La leva calcistica della classe ’20

Ieri sera io e Shasha siamo stati fermati dalla Guardia di Finanza mentre tornavamo dalla nostra riunione sediziosa. Per celare le nostre vere intenzioni indossavamo una tuta da ginnastica e procedevamo a passo sostenuto, tipo uno che deve sbrigarsi per non perdere il treno, niente di eccessivo insomma.

“Dove state andando?”, ci ha chiesto l’agente Smith.
“Facciamo una corsa”, ho risposto.
“Alle undici di notte?”
“Eh, di giorno c’è gente, è pericoloso”

Ci ha invitati a tornare a casa, che oltretutto “quella povera ragazza pare che sta morendo”. Si riferiva a Shasha, ovviamente, che stava mostrando segni di affaticamento livello Ho-fatto-lo-Stelvio-in-Graziella-e-non-me-ne-pento, e sbuffava e sudava e si appendeva al mio braccio come se le gambe le dovessero cedere da un momento all’altro.

Che grande attrice mia moglie! Quando le guardie ci hanno lasciati soli mi sono congratulato con lei, poi le ho passato un respiratore perché sennò moriva davvero.

A casa abbiamo discusso di quanto era venuto fuori alla riunione. Shasha aveva qualche dubbio, ma lei di come funzionano le cose in Italia non è pratica, se n’è stata zitta mentre la piccola Giorgia distribuiva i compiti ai partecipanti, e adesso guardava il suo nuovo quaderno di matematica con la copertina di Peppa Pig come un alchimista guarda il manuale di istruzioni della pietra filosofale.

“Cosa significa tutto questo?”, mi ha chiesto.

Non sapevo cosa risponderle, ero confuso anch’io. Il tema che mi era stato assegnato si intitolava ” Sono trascorsi solo alcuni mesi dall’inizio della seconda media. I miei compagni di classe sono sostanzialmente gli stessi, eppure qualcosa è cambiato. Che cosa sta accadendo in me e tra di noi?”, e se non riempivo almeno due pagine di protocollo sarebbero stati cazzi acidi.

“Ti avevano promesso il ruolo di capitano nella squadra di calcetto, cosa ci facciamo con questa roba?”
“Cerca di capire, Giorgia ha bisogno di dimostrare ai suoi genitori che è in grado di assumersi le sue responsabilità. Stiamo cercando tutti di darle una mano a fare una bella figura. Appena suo padre le lascerà l’azienda potremo dedicarci a sgominare i piani malvagi del sindaco.”
“Ma non me ne frega niente del sindaco! Ho già raccontato ai miei amici in Cina che mio marito è un famoso calciatore, cosa gli dico adesso? Mia madre era così felice!”

Cosa non farebbe un uomo per soddisfare la donna che ama?
Ho spedito il curriculum al Genoa: se dovevo mettermi a giocare a calcio almeno lo avrei fatto nella squadra che amo. E poi non avrei fatto più danno di qualunque dei suoi attuali titolari.

Ci ho scritto che ho iniziato la carriera nel Guizhou, una squadra cinese del.. beh, del Guizhou, poi mi hanno assunto nell’Universidad Catolica, in Cile, dove ho militato per due anni arrivando a vincere il campionato, e adesso sono titolare nel Boca Juniors.

“E a parte PES 2019 hai mai giocato a calcio?”, mi ha chiesto il presidente del Genoa al telefono, venti minuti dopo avergli spedito il mio CV.
“Non sono mai riuscito a convincere un pallone a finire dove volevo io”
“Va bene, sei assunto. Ce la fai a venire al campo di allenamento a Pegli questo pomeriggio? Ti faccio fare una partitella con la squadra così vi conoscete”
“Certo, se mi fermano dico che stavo andando a correre. Ormai sono pratico”

Non mi hanno fermato, e meno male. Sarebbe stato difficile spiegare alla polizia perché la mia macchina scendeva giù per la A7 con nessuno al volante, mentre io correvo da un finestrino all’altro sul sedile posteriore.

Al campo sono stato presentato a tutto l’organico compresi i magazzinieri, ma senza stringerci la mano e rispettando la distanza di sicurezza di un metro. Quando l’arbitro ha fischiato l’inizio della partita il mio compagno mi ha passato la palla, e nessuno si è avvicinato per portarmela via, per paura del contagio. Ho arrancato a calcetti verso la porta avversaria, badando di non spedire la palla troppo vicino a un altro giocatore, e in un paio di minuti mi sono trovato solo davanti al portiere. Tutti i miei compagni mi dicevano tira tira, ma sapevo che il portiere l’avrebbe parata senza problemi. In pratica le partite ai tempi del coronavirus si svolgevano tutte così, fischio dell’arbitro, passaggio iniziale, giocatore che arriva indisturbato davanti alla porta, tiro, parata, rimessa del portiere, chi la piglia la piglia e via dall’inizio.

Mi sono chinato sulla palla e ci ho sputato sopra, poi ho guardato il portiere negli occhi. Ho tirato, lui si è buttato dall’altra parte, gol. Era il primo gol da settimane, i miei compagni erano in visibilio. Il presidente è venuto a congratularsi, mi ha detto che un fuoriclasse come me non lo vedeva da decenni. Poi siamo tornati tutti a casa, tanto il pallone non lo voleva toccare più nessuno.

E dimmelo, dai, lo so che ci tieni

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