.
Premesso che se vuoi una risposta ti firmi, che ai troll non si dà da mangiare gratis, sono le bestie come te che hanno messo quelle persone sulla gru, quelle che commentano il video con "vanno tirati giù e rispediti a casa loro". A casa loro. Come se questa non lo fosse. Come se uno stato appartenesse a qualcuno, come se ci fosse un cancello all'ingresso, come se chi viene a bussare tutti i giorni ce l'avesse un altro posto dove andare.
E siete stati voi, quando siete andati a votare questo governo meschino, convinti che vi avrebbe protetto dai pericoli, salvato dalla crisi, dispensato dal dolore.
E sono stato io, tutte le volte che ho lasciato calpestare i miei diritti e quelli degli altri per non offendere, per non essere sempre quello che si lamenta o semplicemente per indifferenza.

Non dovessero vedersi, i video sono qui:

http://www.youtube.com/watch?v=gjLD2Y4kOXE
http://www.youtube.com/watch?v=CTP5QZovkTs

Oppure qui:
http://www.rassegna.it/articoli/2010/11/12/68591/brescia-i-migranti-sulla-gru-restano-in-quattro
 

old baileySalve cara signora, bella serata, vero? Mi perdoni l'impertinenza, forse intendeva fare due passi, oppure si stava godendo il panorama. In ogni caso mi sembrava ora che lei e io scambiassimo due parole.

Ah dimenticavo.. non ci siamo presentati. Non ho un nome, può chiamarmi V.

Signora Giustizia.. V.
V.. La Signora Giustizia.
Salve Signora Giustizia.
"Buonasera, V."

Ecco, ora ci conosciamo. Per la verità l'ho ammirata a lungo. Oh, lo so cosa starà pensando.. "Questo povero ragazzo si è preso una cotta da adolescente per me." Mi scusi signora, ma le cose stanno diversamente.
Si, l'ho ammirata a lungo, anche se solo da lontano.. Quand'ero bambino la guardavo dalla strada di sotto.
"Chi è quella signora?", dicevo a mio padre. E lui: "E' la Signora Giustizia". E io: "Com'è bella!"

La prego, non creda che sia solo un fatto fisico, lo so che lei non è quel tipo di ragazza. No, l'amavo come persona, come ideale.

Ne è passato di tempo, e purtroppo ora ce n'è un'altra.
"Cosa? Vergogna V, mi hai tradito per una sgualdrinella, una gattina vanitosa con le labbra dipinte e un sorriso sfacciato!"

Io, signora? Mi consenta di contraddirla, è stata la sua infedeltà a gettarmi fra le sue braccia!
Sorpresa, eh? Credeva che non sapessi della sua tresca, vero? E invece lo so, so tutto.
Francamente quando l'ho scoperto non mi ha sorpreso, lei ha sempre avuto un debole per le uniformi.

"Uniformi? Non so di cosa stai parlando! Per me sei sempre stato il solo, V.."

Bugiarda! Puttana! Osi negare di esserti data a lui, coi suoi gagliardetti e i suoi stivali?
Che c'è, non parli? Lo sapevo..

Bene, ora sei finalmente smascherata. Non sei più la mia giustizia, sei la sua giustizia. Hai cambiato amante. Ma sappi che anch'io ho fatto lo stesso.

"Sob! Sniff! Chi.. chi è, V? Come si chiama?"

Si chiama Anarchia, e come amante mi ha insegnato ben più di te! Lei mi ha insegnato che la giustizia non ha senso senza la libertà. Lei è onesta. Non promette e non delude.. A differenza di te, fedifraga! Un tempo mi domandavo perché non mi guardassi mai negli occhi. Adesso lo so.

E dunque addio, cara signora. Ancor oggi il nostro commiato mi peserebbe, se tu fossi ancora la donna che amavo.

farewell

bannerANSA – Il pensiero di Juliette Binoche al regista iraniano incarcerato dal regime di Teheran Jafar Panahi, la vittoria di Elio Germano, migliore attore ex aequo con Javier Bardem, dedicata con polemica «agli italiani che fanno di tutto per rendere il paese migliore nonostante la loro classe dirigente» e le colorate formose strabordanti spogliarelliste di Tourneè di Mathieu Amalric. Questi i momenti da ricordare della cerimonia di chiusura del festival di Cannes che ha laureato il fantasioso film del regista thailandese di culto Apichatpong Weerasethakul, Oncle Boonmee who can recall his past lives (lo zio Boonmee che può richiamare le sue passate vite), appena acquistato per l’Italia dalla Bim.

– Can you really recall your past lives?
– Sure! With the recall button of my mobile phone!
– And what do they tell you when you recall them?
– Well, nothing. They’re.. you know.. dead.

