Pablog, l’elfo oscuro

La mia vita nei panni di un elfo oscuro comincia male, in una cella da qualche parte sotto la città imperiale. Non sono incatenato, ma i vantaggi terminano lì, non ho altro con me che i vestiti che indosso, e anche questi non sono mica firmati, si riducono a una camicia di cotone lisa, un paio di braghe scucite e delle scarpe senza suola che mi possono proteggere giusto dalla ghiaia.

Le sbarre sembrano solide, e non vedo altre uscite, non c’è neanche una finestra, un pagliericcio, che diamine, non c’è neanche un cesso! Spero vivamente che gli elfi oscuri non caghino troppo.

Nella cella ci sono solo io, ma posso sentire chiaramente lì vicino la voce di un altro prigioniero, che mi prende per il culo, dice che mi sono fatto prendere come un pollo, che non ho futuro, cose così. Un pessimo inizio direi, oltretutto non so perché ci sono finito e quando. Non ho alcuna memoria di me al di fuori di questo momento.

Perlomeno so chi sono, mi chiamo Pablog, sono un elfo blu con la barba e le treccine.

“Non esistono elfi con la barba e le treccine!”, mi rimprovera il mio vicino, “E se sei blu devi essere sicuramente un puffo! Glielo dico a Gargamella!”


E’ davvero fastidioso questo individuo, se riesco a uscire da questa cella la prima cosa che faccio sarà andare di là e menarlo. Si, ma come ci esco di qui?


All’improvviso un rumore di passi, alla porta della mia cella si presentano delle guardie e il re in persona, Uriel Septim! Cos’ho fatto non lo so, ma dev’essere stato grave per aver scomodato un personaggio così importante.

Le guardie mi dicono di allontanarmi dal cancello, si lamentano che non avrei dovuto essere rinchiuso lì, poi entrano insieme al sovrano e aprono un passaggio segreto sul muro, a mezzo metro da me. Come? C’era un passaggio segreto? E io non lo sapevo?


“Ehi! Un momento! Cosa sta succedendo?”, chiedo.

Il re Uriel Septim mi guarda e sbianca: “Io ti ho sognato! Allora il tempo è infine giunto!”

“Ma cosa stai dicendo?”, gli chiedo, già stufo di misteri, che se volevo essere tenuto sulle spine così a lungo continuavo a guardare Lost.


“C’è una guerra in corso, i miei figli sono morti, io sono inseguito dai malvagi agli ordini di Mehrunes Dagon, e stanotte ti ho sognato!”

“Eravamo nudi e ti prendevo da dietro?”, gli chiedo, che a me queste trame fantasy dopo poco lo smenazzano.

“No, tu eri il prescelto e riportavi la pace nel mio regno!”

“Meno male, il solo immaginarti nudo mi faceva venir voglia di farmi giustiziare.”


Comunque il re e le guardie spariscono nel tunnel, e io mi accodo, che il cancello della prigione è sbarrato, e di star lì ad aspettare i cattivi misteriosi non ne ho mica voglia. E con cosa potrei difendermi se decidessero di attaccarmi? Faccio una pernacchia al prigioniero della cella accanto e mi infilo nel cunicolo.


È illuminato abbastanza da permettermi di vedere dove vado senza inciampare, ma non sembra un posto troppo frequentato. Davanti a me sento le voci delle guardie, le seguo per non perdermi, ma trovo buffo evadere e dover pure inseguire i miei carcerieri. Ci sono oggetti per terra, ossa, ciotole, delle armi arrugginite. Prendo su tutto, che non si sa mai, anche le ossa potrebbero servire, magari mi impratichisco con la magia e le uso per farmi una pozione contro qualche malefizio. Alla peggio ci posso insaporire un brodino..

Il cunicolo sbuca in una stanza, ci sono le guardie del re che stanno combattendo contro dei nemici misteriosi! Bella idea quella del passaggio segreto, devo ricordarmi di non seguire mai i loro consigli.

Le guardie del re riescono a sgominare i cattivi, ma sul terreno resta una di loro, la più valorosa. Non chiedetemi come si chiama, ma i suoi compagni sono tutti tristi, lo piangono a lungo.. Poi prendono e se ne vanno, mollandolo lì senza neanche seppellirlo, alla mercé degli scarafaggi.

Che spreconi, non gli levano neanche le armi! Ovviamente io non mi lascio sfuggire un’occasione così ghiotta, ed entro in possesso di un’armatura completa e di una bella spada scintillante. Ora il primo malintenzionato che mi si parerà davanti dovrà fare i conti col mio acciaio!

Tutt’a un tratto mi si para davanti il più classico abitante delle fogne cittadine, uno schifoso ratto. Questo però ha le dimensioni di un vitello, se mi morde hai voglia di leptospirosi, minimo mi stacca un braccio!

Rivedo subito i miei intenti bellicosi di prima e cerco di scappare alla svelta, ma quella specie di cinghiale si è messo proprio davanti alla porta, devo abbatterlo se voglio proseguire.

Il ratto gigante mi carica, io mi riparo con lo scudo, ma accuso lo stesso il colpo. Appena si ritrae gli vibro un poderoso fendente, ma non basta. Mi attacca di nuovo, e di nuovo mi toglie energia, e di nuovo io lo colpisco, e stavolta cade esanime.

Frugando nei suoi resti ottengo della carne di ratto, che con le ossa di prima mi assicura una cena mica da ridere, poi mi rimetto in cammino.

Il sotterraneo passa attraverso una caverna, che scopro essere abitata da goblin. Ma che cazzo di uscita di sicurezza hanno scelto quelli davanti? Se avessero attraversato le linee del nemico avrebbero avuto da combattere molto meno!

I due piccoli sorci verdi armati di pugnale e mazzaferro mi attaccano strillando, ma ormai mi sono impratichito, so maneggiare la mia arma, e me li lascio alle spalle in quattro e quattr’otto. Frugo anche lo scrigno che abbellisce il loro rifugio, e mi arricchisco di un po’ d’oro e di qualche grimaldello.


Nella grotta successiva mi imbatto in uno sciamano goblin, nientemeno! Questo mi spara addosso delle palle infuocate, ma le mie dopo questo tutorial sono molto più grosse e fiammeggianti, e lo incenerisco prima che possa dire “skreeekkk!”. Gli frego anche il bastone, metti che incontro qualche appassionato di armi strambe.


Arrivo alla fine del tunnel, e ritrovo il re e i suoi gorilla. Uriel Septim mi dice di raggiungere il Priorato di Weynor e di consegnare un prezioso amuleto nelle mani del sacerdote capo. Lui saprà spiegarmi il perché. Poi mi mette in mano un rubino che peserà sei chili e se ne va ad affrontare il suo destino. Anche le sue guardie sono incredule, ma assecondano il suo volere e mi lasciano andare.

Esco alla luce del sole in mezzo a un campo, alle mie spalle le mura della città, in tasca una pietra che mi renderebbe l’elfo più ricco di tutta Cyrodil, e la spada di un cavaliere per completare una missione d’onore.

Per prima cosa vado a cercare un gioielliere, che le locande non accettano pietre preziose e io ho proprio bisogno di una bella ciucca.


(continua..)

E dimmelo, dai, lo so che ci tieni

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