breve storia di Tommaso Coso

“Sbalorditivo! Assolutamente sbalorditivo!”, esclamò Wolfgang Amadeus Mozart la prima volta che udì una composizione di Coso, forse il più grande compositore che la storia ricordi.
E non fu l’unico a restare impressionato dal suo talento, ricordiamo, tanto per citarne uno, Vivaldi, che anni dopo espresse così la sua ammirazione per l’artista “Madonna, questo qui cià due palle come cocomeri!”, o Beethoven, che disse “Chi?? Il Kaiser?”.

Ma chi era in realtà Coso?

Tommaso Coso nacque a Caracas nel 1754, e trascorse tutta la sua infanzia su una bananiera, nel tentativo di raggiungere l’Europa per iscriversi ad una scuola di solfeggio. Ci mise venticinque anni, prima dovettero tornare indietro perché si erano dimenticati le provviste, poi per prendere l’apriscatole, visto che avevano caricato solo fagioli e pelati, poi dovettero caricare il nostromo che alla seconda volta che tornavano indietro si era rotto le balle ed era andato in trattoria.
Giunto in Europa Coso frequentò con successo la Scuola per Giovani Dotati di Orecchio Musicale “Albino Franzone”, di Como, dove ebbe per compagno di banco uno dei tanti Strauss, quello che non compose mai niente.

Nel 1781 compose la sua prima opera, “La Sua Prima Opera”, che parlava di un uomo mortificato dalla pleurite. Fu un successo straordinario, tutti per la strada canticchiavano il tema principale “Ho Un Motivetto Nella Testa Che Fa Zanzan Zunzun Frinfrin Patasgnaus Vidocqdipitof, Sarà Mica Il Caso Che Mi Faccia Vedere Da Un Cerusico?”.

Nel 1784 compose “Quell’Opera Là”, “Un’Altra Famosa” e “Quell’Opera Là 2, Il Ritorno”, tutti trionfi. Mozart, indispettito da tanto successo, si ritirò a fare il ciabattino.

Nel 1787 l’imperatore di Santa Teresa Di Gallura (che allora era stato indipendente), Ciro Peppino, cercava un famoso compositore, e gli suggerirono Coso (si dice che la frase esatta fu “Mah, ci sarebbe coso..”). Gli commissionò un brano di prova, e Coso scrisse “Ciro Peppino B.Goode”, che faceva più o meno così “Go go, Ciro Peppino Go, Go, Ciro Peppino Be Good Tonight”. L’imperatore apprezzò e gli chiese di scrivere un’opera che potesse far ascoltare ai suoi amici quando venivano a mangiare la pizza a casa sua. Coso snocciolò in soli due giorni quella che divenne la sua opera più celebre, “Una”, copiata e ripresa nel corso degli anni da tutti i musicisti fino alla recente interpretazione degli U2, “One”.

Trascorse gli anni successivi a scrivere balletti, opere liriche e pezzi per orchestra, e ogni volta il pubblico andava in visibilio. Come dimenticare titoli come “Concerto per strumenti musicali a muzzo”, “Il previsto spettacolo non andrà in scena per un malore del cantante”, e “Quella dove c’è quella canzone famosa”?
Nel 1791 conobbe quella che sarebbe in seguito divenuta sua moglie, Luana la Contorsionista, stella di prima grandezza del circo Mandrillo. Quando metteva in scena il suo spettacolo “Luana e la sua banana” la gente accorreva da ogni dove, anche da lì. Tommaso Coso vi si recò per discutere con l’impresario, Beppe Frettazzo, i termini di un contratto che prevedeva una serie di brani musicali soft, per accompagnare le graziose movenze di Luana.
Coso suggerì un paio di titoli, “Milonga Per Trapano E Arcata Dentaria” e il sottovalutato “Due Accordi In Croce Tanto Per Far Vedere Che Ho Composto Qualcosa”. Non venne ingaggiato, ma assistette allo “spettacolo di contorsionismo e sparizione di frutti esotici senza neanche usare le mani” con vivo interesse, e alla fine, folgorato da tanta poesia, si presentò al camerino di Luana.
Si dice che all’inizio lei fosse restia a concedersi al musicista, nonostante la sua fama fosse universalmente nota, ma quando lui le fece ascoltare il pezzo che aveva composto in suo onore “Il Tuo Bacio E’ Come Il Requiem Di Faurè Suonato Veloce”, ella cedette, e dopo un breve fidanzamento, il 27 Aprile 1792, davanti a Padre Ignazio Frugola, parroco del Santuario Della Madonna Con Le Mani Sudate, i due divennero marito e moglie e figlio, perché Coso non aveva perso tempo.
Gli anni del matrimonio donarono a Tommaso Coso nuovi spunti per le sue opere, che si arricchirono di una maliziosa vena comica, come nel “Così Fan Tutte Ma Senza Banana”, o di toni drammatici, di cui fu un esempio lampante “Quella Stronza Di Mia Suocera”. Ricordiamo il brano più famoso, “Si Ma Tua Moglie” in cui il protagonista Tiburzio si lamenta con un amico del carattere vessatorio della madre di sua moglie, e l’amico Nestore gli contrappone i pregi della sposa.

TIBURZIO – Quella stronza di sua madre la mi grida tutto il dì
NESTORE – Si ma tua moglie l’ha una voce da usignolo
TIBURZIO – Quella stronza di sua madre la mi chiama mentecatto
NESTORE – Si ma tua moglie la ti stira le mutande
TIBURZIO – Quella stronza di sua madre la mi svuota sempre il frigo
NESTORE – Si ma tua moglie la ti frulla il barbagallo

E lo frulla assai ben!
Ah se ‘l frulla così ben!

TIBURZIO – Quella stronza di sua madre la mi tira addosso i ciocchi
NESTORE – Si ma tua moglie la ti va a far la spesa
TIBURZIO – Quella stronza di sua madre mi nasconde i lanciostory
NESTORE – Si ma tua moglie la ti tien pulito il cesso
TIBURZIO – Quella stronza di sua madre dice al bar che son cornuto
NESTORE – Si ma tua moglie cià due puppe come angurie

E le mostra assai ben!
Ah se ‘l mostra così ben!

TIBURZIO – Ma senti un po’, Nestore. Com’è che tu sai tutte ‘ste cose su mia moglie?

Quando la sua fama si estendeva in tutto il mondo e le richieste di comporre brani fioccavano numerose da tutte le più importanti case reali, Tommaso Coso si scocciò di fare il compositore e decise che il mestiere della sua vita era l’idraulico. Sparì nel nulla nel 1823, e di lui non si seppe più niente.

4 commenti

  1. AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!
    Fantastico! Credo sia noto anche per il Sandro Nieschi, in particolare “La Battaglia al Palaghiaccio”, usato come colonna sonora in un B movie d’epoca.

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