Camoranesi, I tifosi sampdoriani, Antonio Cassano
Circle I Limbo

I vigili
Circle II Whirling in a Dark & Stormy Wind

I giornalisti sportivi
Circle III Mud, Rain, Cold, Hail & Snow

Quelli che ti sorpassano sulla destra
Circle IV Rolling Weights

Quello che mi ha rotto il vetro della macchina, Quelli che ti si attaccano al culo in autostrada e ti lampeggiano
Circle V Stuck in Mud, Mangled

River Styx

Ming The Merciless, La Gianna
Circle VI Buried for Eternity

River Phlegyas

Il papa, I politici
Circle VII Burning Sands

Quella troia ucraina che ci ha fatto chiudere le Cappe
Circle IIX Immersed in Excrement

Cappuccetto Rosso
Circle IX Frozen in Ice

Design your own hell

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Da IL GIORNALE di oggi:

Così i rom vendono i bambini
Nel marzo scorso furono arrestati a Nocera sei zingari coinvolti nella vendita di due bambini per 28mila euro. Ma il giro sarebbe più ampio e in vista ci sarebbero le manette per altri complici. Sconcertanti le intercettazioni della trattativa: «Ti porto il pacco appena ce l’ho: è bellissimo, con i capelli neri». Trovata anche una ricevuta di pagamento per 28mila euro.

E pensare che neanche il mio panettiere me lo fa sempre, lo scontrino.

banner Incuriosito dalla recensione positiva di Siuìzz, ieri sera mi sono guardato Die Hard 4, approfittando dell’assenza della consorte, nemica giurata di Brusuilli e dei suoi film.

A me Brusuilli piace, e i precedenti capitoli della saga li ricordo con piacere. Giusto il secondo mi pesa rivederlo, per quel cazzo di sceriffo ritagliato con le cesoie che non-si-fida-e-basta.

Ma restiamo sul nuovo capitolo. Il detective John McClane, invece di andare in pensione, rilancia, e se nell’ultimo episodio salvava la città, qui esagera, e dedica le sue attenzioni all’intero Paese.

Appena comincia il film lo vediamo cercare di salvare più che altro la virtù della figlia, smanacciata figlia smanacciabiledal fidanzato di turno; e fin lì uno si potrebbe accontentare, voglio dire, hai sessant’anni e passa, non ti mettere nei casini e limitati a salvare quello che è alla tua portata salvare. La figliola fra l’altro è discretamente smanacciabile, e il simpatico siparietto che nasce non è certo all’altezza di una eventuale bella scena pruriginosa. E vabbè, se volevo vedermi un porno cercavo altrove, giusto?

La storia ci mette un pochino a partire, ma quando comincia l’azione e vedi il nostro eroe buttarsi per terra e rispondere al fuoco capisci che non sei tu ad avere sbagliato film, ma lui. Vedere Brusuilli in azione nel nuovo Die Hard trasmette la stessa sensazione straniante di una tartaruga che corre. E’ un vecchio incartapecorito, pelato, rugoso e bolso, che imita sè stesso di tre “morti dure” fa, e ti fa venir voglia di chiudere e mettere su per l’ennesima volta il grattacielo Nakatomi.

Certo, se vuoi l’azione ne hai quanto basta, ma mi domando perché gli sceneggiatori americani non abbiano proseguito nello sciopero per tutta la loro vita: automobili che abbattono elicotteri, hackers che saltano per aria quando spengono il computer (e se uno lo tenesse sempre acceso?), macchine che entrano in ascensore, ma la sequenza migliore rimane quella del jet sulla sopraelevata.

Allora c’è lui alla guida di un autotreno, che insegue un furgone su una sopraelevata. Il pilota del faeroplanourgone chiama un jet dell’esercito e gli fa credere che sul camion ci sia un terrorista, quindi gli ordina di abbatterlo. Il pilota del velivolo, temendo che il terrorista possa mettere a repentaglio la vita dei numerosi automobilisti presenti, spara un razzo contro il camion, abbatte un pilone e fa crollare tutta la sopraelevata, macchine comprese. Niente più automobilisti a rischio, ora ci può andare pesante. Ovviamente Brusuilli non si fa niente, e quando l’aereo, che è di quelli che possono stare fermi per aria, sta per precipitare e comincia a girare su sè stesso, ci salta sopra, prende bene le misure e poi lo usa per lanciarsi in salvo su un altro pezzo di strada, ovviamente un attimo prima che l’aereo esploda, sennò che gusto c’è?

Uscito incolume dalle macerie scopre di trovarsi PROPRIO DAVANTI alla base dei manigoldi. Musica pesa, carneficina finale, ambulanza che se lo porta via come tutte le volte, fine.

