briciole

Lasci briciole come Pollicino sperando che vengano trovate, ma temi di doverle spiegare a chi le trova, quindi mangi il tuo panino come se al posto dei denti avessi una motosega, anche se non hai davvero fame, solo per poter lasciare la tua scia e sgravarti delle responsabilità.

“Io? E io che ne so! Stai farneticando!”, mi sembra di vederti scuotere la testa di fronte a una richiesta di spiegazioni che sapevo benissimo non sarebbero mai arrivate, perché la prima regola è negare, la seconda non tornare mai indietro neanche se lo vorresti, la terza è che tu non hai regole, così ti metti la coscienza a posto anche con le prime due.

E intanto io ho le briciole nel letto e non dormo più.

Anche Jon Snow aveva detto seh figurati non ci casco in questi trucchetti di merda, poi gli hanno infiocinato il fratellino e non ci ha più visto ed è caduto nel trappolone con tutti e due i piedi, perché se sei emotivo hai poco da fingere, quello che senti ti scappa dalle mani anche se ti giri di là e vai a letto presto.

Che poi non serve a niente andare a letto presto se stai fino alle tre a fissare il deserto e sognare Medina e ripeterti che non stai facendo niente di male. E allora perché non dormi? Perché non te ne vai? Le porte chiuse non sono fatte per starci davanti e appoggiarci l’orecchio, per quello esistono le maniglie: funzionano, basta metterci una mano e premere. Basta volerlo.

Una caratteristica delle briciole è quella di saltar fuori dove avevi già passato l’aspirapolvere, come i coriandoli, a tradimento.
Ma qui non c’era più niente! E invece no, sei tu che non ci hai guardato bene, c’era ancora questo. E quest’altro. E ore dopo ne trovi un’altra. Sono bastarde, le briciole.

E dimmelo, dai, lo so che ci tieni

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