ristampe

Credo di dovere delle scuse a qualcuno. Ogni tanto mi lascio prendere dall’entusiasmo e faccio delle cose senza curarmi di come queste possano andare a toccare le persone che ho intorno, e quando finalmente ritorno in me il più delle volte la frittata è fatta.

Da un paio di giorni, infatti, sto pubblicando su queste pagine i vecchi post del blog precedente, quello che tenevo su splinder e che si sta avviando verso la dipartita lentamente come un malato di cancro. Madonna che brutto esempio! Ma è perché il cancro fa paura a tutti, e il solo nominarlo ci fa temere che possa accorgersi di noi e ghermirci, ma se ci pensate bene ci sono malattie che mietono molte più vittime eppure non ce le caghiamo. Perché?

Vabbè, tanto se avessi scritto che il mio blog sta morendo lentamente come un malato di infarto avrei fatto un casino semantico.

Comunque dicevo che i post non compaiono sulla pagina principale, ma su quelle vecchie, essendo pubblicati secondo la vecchia datazione, e questo può dare a chi capita a visitarmi un’idea di immobilità, ma contemporaneamente può scassare parecchio le balle a chi mi segue sui feed, perché con venti post alla volta gli occupo tutta la bacheca e gli faccio venir voglia di cancellarmi dalle amicizie su facebook, oppure di aggiungermici per poi cancellarmi, nel caso non ci fossi già.

Ecco, è con loro che volevo scusarmi; prometto che dopo i duecentoquaranta post che compongono l’archivio di splinder tornerò all’apatia consueta.

Basta, credo di non dovere scuse a nessun altro.

0 commento

  1. Si, ho visto, ma non avevo voglia di capire come, dato che mi sembrava un’operazione molto macchinosa. Non che così non lo sia, ma mi dà la possibilità di rileggere e correggere i refusi e uniformare il font e taggare a cazzo, e farmi qualche bella risata.

E dimmelo, dai, lo so che ci tieni

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