Ora mi chiedo, Gion Meclèi è tornato, Rochi e Rambo sono tornati, Terminèto è tornato da mò, Indianagions è dietro l’angolo, chi manca? I Gosbasters? Conanilbarbaro? Robocop? Ma soprattutto,

COSACAZZO CI STANNO A FARE ANCORA IN GIRO? NON SAREBBE ORA CHE SE NE ANDASSERO TUTTI IN PENSIONE?

NON CI BASTAVANO I SENATORI A VITA?

Quando comincia la bella stagione mi capita di trovarmi in macchina in viaggio verso Genova, e finire improvvisamente imbottigliato in una di quelle code che sai quando ci entri e non sai quando ci esci, e non è mai una bella sensazione. All’inizio magari si, abbassi i finestrini, ascolti l’allegro cinguettio dei gas di scarico del camion alla tua destra, e speri di cavartela con dieci minuti di ritardo, ma ci sono delle volte in cui scopri che ce ne devi aggiungere qualcuno di più prima di arrivare a destinazione.
Io per esempio l’altra sera ce ne ho aggiunti centodieci. Due ore per andare da Ronco a Nervi, e va bene che si chiama Nervi, ma non significa che deve per forza farmici arrivare nevrastenico. Aggiungete poi una buona mezz’ora per arrivare a San Desiderio, che quando comincia a farsi l’ora di cena e sei a stomaco vuoto e sei inscatolato in macchina da ore, è più di un santodesiderio, somiglia a una specie di allucinazione mistica.

Io lo so chi è che provoca le code, ne ho anche già parlato da qualche parte qui sopra, probabilmente in una stagione simile a questa, sono i Milanesi Che Vanno Al Mare. Sono la categoria peggiore che esista, anche più dei famigerati Tedeschi In Gita Sul Lago. Se dovessi stilare una classifica dei mezzi di trasporto più lenti che si possano incontrare per strada questa vedrebbe i Tedeschi In Gita Sul Lago soltanto secondi, e il Carro Dei Monatti addirittura terzo. I primi sono sempre loro, i maledetti Milanesi Che Vanno Al Mare, sfreccianti giù per la A7 nei rettilinei fino a Serravalle, ora ribattezzata Serravalleautlet, cauti nelle prime curve fino a Busalla, paralizzati nel tortuoso tratto appenninico. Non importa che siedano su macchine dotate di ogni sicurezza, dall’abs alle ruote cingolate, ogni volta che incontrano una curva, sebbene di lieve entità, frenano in corsia di sorpasso, scalano quinta seconda, avanzano ai quindici all’ora nonsisamai metti che dietro la curva si apre un baratro pieno di coccodrilli un camion ribaltato in fiamme un chiosco abusivo di gelati o piadine, che quelli delle piadine sono inarrestabili, li aprono ovunque, in continua concorrenza con l’arabo dei kebab. E tu dietro non puoi far altro che assecondarli, maledicendo l’ingegnere della motorizzazione che li ha patentati, e aspettare che si degnino di liberare la corsia e andare a parcheggiare nelle apposite piazzole.
Ma no, loro possiedono auto di cilindrata a sedici zeri e prezzo a ventiquattro, non si abbasserebbero mai a occupare la corsia di destra, non è sufficientemente nobile per i loro lussuosi e potenti veicoli, così mostrano tutta la propria incapacità nella corsia più esterna, impedendo il sorpasso a chi si trova dietro.
Quando dietro ci sono solo io pazienza, mi tolgo la soddisfazione di restituire loro gli abbaglianti con cui mi hanno allietato nel breve rettilineo qualche chilometro prima, e appena possibile mi gonfio come un tacchino facendomi strada con la mia modesta lanciaipsilon; ma quando dietro c’è tutta la Valle Scrivia, il Basso Piemonte e buona parte di Lombardia con qualche accenno di Svizzera, Francia e Germania, allora sono cazzi. Allora basta uno di questi figli di una tangenziale per paralizzare tutto il paralizzabile.

Questa considerazione la posto alla vigilia di un esodo che si prospetta lungo e difficoltoso, fino a Moneglia, in una domenica assolata e trafficata, ma soprattutto di ritorno da Moneglia, quando il uicchend lungo sarà agli sgoccioli, e tutti i Milanesi Che Vanno Al Mare si trasformeranno nei non meno pericolosi Milanesi Che Tornano Dal Mare, e si immetteranno in autostrada tutti insieme con le loro grosse macchine che non sanno stare a destra, e tutti vorranno sorpassare chi gli sta davanti, e si creerà un lunghissimo ingorgo nel quale, ci scommetto, verrà a trovarsi una piccola indifesa lanciaipsilon, che non aveva altra colpa che di essere stata invitata a un matrimonio in Riviera.

Stavolta però mi faccio furbo, mi porto dei fumetti e un panino.